All Starts Here. United we stand.


Esiste un contagio del male: chi è non-uomo disumanizza gli altri, ogni delitto si irradia, si trapianta intorno a sé, corrompe le coscienze e si circonda di complici sottratti con la paura o la seduzione [...] al campo avverso. (dalla prefazione a Jacob Presser, La notte dei girondini)


Dire che non ho mai corso è una mezza verità.
Ovvero: ho provato a correre "per davvero", comprando anche i migliori outfit per sembrare una professionista, ma il male alla milza mi ha sempre bloccato.
Io cammino, cammino sempre, lo sanno tutti che cammino per chilometri e pure sui tacchi alti.
Con la mia musica e i miei pensieri, ma cammino.

Però metaforicamente sono sempre in corsa. 
Perché alla fine tutti corriamo.

Siamo tutti runners in questo momento della nostra vita: corriamo dai doveri, corriamo nell'Amore - ci basta un paio di farfalle svolazzanti per bruciare ogni tappa - corriamo al lavoro, corriamo agli appuntamenti, corriamo verso scadenze e corriamo per abbattere limiti e distanze.
Corriamo verso i nostri difetti per poterci migliorare, corriamo verso nuovi progetti per poter crescere.

L'essere runner è la filosofia sana di questo momento storico, il tenersi on the go permette alla vivacità del pensiero di creare nuove forme di felicità.
Stabilisce nuovi traguardi, nuovi percorsi.

Tutto questo giro di parole per sottolineare che nessuno è esente da quello che è successo ieri.
Nessuno.
L'11 settembre ci ha fatto dire: non può succedere qui. Ieri ci fa pensare che invece può accadere ovunque, colpendo chiunque, e se ci va male tra questi chiunque ci potrebbe essere chi amiamo - se colpiscono me occhei, ma se colpiscono chi amo, ecco io senza i miei affetti sono muerta, kaput.

United we stand, ancora una volta.
Ancora una volta questi maledetti e fottuti atti di terrorismo sono riusciti a colpire la nostra quotidianità, la nostra gioia per la condivisione di momenti puri.
La nostra serenità.
La nostra tranquillità.

Ancora una volta un bambino di otto anni ha perso la vita mentre aspettava il papà al traguardo.
100 persone ferite.
E fatto tutto in maniera maestrale, davanti a ogni telecamera, colpendo là dove c'era una bellissima varietà di persone.
E non cadiamo nei soliti luoghi comuni di quelli che dicono: sai quanti ne muoiono per il vostro fuoco amico.
Cazzate.
Bullshit .
Sono tutte stronzate.
Adesso cosa ci costringeranno a fare?
Quando andiamo negli aeroporti dobbiamo vuotare tasche, trucchi e profumi.Adesso dovremo svuotare ogni cestino, dovremo temere ogni angolo più di quanto non facciamo già.
Cosa dobbiamo fare?
L'11 settembre ci ha sconvolti, ha scosso in noi sentimenti ancestrali e paure antiche. Adesso l'unica cosa che dobbiamo ambire a fare è arrabbiarci.
perchè questo NON deve e NON può più succedere.
Perchè siamo tutti umani che cerchiamo affetto, alla fine della giornata.
Voi, voi che avete di nuovo colpito mentre nessuno se lo aspettava, in una prima domenica tiepida di inizio primavera, voi, così bravi a nascondervi dietro messaggi criptati, voi cosa fate?Voi siete bestie, non potete essere umani.
E non c'è scusa, religione, credenza o superstizione che tenga.
Nessuna ideologia, nessun Dio richiede il sacrificio di un bambino di 8 anni.
TUTTE le religioni sono basate sull'amore. Tutte.
Il correlato che produce queste D I S-umanità è frutto di un archetipo di qualche mente deviata e pericolosa.




Un momento ci sei e quello dopo no, ma la vera ingiustizia, la schifezza è quando la Vita ti viene strappata da altri essere umani che nemmeno sanno esattamente quello che fanno.

Obama e i grandi del mondo si affrettano a dichiarare l'ennesima guerra e la giusta punizione contro coloro che hanno commesso tale abominio: peccato che la giustizia non sia in realtà giusta.
Se fosse giusta riporterebbe indietro il tempo e non farebbe accadere quanto è successo. Ci riporterebbe le persone che hanno perso la vita in questa tragedia.
E invece no.

Vedo le immagini: io a Boston ho vissuto sei mesi, forse più. Avevo 18 anni, avevo un primo amore e avevo voglia di essere accolta. E Boston c'è stata, con un sorriso, con le sue clam chowder, con i suoi palazzi alti, con il freddo ad agosto e il caldo di settembre, con i suoi scoiattoli nel parco dell'università.

