Mettiamoci a disposizione delle stagioni.
E' vero, è il mio mantra.
E l'ho imparato bene.
Ho imparato che le pigne che cadono dagli alberi possono essere conservate e diventare il perfetto centrotavola per le cene invernali.
Ho imparato che le foglie gialle e rosse, il profumo di legna bruciata, le domeniche uggiose sotto le coperte, danno una serenità impagabile.
Ho imparato che i biscotti di Natale buoni come quelli che faceva la tua mamma non li mangerai mai più. E anche se ci provi tu, a farli, beh, non avranno mai quella punta di bontà, di pace, che sprigionavano quando uscivano dal forno della cucina, e tu eri in sala, con il pigiama bianco a fiocchetti rosa, guardavi assaporando ogni minuto "Alla scoperta di Babbo Natale", canticchiando a memoria la sigla, con quel profumo di Viks che emanava la pezzuola calda, appoggiata al cocker di peluche, attendendo con impazienza quei cuoricioni di pasta frolla cosparsi di zucchero a velo che la tua mamma ti portava prima di dormire, con il latte.
Ho imparato che nulla è più liberatorio di lasciare che le onde del mare accarezzino le gambe, mentre lasci defluire ogni negatività, ogni pensiero triste, ogni cosa. E che vivere da zingara, con sabbia ovunque e tra capelli ti libera e ti pulisce mente, animo e cuore.
Ed ho anche imparato che il sole caldo è il miglior antidoto per brufoli e cattivo umore.
Ho imparato che quando nevica sembra tutto più buono.
Ho imparato a fare le zuppe, che quando arriva l'autunno è così confortante lasciarsi avvolgere dalle calde luci della cucina, mentre si mescola una passata di zucca.
Ho imparato a mangiare il primo camembert di stagione con miele a ottobre, ed ho imparato a girovagare per sagre, con maglie a scacchi e con appeso al collo il bicchiere pieno di Bonarda.
Ho imparato a guardare le previsioni metereologiche ed appassionarmici.
Ho imparato che l'acqua calda è la cosa più bella del mondo, sia che ci siano 40°C fuori, sia che ce ne siano -15°C. E che forse in una vita passata, in un'epoca in cui questa scoperta non era ancora stata fatta, probabilmente vivevo in islanda, accanto a un geyser.
Ho imparato che andare a NY in autunno è sempre un'ottima idea.
Che le madeleines sono più buone in primavera, quando sbocciano le rose e i fiori di pesco.
Non chiedetemi perchè, ma è così.
Quindi oggi, che è il prodromo della mezza stagione, quando sei in bilico tra estate e autunno, quando la sera si scatenano diluvi e tutto quello che vorresti fare è accoccolarti davanti alla finestra a guardare tutta quell'acqua bagnare la città, voglio condividere le mie ricette del cuore.
4, ovvio come le stagioni.
111 notti al Natale.
16 giorni all'autunno.
Autunno e le zucche.
Per me autunno è zucca.
Arancio.
Le foglie che cadono, gli occhi che si perdono nella serenità del cambio stagionale.
E' camino acceso, profumo di pioggia.
E' la passata di zucca.
Zucca zucchetta
1 zucca tagliata a pezzi
basilico
2 patate
2 cucchiai di philadelphia / o panna / o creme fraiche
Mettere la zucca e le patate tagliate a pezzi in una pentola e coprire a filo di acqua. Mi raccomando, l'acqua non deve essere troppa, ma appena sufficiente a coprire la zucca.Salate, mettete basilico e lacsiate cuocere fino a quando zucca e patate non saranno morbidissime. Passate al mini pimer tutto, aggiungendo altro basilico e la creme fraiche, e se vi piace, un filo di curry. Servite calda.
Inverno.
L'inverno e il Natale.
Eh si perchè per quanto zingara io sono, a Natale mi trasformo nella gemella siamese di Martha Stewart, la suoneria dell'iphone intona solo jingle bells dal 10 di novembre e la mia casa è tutto un brillare di rossi, verdi, campanelli e lucine.
Il Natale.
E i famosi biscotti della mia mamma.
Che vennerro pubblicati anche su A Tavola e su Gioia Tavola, negli sberluccicanti anni 80, quando ero una nana dai capelli riccioli e dal naso a patatina.
“ Biscotti di Alice”
½ kg. Di farina bianca
2 uova intere
250 gr. Di burro
5 cucchiai da cucina di zucchero
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
Impastare il tutto sino a formare una palla di pasta che lascerete riposare 30 minuti
Quindi stendete la pasta con un matterello di legno . 1 cm . di spessore
Con gli stampini taglatela . metterla su una placca da forno antiaderente o in alternativa con sotto un foglio di carta forno.
Presicaldate il forno a 160° e infornate per 5 o 10 minuti ( a seconda del forno e comunque sino a che sono dorati)
Mettere su un vassoio a raffreddare e spolverizzare con zucchero a velo.
All’impasto volendo si può anche aggiungere un cucchiaio di cannella.
Una volta raffreddati metterli in una scatola.
