Ci sono certe giornate dove devi cominciare a camminare.
Che della musica che ti spari nelle orecchie inizi finalmente a capire ogni parola e sembra che tutte le canzoni parlino di te, abbiano un messaggio per te, qualcosa da dirti, qualcosa da insegnarti.
Ci sono viaggi che ti rimangono appiccicati alla mente, ai ricordi, non come mero sfoggio di mete, ma come miele di sapori che si mischiano tra suoni e sapori.
Le esperienze che diventano ricordi e ti accompagnano in un divagare della mente, tra malinconie e felicità.
C'è la pioggia e sembra che debba piovere per sempre e per noi meteoropatiche scontate è un disastro: poi ti svegli al mattino di una giornata di metà settimana e il Sole entra dalle tende e dalle persiane chiuse male e allora ti sembra che i polmoni ricomincino a funzionare, il respiro invade ogni centimetro del corpo e la luce ti abbaglia.
Ci sono messaggi, ci sono parole, ci sono abbracci che vorresti salvare in un file e riguardare e riassaporare e riascoltare in loop, senza smettere mai.
Ci sono anche certi film che ti ricordano cosa dovrebbe essere l'Amore, le risate, l'essere romantici e di questi film vorresti letteralmente inzupparti, come un savoiardo dentro il tiramisù o come la carta assorbente blu che si usava da piccole, alle elementari, quando avevi appena cominciato a scrivere con la penna stilografica e cercavi di non sbavare i riccioli delle "o".
Ci sono certi scorci che ti passano davanti, durante la giornata, quando meno te lo aspetti, che semplicemente ti rubano dai tuoi pensieri, dalle tue preoccupazioni: può essere un tetto frastagliato che si scaglia contro il cielo di panna milanese, e diventa subito un'installazione en plein air. Oppure tipo quando guidi in autostrada e ad un certo punto arriva il mare ed ogni volta sembra la prima volta che lo vedi.
Ci sono certi gusti che ti si sciolgono in bocca in un'estasi di libidine allo stato puro.
Cibi che pensavi che mai avresti voluto assaggiare o che ti sarebbero potuti piacere che diventano immediatamente i tuoi piatti preferiti.
Se io fossi una torta, sarei la tarte au citron meringuè.
E non lo dico solamente perché per me è una droga.
Lo dico perché amo ogni singolo momento che parte dalla preparazione al gusto in se stesso.
Amo quando con la frusta aspetti che una crema liquida diventi densa, il profumo di cui riempie la casa, ecco vorresti profumare così, vorresti che la casa sempre sapesse di buono, così.
C'è la parte di meringa, quella meringa che devi rendere un po' brulè e ogni volta sorridi pensando che da semplici albumi con un po' di zucchero riesci a creare qualcosa di così prezioso e buono.
Tutto dentro poi alla sac à poche e basta un attimo e ti senti a Parigi, un po' Cordon Bleu, un po' cuochetta in punta di piedi.
La frolla sottile, morbida, che devi stare attenta a non far gonfiare mentre la cuoci in forno, prima. Quando poi ti trovi a scegliere i limoni che hanno una parte fondamentale, che rendono un gusto un po' indiscreto, impertinente, per poi essere mitigato con la dolcezza e la leggerezza dello zucchero a velo.
Ecco.
E poi il risultato finale, quando finalmente riesci a essere indulgente con te stessa e a dirti che orse un po' brava lo sei.
Ecco.
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Alle prese con il minipimer.Santo minipimer! |
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pura estasi dei sensi |
Tarte au Citron Meringuè
(o torta per Gloria)
per la pasta frolla
- sinceramente, io sono sulla semplificazione della vita che non siamo sempre con quelle due ore di tempo utili che avanzano: quindi ben vengano le paste frolle a disco già pronte.Se invece siamo felici di impastare, la ricetta migliore a mio avviso è quella della pasta frolla di Pierre Hermè.
- 40 gr di burro a temperatura ambiente
- 75 gr di zucchero a velo
- 25 gr di farina di mandorle
- 1 pizzico di sale
- 1 uovo
- 250 gr di farina