Perché e percome sia potuto accadere, di nuovo, che la follia abbia avuto la meglio su la ratio.
tecnicamente di questo se ne occuperanno gli organi competenti: CIA e FBI e chi per esso, tutti i sistemi di spionaggio saranno già all'opera.
A noi rimane la delusione ancora una volta di aver sperato che tutta l'intera umanità fosse allineata nel cercare di trovare pace e amore laddove fosse possibile: con una corsa, con un abbraccio, con una mano tesa.
E invece no.

Ma noi, sempre di più vogliamo crederci e  vogliamo pensare che forse nulla sarà di nuovo più come prima.
Ma che in questa affermazione c'è anche tanta speranza che sia ancora meglio di prima, perché io conosco la mia gente, conosco le persone che mi stanno intorno, conosco le intenzioni. E faremo casino, saremo sicuramente poco organizzati,non avremo limiti e forse pochi obbiettivi ma siamo anime belle.
E il Bene vince sul male.
Perché da che mondo è mondo, le favole che ci venivano lette, hanno sempre preso spunto da una qualsivoglia realtà.
E allora ecco il nostro nuovo atto di fiducia.

United we stand.


a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.: All Starts Here. United we stand.

martedì 16 aprile 2013

All Starts Here. United we stand.


Esiste un contagio del male: chi è non-uomo disumanizza gli altri, ogni delitto si irradia, si trapianta intorno a sé, corrompe le coscienze e si circonda di complici sottratti con la paura o la seduzione [...] al campo avverso. (dalla prefazione a Jacob Presser, La notte dei girondini)


Dire che non ho mai corso è una mezza verità.
Ovvero: ho provato a correre "per davvero", comprando anche i migliori outfit per sembrare una professionista, ma il male alla milza mi ha sempre bloccato.
Io cammino, cammino sempre, lo sanno tutti che cammino per chilometri e pure sui tacchi alti.
Con la mia musica e i miei pensieri, ma cammino.

Però metaforicamente sono sempre in corsa. 
Perché alla fine tutti corriamo.

Siamo tutti runners in questo momento della nostra vita: corriamo dai doveri, corriamo nell'Amore - ci basta un paio di farfalle svolazzanti per bruciare ogni tappa - corriamo al lavoro, corriamo agli appuntamenti, corriamo verso scadenze e corriamo per abbattere limiti e distanze.
Corriamo verso i nostri difetti per poterci migliorare, corriamo verso nuovi progetti per poter crescere.

L'essere runner è la filosofia sana di questo momento storico, il tenersi on the go permette alla vivacità del pensiero di creare nuove forme di felicità.
Stabilisce nuovi traguardi, nuovi percorsi.

Tutto questo giro di parole per sottolineare che nessuno è esente da quello che è successo ieri.
Nessuno.
L'11 settembre ci ha fatto dire: non può succedere qui. Ieri ci fa pensare che invece può accadere ovunque, colpendo chiunque, e se ci va male tra questi chiunque ci potrebbe essere chi amiamo - se colpiscono me occhei, ma se colpiscono chi amo, ecco io senza i miei affetti sono muerta, kaput.

United we stand, ancora una volta.
Ancora una volta questi maledetti e fottuti atti di terrorismo sono riusciti a colpire la nostra quotidianità, la nostra gioia per la condivisione di momenti puri.
La nostra serenità.
La nostra tranquillità.

Ancora una volta un bambino di otto anni ha perso la vita mentre aspettava il papà al traguardo.
100 persone ferite.
E fatto tutto in maniera maestrale, davanti a ogni telecamera, colpendo là dove c'era una bellissima varietà di persone.
E non cadiamo nei soliti luoghi comuni di quelli che dicono: sai quanti ne muoiono per il vostro fuoco amico.
Cazzate.
Bullshit .
Sono tutte stronzate.
Adesso cosa ci costringeranno a fare?
Quando andiamo negli aeroporti dobbiamo vuotare tasche, trucchi e profumi.Adesso dovremo svuotare ogni cestino, dovremo temere ogni angolo più di quanto non facciamo già.
Cosa dobbiamo fare?
L'11 settembre ci ha sconvolti, ha scosso in noi sentimenti ancestrali e paure antiche. Adesso l'unica cosa che dobbiamo ambire a fare è arrabbiarci.
perchè questo NON deve e NON può più succedere.
Perchè siamo tutti umani che cerchiamo affetto, alla fine della giornata.
Voi, voi che avete di nuovo colpito mentre nessuno se lo aspettava, in una prima domenica tiepida di inizio primavera, voi, così bravi a nascondervi dietro messaggi criptati, voi cosa fate?Voi siete bestie, non potete essere umani.
E non c'è scusa, religione, credenza o superstizione che tenga.
Nessuna ideologia, nessun Dio richiede il sacrificio di un bambino di 8 anni.
TUTTE le religioni sono basate sull'amore. Tutte.
Il correlato che produce queste D I S-umanità è frutto di un archetipo di qualche mente deviata e pericolosa.




