Ecco una delle mie canzoni natalizie preferite, che mi cantava sempre il mio papà quando Ottolina era solo una nana con i riccioli biondi e le mani molto paffute, così paffute che avevano i buchetti di ciccia, e lui cercava di spiegare a una tontolotta forse ancora più tonta di quanto non sia ancora adesso, che questo era John Lennon, mica pizza e fichi, o plasmon e latte, visto che allora erano gli unici cibi solidi permessi a me, rotolina di lardo di pochi anni e pochi centimetri.
E' passato del gran tempo, però sembra ieri che eravamo a casa tutti insieme, quando mio papà mi prendeva in braccio e guardavamo la neve dalla nostra prima casa di Viale Beatrice D'Este a Milano, quando mia mamma passava la giornata in cucina a preparare il pranzo per il giorno dopo, e ci si ritrovava tutti insieme, nonni, ziii, cugini., quando ottolina nana metteva cugina nana dentro la scatola della casa di barbie e la trascinava in giro per casa, facendole pure prendere la scossa con tutta quella moquette seminata ovunque. Lo so: ormai è un mese che non faccio altro di parlare di Natale, che se Natale fosse una persona mi avrebbe già denunciato per stalker, magari vincendo anche la causa.
Giuro: non so cosa mi prende.
So solo che dai piedi fino alla testa è una sensazione di calore, di magia, di mistero.
L'attesa, il cercare regali, pensieri per le persone che si amano.
E poi ancora le canzoni, i dolci, i film, gli addobbi.
La gioia di riscoprire negli scatoloni in soffitta stelle preziose, filoni d'argento, orsacchiotti di ogni foggia e palle di vetro colorate.
La notte della vigilia, quando aspetti con impazienza la mattina dopo, piena di curiosità e felice, perché arriva Babbo Natale, ci sono i biscotti da preparare, e poi tutti i baci, gli abbracci che ci si scambia in questi giorni, la faccia sorpresa di quando si aprono i regali, con la voglia di dire a chi si ama quanto in realtà siano fondamentali e quanto siamo felici di questi anni che passano, perché passano accanto a loro, stretti a loro, e questo è il dono più grande.
Detto questo,io credo veramente a Babbo Natale.
Anche la mia nonna Irma è morta credendo ancora a Babbo Natale.
E se ci credeva lei che ha vinto persino il primo Miss Italia.
Scusa se è poco.
Io sono convinta, e seguite il mio ragionamento, che Babbo Natale esiste come esiste l'amore.
Esempio: io so che mia mamma, il mio fidanzato, la mia famiglia mi vogliono bene, anche se questo amore non lo vedo. Però lo sento, e mi accompagna in ogni cosa che faccio, ogni giorno, ogni momento.Quindi esiste, ed è la cosa più reale del mondo per me. Quindi Babbo Natale esiste.
Arriva Natale, e con dicembre un altro anno finisce e uno nuovo comincia.
Un 2011 faticoso, a tratti doloroso, ma nel complesso meraviglioso.
Cose che ho imparato quest'anno:
- I genitori non sono super eroi: ho ritrovato la mia mamma imparando ad accettarla, con tutti i suoi limiti e i suoi difetti, con le sue urla e i suoi capricci, ma sicuramente con l'immenso e infinito bene che mi vuole.
-Avere le proprie radici ben salde ti permette di non sentire mai la terra che frana sotto i piedi.
- Vogue Paris senza Carine è solo Vogue France, ha perso il suo "Paris".
- Le amiche, quelle vere, ti scaldano il cuoricino e sanno sempre darti il migliore consiglio. Camilla, Sara e Alessandra: grazie perché anche solo con una parola, riuscite a indicarmi la strada da percorrere.
- Fashion hurts: le slingback sono impossibili da indossare e fanno sanguinare i regal piedini se tenute su più di due ore.
- Superati i trenta fare la manicure una volta a settimana è d'obbligo, quasi quanto investire in una Bottega Veneta e in libri di cucina.
- Le amiche ritrovate danno sollievo e speranza: ho ritrovato la mia Beba, che avevo perso lungo il percorso e che poi in un attimo riscopri che non è cambiato nulla, che quella confidenza, quel conoscersi c'è sempre.
- Ho imparato a fare la crema di zucca più buona dell'universo.
- Lavorare è faticoso, ma quando poi vedi i frutti del duro lavoro, inclusi quelli appesi nell'armadio o al proprio braccio , ti consoli di tutte le conference call fino a tardi, delle arrabbiature e del colorito grigiognolo che ti viene dopo un mese di ferrovie nord.
- Scriverò un libro.
- Viaggiare apre la mente. Ma lo sapevamo già. Quest'anno ho visitato il Giappone, ho portato a NY un abito per Madonna, sono andata per la prima volta a Ibiza, Malta e Folegandros. E il 2012?vedo e prevedo un giro dell'India, Bali ancora una volta, e un bel giro, già prenotato del New England a Pasqua.
- Ho imparato a cucinare, e anche bene. Dalle ciambelle agli arrosti, Nigella, fatti più in la. Arriva Ottolina.
- I weekend con papà, fratello e fidanzato fanno senire Otta una regina coccolata, desiderata e amata.
- Ho scoperto che in realtà mi piace molto il vodka lemon. Ma proprio moltissimissimo.
- Soffro di logorrrea della scrittura: e questo blog ne è la dimostrazione.
- Soffro anche di food pornography.
- Camminare da Cadorna al lavoro e ritorno è il miglior antidoto contro la cellulite, che è stranamente scomparsa dal giro coscia della sottoscritta.
-Le canzoni da discoteca, a meno che non siano cantate da Rihanna o Bob Sinclair, mi mettono ansia.
- I miei pranzetti con la Staccona sono l'appuntamento irrinunciabile del mese.
- Baciarsi con gli occhiali è complicato, e si, in effetti fa venire i nervi quando ci si stampa sopra il vetro il naso, appena puliti e freschi di fresh&clean.
- Non si deve temere nulla, se non la paura stessa.
- Gentilezza porta gentilezza.
- Non riesco più a dormire da sola.
- Il cappuccio mi piace solo quello chiarissimo della Vale, sotto l'ufficio.
- Preferisco il pandoro al panettone.
- Mai lesinare né dall'estetista né alle svendite della stampa.
Mancano 39 notti a Natale, ho ancora 5 press sample sales a cui non posso mancare, 4 eventi da organizzare e tutti i regali da fare.
I am dreaming of a white christmas.