Il vintage: comprare o non comprare?
Questo è il problema.
O meglio, il dilemma.
Eh si perchè vintage fa cool, però giuro io ho delle serie difficoltà a indossare qualcosa di già usato. E non è semplice snobberia.
Sarà sicuramente colpa delle mie fissazioni: e se chi lo possedeva prima portava sfortuna? Oppure aveva qualche malattia resistente ai lavaggi? Oppure ha lanciato anatemi? O il suo fantasma formaggino mi perseguiterà?
Insomma: tutte le volte che mi sono avventurata nel meraviglioso mondo dell'usato, confesso di aver ceduto prima dell'acquisto.
Mi inibisce inoltre l'odore che c'è sempre in questi negozi.
Tuttavia questa mattina, sono rimasta abbagliata da questo piccolo abitino jaun: una trasposizione di Charlotte York e l'immedesimazione in questa new yorker che fa giardinaggio indossando YSL vintage è stata pressochè immediata.
per intenderci, ecco la mia musa..Charlotte York.
Anche perchè, al posto di quel foulard, potrei mettere un vintage Hermes della mamma.
Tuttavia, non ce l'ho fatta. Ho detto che ci avrei pensato. Ed ora il dilemma mi attanaglia: comprare o non comprare?
Anche perchè il costo è irrisorio ( circa 40 eurini), e in questo momento di assoluta sobrietà economica mi farebbe sentire anche abbastanza soddisfatta di me - a proposito " ciao, mi chiamo Alice, detta Otta, e sono 50 giorni che non compro un abito" -> infatti per premiarmi oggi dopo un'abbondante dose di zuccherosa cupcake mi sono regalata due bracciali di Angela Caputi.
Otta in versione easy friday: righe+gonna à la mode ferrero rochè.
Comunque.
Un weekend lungo ci aspetta e le prospettive sono alte: visto che questo sprazzo di sole durerà solo oggi e domani mattina, mi dirigerò , dopo il fantastico massaggiodrenantesnellentetirendobellacomebelen, al lido di Lenno e poi incautamente, ad arrivo nubi, al fantastico Cip Garden dove cercherò una pianta di limoni che non sia nè troppo grande nè troppo piccola e che non ingombri troppo il nostro terrazzo.
Domenica affronterò il Grande Nemico: il cambio degli armadi.
Paura, sconcerto, fibrilazione.
Ma non si può più rimandare.
Prevedo un assetto massaia old style, con tanto di fazzolettino in testa, e ore e ore perse a piegare, sistemare e capire cosa tenere, scartare, archiviare, indossare.
Niente mi destabilizza di più di siffatta operazione: anche perchè sono un'indecisa cronica e dover scegliere se un abito penso di utilizzarlo ancora o può finire nel dimenticatoio per un po' di anni, mi crea un turbamento notevole.
Metterò ancora la gonnna a fiori lunga che ho preso l'anno scorso e mi faceva sentire tanto Kate Moss?
E i jeans che fanno sembrare il mio piccolo deretano un capolavoro di scultura neo rinascimentale?
Questi dubbi mi torturano l'anima.
Soprattutto, nel smontare bauli e valige, ripescherò la giacca tweed di Chanel che sto cercando dall'autunno scorso e che per qualche vago e oscuro motivo era stata riposta in naftalina?
L'abito a petali di Luisa Beccaria e il mini dress fioccone rosa preso da Imarika, saranno tornati in auge, secondo la mia personalissima concezione di moda?
Insomma si, c'è da andare ai matti.
Anche perchè come fare a capire e prevedere il mood in cui mi sveglierò da qui a fine settembre? E poi se i vestiti che scarto mi dovessero servire, che faccio?
L'unica cosa positiva è che facendo un cleaning e un ordine, si capisce cosa manca, e si legittimano, qualora dovesse mancare e/o servire, probabili acquisti di abitini in lino tye dye come quello visto oggi in Via San Giovanni sul Muro ( ma lasciato lì: la rinuncia tempra il carattere, almeno così dicono) e l'abito di cui sopra.
Anyway, dovrei fare una sessione yogica prima di cominciare, tipo quelle che facevo da Jivamukti a New York, i sabati di maggio.
Magari se invado la casa con candele, incensi e suoni della natura ricreo la stessa conditio di pace mentale?
Ovviamnete nel mentre proverò un paio di ricette per il prossimo articolo su
marieclaire.it
Sarà un lungo weekend...
Ma la cosa fantastica, la ciliegina sul gelato, per intenderci, è che poi si è in vacanza fino a mercoledì: gioia e gaudio. E tanto riposo.