....sarà diversa bella come una stella
sarai tu in miniatura.
ma non fermarti voglio ancora baciarti
chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro
qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
e sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio.
Di più, muoviti più fretta di più, benedetta
più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
che si arriva alla luna,si la luna
ma non è bella come te questa luna ....
Lucio Dalla, Futura
Paris, day 3.
-3 giorni alla sfilata.
La frenesia è nell’aria, il nervosismo pure.
Oggi sono letteralmente volati persino filtri bollenti di tè.
Ieri tutti i nostri programmi sono stati scombinati da Azzurro.
Siamo rimasti a lavorare fino alle 9pm, inchiodati alla scrivania a controllare gli ultimi inviti.
Niente Printemps.
Ma, Michelle ed io, approfittando di un momento di libertà perché Azzurro e Lady Tremain erano in riunione, siamo letteralmente evase dalla fortezza e corse nel nuovo shop di Acne, che è veramente bellissimo.
Peccato che io non riesca mai a comprarci nulla, nemmeno quando Lui ed io eravamo a Copenaghen: adoro le loro gonne di pelle, e i loro stivaletti, ma poi alla fine, quando sono lì e provo gli abiti, non sono nulla da farmi correre al registratore di cassa e lanciare la carta di credito.
Sulla via del ritorno, abbiamo trovato uno dei quei negozietti adorabili dove io potrei comprare tutto, ma mi sono trattenuta: come bottino un abito di chiffon ceruleo pantone fata turchina, per internderci.
Picture this: Ottolina abbronzata, orecchini di brillanti e le mie Jimmy Choo argentate. Ora manca solo la clutch.
Siamo stati a cena in questo posticino meraviglioso, gestito da un NewYorker, metà canadese, metà americano, metà francese: da fuori non gli davamo una lira.
Anzi, stavamo quasi per picchiare il corrispettivo me francese, Pierre, che aveva organizzato la prenotazione.
Tuttavia siamo entrati, a riprova che la prima impressione non è sempre quella giusta.
E’ stato un paradiso per noi foodies. Una esperienza culinaria meravigliosa.
Oltre che una cena veramente divertente, ci siamo letteralmente sbellicati dalle risate: eravamo io, Pierre e suo marito – Vive la France e i Pac-, Edo e Salim, la mia Sarina, Michelle e Olly, che è veramente tres deliziosa.
Dunque ecco il menù: storione alla griglia in latte di cocco, citronella e mousse di granchio. Insalata di foglie di barbabietola. Crocchette di patate. Soufflè al cioccolato e madeleines al lemon grass e menta. Fatte nelle cocotte. Ho adorato.
Questo ristorante si chiama Les Coulisses Vintage ed è al 19,Rue Notre Dame de Lorette, nel nono arrondissment..
Segnato in agenda,issato un monumento per Pierre che ce lo ha fatto conoscere, sarà tappa fissa insieme alle Petite Marchè e Anahi.
Bello avere in ogni città dei posti confortanti, dove tutto è e rimane uguale, dove ci si trova bene e ci si sente coccolati.
Fa sentire cittadini del mondo.
Che altro?
La mia manicure shellac regge e ho comprato due tazze per me e Lui da Starbucks.
Ho sempre fame. Perché l’aria di parigi mi fa venire sempre fame?Il che richiama subito il punto fonamentale: tra vino e dolci, questa mattina ho sbirciato lo specchio e ho visto un buchetto orrendo:cellulite!
OMG: non vedo l’ora di ricominciare le mie camminate mattutine e una dieta più regolata.
Questa mattina mi si sono rotti i collant così avendo di fronte alla Fortezza solo American Apparael, ho ceduto e sono entrata.
Mi si è aperto un mondo. Ho comprato queste meravigliose tights blu, ed ora credo che andrò a fare in secondo round. Ho preso anche due meravigliose tshirt in cotone organico che fanno molto easy chic,
Sempre ieri sera mentre aspettavamo la dipartita di Azzurro, che automaticamente vuol dire liberi tutti, ho aperto la newsletter di Gwyneth e mi sono innamorata nel seguente ordine di: una giacca gialla di Band of Outsiders, un paio di shorts di jeans di MH e le scarpe di Pierre Hardy.
Premessa su Pierre Hardy: è come la boston tote di Celine. La voglio e fortissimamente voglio, ma mi trattengo sempre, perché in effetti il costo è alquanto alto. Aggiungici che questo mese ho il compleanno di Lui a cui pensare e il viaggio americano pasquale da programmare, sono alquanto trattenuta.
Ho provato a rimandare i link alla mia mamma, ma senza risultato: non mi resta altro di spostare tutto nella mia wish list di net à porter. Urg.
E pensare che il negozio di Pierre Hardy è a un tiro di schioppo dall’ufficio. Doppio urg.
E pensare che Pierre Hardy è sposato con un mio amico di cui ho perso i contatti. Triplo urg.
Sono sicura che se mi conoscesse diverrei la sua musa e allora si che dovrei comprare altre tre scarpiere, perché chére Pierre mi riempirebbe di sandali.
( la corrispettiva me giapponese oggi si è presentata con un paio di sandali Hardy scamosciati che ciao. Datemi un valium o le strappo i piedi a falabellate)