Sweet disposition.

"I beg you … to have patience with everything unresolved in your heart and try to love the questions themselves as if they were locked rooms or books written in a very for­eign language. Don’t search for the answers, which could not be given to you now, because you would not be able to live them. And the point is to live everything. Live the questions now. Perhaps then someday far in the future you will gradually, without ever noticing it, live your way into the answer." 

~Rainer Maria Rilke




Via, on the road con Gloria, che è la mia coscienza.
Un po' per prendere fiato, un po' per tirarlo, un fiato un po' affaticato.

E allora.

Allora profumiamo di zucchero e  di glicine e di sabbia, quando torniamo nel nostro piccolo piccolo hotel di un non- colore che un po' ci assomiglia adesso.

Un piccolo piccolo hotel trovato per caso, in una "impasse", che in francese vuol dire vicolo cieco. Un hotel con un cortile pieno di piante e tavolini e lanterne e con tutti i mobili in grigio chiaro, provenzali.

Spiaggia, piedi nudi, maglioni pesanti, dove perderci dentro.

Riccioli di nuvole adagiati su un cielo di carta velina.

Magliette a righe, libri, mare, pensieri sparsi e in libertà.

Silenzio, sabbia e vento.

Qualche passante, un cane che corre.
Mi addormento perfino.

Poi mangiamo una tarte au citron meringuè e la vita è bella.

Bevo Kyr Royale e penso che non vedo l'ora di avere salsedine appiccicata addosso.
Penso che forse vorrei solo fare la cuoca, tornassi indietro. Che forse dovrei cercare una casa che sia un po' più mia, magari con un camino, ma piccola.
Penso che sarebbe bello vivere al mare sempre, magari con un labrador cioccolato di nome India e una borsa fatta di specchietti, come piace a me.

Mangio un po' di pain au raisin e capisco che forse la vita dovrebbe essere più semplice, meno costellata di vorrei, o forse di più, non lo so ora di cosa, però più semplice, quello sì sicuro.

Una riflessione che sembra uscita da una canzone di Patty Pravo: la Vita sembra che non ci cambi, quindi dobbiamo cambiare noi.



a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.: Sweet disposition.

giovedì 25 aprile 2013

Sweet disposition.

"I beg you … to have patience with everything unresolved in your heart and try to love the questions themselves as if they were locked rooms or books written in a very for­eign language. Don’t search for the answers, which could not be given to you now, because you would not be able to live them. And the point is to live everything. Live the questions now. Perhaps then someday far in the future you will gradually, without ever noticing it, live your way into the answer." 

~Rainer Maria Rilke




Via, on the road con Gloria, che è la mia coscienza.
Un po' per prendere fiato, un po' per tirarlo, un fiato un po' affaticato.

E allora.

Allora profumiamo di zucchero e  di glicine e di sabbia, quando torniamo nel nostro piccolo piccolo hotel di un non- colore che un po' ci assomiglia adesso.

Un piccolo piccolo hotel trovato per caso, in una "impasse", che in francese vuol dire vicolo cieco. Un hotel con un cortile pieno di piante e tavolini e lanterne e con tutti i mobili in grigio chiaro, provenzali.

Spiaggia, piedi nudi, maglioni pesanti, dove perderci dentro.

Riccioli di nuvole adagiati su un cielo di carta velina.

Magliette a righe, libri, mare, pensieri sparsi e in libertà.

Silenzio, sabbia e vento.

Qualche passante, un cane che corre.
Mi addormento perfino.

Poi mangiamo una tarte au citron meringuè e la vita è bella.

Bevo Kyr Royale e penso che non vedo l'ora di avere salsedine appiccicata addosso.
Penso che forse vorrei solo fare la cuoca, tornassi indietro. Che forse dovrei cercare una casa che sia un po' più mia, magari con un camino, ma piccola.
Penso che sarebbe bello vivere al mare sempre, magari con un labrador cioccolato di nome India e una borsa fatta di specchietti, come piace a me.

Mangio un po' di pain au raisin e capisco che forse la vita dovrebbe essere più semplice, meno costellata di vorrei, o forse di più, non lo so ora di cosa, però più semplice, quello sì sicuro.

Una riflessione che sembra uscita da una canzone di Patty Pravo: la Vita sembra che non ci cambi, quindi dobbiamo cambiare noi.



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