Un momento ci sei e quello dopo no, ma la vera ingiustizia, la schifezza è quando la Vita ti viene strappata da altri essere umani che nemmeno sanno esattamente quello che fanno.

Obama e i grandi del mondo si affrettano a dichiarare l'ennesima guerra e la giusta punizione contro coloro che hanno commesso tale abominio: peccato che la giustizia non sia in realtà giusta.
Se fosse giusta riporterebbe indietro il tempo e non farebbe accadere quanto è successo. Ci riporterebbe le persone che hanno perso la vita in questa tragedia.
E invece no.

Vedo le immagini: io a Boston ho vissuto sei mesi, forse più. Avevo 18 anni, avevo un primo amore e avevo voglia di essere accolta. E Boston c'è stata, con un sorriso, con le sue clam chowder, con i suoi palazzi alti, con il freddo ad agosto e il caldo di settembre, con i suoi scoiattoli nel parco dell'università.

Perché e percome sia potuto accadere, di nuovo, che la follia abbia avuto la meglio su la ratio.
tecnicamente di questo se ne occuperanno gli organi competenti: CIA e FBI e chi per esso, tutti i sistemi di spionaggio saranno già all'opera.
A noi rimane la delusione ancora una volta di aver sperato che tutta l'intera umanità fosse allineata nel cercare di trovare pace e amore laddove fosse possibile: con una corsa, con un abbraccio, con una mano tesa.
E invece no.

Ma noi, sempre di più vogliamo crederci e  vogliamo pensare che forse nulla sarà di nuovo più come prima.
Ma che in questa affermazione c'è anche tanta speranza che sia ancora meglio di prima, perché io conosco la mia gente, conosco le persone che mi stanno intorno, conosco le intenzioni. E faremo casino, saremo sicuramente poco organizzati,non avremo limiti e forse pochi obbiettivi ma siamo anime belle.
E il Bene vince sul male.
Perché da che mondo è mondo, le favole che ci venivano lette, hanno sempre preso spunto da una qualsivoglia realtà.
E allora ecco il nostro nuovo atto di fiducia.

United we stand.


6 Commenti:

Alle 16 aprile 2013 alle ore 17:58 , Anonymous A...lessandra ha detto...

che tristezza. che maledetto destino per chi ha scelto quel posto a quell'ora. e ancor più maledetto chi ha deciso di sentirsi in potere di distruggere alcune vite e di rovinarne per sempre delle altre.
ma da dove viene tutta questa cattiveria?non riesco a capirlo e con te mi unisco all'augurio che le cose possano cambiare, una volta per tutte.

spread the Love

tanto Amore per te e per chi proprio non riesce ad amare il prossimo.

 
Alle 16 aprile 2013 alle ore 18:03 , Anonymous Anonimo ha detto...

un bruttissimo déjà vu.
stiamo uniti. Nina

 
Alle 16 aprile 2013 alle ore 22:04 , Blogger Unknown ha detto...

United we stand! Mi è venuta la pelle d'oca a leggerti ma brava, bravissima! Quando stamattina ho aperto blogger per scrivere un post, tutto ciò cui riuscivo a pensare era quel bimbo di otto anni....e non sono riuscita a mettere insieme più di quattro righe.
#prayforboston

 
Alle 17 aprile 2013 alle ore 10:12 , Blogger verdeacqua ha detto...

Brutto, orrendo quello che è accaduto, non ci sono scuse e se si usa la religione è una vigliaccheria. Probabilmente la matrice non è di tipo islamico, probabilmente è stato un pazzo, come quelli che sparano nelle scuole. Uno schifo.
Queste cose non dovrebbero mai e poi mai succedere.
Così come i morti del fuoco amico, nemmeno quelle però sono cazzate, anzi se ne parla sempre troppo poco.

 
Alle 17 aprile 2013 alle ore 16:44 , Anonymous Anonimo ha detto...

Veramente tremendo. Famiglie straziate, ancora una volta. Quella consapevolezza che la vita è una, è fragile, basta stringere un po' di più e si spezza, è andata. United we stand, davvero.

Elisa

 
Alle 18 aprile 2013 alle ore 12:09 , Blogger Unknown ha detto...

Questo post, queste immagini mi hanno fatto venire i brividi..sono d'accordo con te, non può essere altrimenti. Non si può non condannare a priori chi è capace di tanto scempio, tanto dolore cos' ingiustificabili, inspiegabili.

 

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