Primavera
Primavera, svegliatevi bambine.
primavera e i fiori rosa.
Primavera e i sensi che si destano.
Primavera e l'aria tiepida.
Primavera e le rondini, e la pasqua e i progetti per l'estate.
Primavera e Milano bella come non mai.
Primavera e io divento vostra signora delle madeleines.
Punto.
Le amo. Sia dolci che salate.
Madeleines ai lamponi
Ingredienti: lamponi a iosa, freschi e dolci, 150 gr di farina 00 setacciata, 125 gr di burro ammorbidito, 150 gr di zucchero, 2 uova grandi, 2 cucchiai di latte, 1 cucchiaino di lievito chimico, vaniglia (di quella buona però!)
Preparazione: Sbattete le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso (God save il minipimer!). Aggiungete progressivamente la farina e il lievito, poi unite il latte e il burro ammorbidito. A questo punto aggiungete la vaniglia: mi raccomando però che sia buona, ottima e soprattutto bio. Mettete l'impasto in frigorifero per almeno 30 minuti. Nel frattempo preriscaldate il forno a 230°C. Versate poi un cucchiaio di impasto in ogni alveolo, e un lampone in ogni cucchiaio e infornate a 220°C per i primi 4 minuti. Poi abbassate la temperatura a 180°C per altri sei minuti.
Estate
Estate, il sole, la felicità di strizzare gli occhi a questo Sole.
Il caldo, i bagni in piscina, i biscotti al cioccolato mangiati a bordo mare, l'anguria, il mirto freddo.
L'estate e si va via, si tira un sospiro di sollievo, si stacca, si pensa, si leggono libri.
L'estate e i vestiti bianchi, la sabbia tra i capelli e tra le dita.
L'estate e il mio compleanno.
L'estate e le pesche.
Le pesche e la mia ricetta preferita, del Cavoletto di Bruxelles.
Il cavoletto di Bruxelles, che io amo, che il suo libro mi fu regalato un compleanno dalla mia Caterina e ora non lo lascio più.
Il cavoletto di Bruxelles, che appena ti trovo ti ricopro di Stella perchè tu sei proprio top e adoro ogni tua ricetta.
Il cavoletto di Bruxelles per me è estate, sempre.
Provare per credere. Ode quindi sempre al cavoletto.
Crostata di pesche bianche del Cavoletto
4 pesche bianche zibbibo
200ml di zibibbo
100g di zucchero
il succo di 1 limone
100ml acqua
per l’impasto da crostata - io lo ammetto, uso le basi di pasta frolla già fatte....
farina 175g
burro 125g
zucchero 25g
tuorlo 1
2 cucchiai di acqua fredda
una presa di sale
1 albume per spennellare
per il ripieno
burro 150g
100g di mandorle sbucciate
80g di nocciole tostate
100g di zucchero
3 uova
la buccia di mezzo limone
estratto di vaniglia
Per l’impasto: sbriciolare il burro, freddo e tagliato a pezzettini piccoli, con la farina, lo zucchero e il sale, e fare assorbire tutto il burro.Aggiungere, in mezzo, il tuorli e l’acqua, e impastare velocemente in tutto. Avvolgere con pellicola e lasciar riposare in frigorifero per un'ora.
Nel mentre preparare le pesche: lavarle, e tagliare ogni pesca a 8 spicchi. In un pentolino, portare a ebollizione il vino con lo zucchero, il succo di limone e l’acqua. Diminuire il fuoco, aggiungere le pesche e lasciar sobbollire per 5-6 minuti (le pesche non devono spappolarsi).
Con la schiumarola tirare su le pesche, poi far bollire il liquido finché sia ridotto a un quarto, diventando denso e sciropposo.
Riprendere l’impasto e stenderlo sottile.. Foderare uno stampo da crostata, bucherellare il fondo con una forchetta, aggiungere un foglio di carta da forno, coprirla con le palline da pasticceria o del riso, dei legumi secchi e infornare a 180° per circa 20 minuti o finché l’impasto sia cotto ma non dorato. Sfornare, togliere carta e peso, spenellare la crostata con l’albume leggermente sbattuto, e rimettere in forno per 2 minuti. Sfornare e lasciar intiepidire.
Preparare il ripieno: nel frullatore ridurre in polvere le mandorle insieme alle nocciole. Frullare il burro a temperatura ambiente insieme allo zucchero in modo da ottenere una crema. Aggiungere poi, sempre frullando e gradualmente, le 3 uova sbattute, l’estratto di vaniglia, e infine la farina di nocciole/mandorle e la buccia di limone. Frullare fino a ottenere una crema bella omogenea.
Versare la crema nella crostata, adagiarci gli spicchi di pesca, premendo un po’, e infornare il tutto a 180° per circa 30 minuti o finché il ripieno sia gonfio e dorato. Sfornare, riscaldare leggermente la gelatina di zibbibo e spennellarne generosamente la torta ancora tiepida. Lasciar raffreddare del tutto e conservare al frigorifero prima di servire.
e oggi mi trovate anche qui: