But will my heart be broken When the night meets the morning star? From Marieclaire.it with love

Mi vedeste ora: 6 del mattino, in macchina con la mia fantastica crew di QVC verso Bolzano e i mercatini, uno sbadiglio via l'altro, stipata nel dietro della macchina di Paolo a scrivere e immagazzinare emozioni, avvolgere sensazioni di un giovedì, quello appena passato, che ha scaldato le corde di un cuore un po' stropicciato dagli eventi e che forse si, ha fatto sbattere di nuovo l'aria nei polmoni, facendo riprendere all'ossigeno il suo corso.

Ma andiamo con ordine.

Le cose accadono, succedono e nemmeno ti rendi conto, quando sei nel mezzo, che forse non è solo vento e burrasca, ma che è la tempesta perfetta.

E a te non resta altro che restare immobile e guardare la pioggia che batte sui vetri, correre a cercare riparo e augurarsi che alla fine, i danni siano risolvibili con un massiccio intervento delle forze civili, laddove quelle forze sono indirizzabili a amiche che con coraggio rimettono insieme i pezzi.

Ecco, forse così.

O forse è  perché a me piacciono i drammi, alla fine.
Forse come quelle giornate di pioggia che ti avvolgi in maglioni di cachemire e stivaloni di plastica e bevi tè caldo.
O come quel piano che suona quella esatta melodia che ti fa come quasi piacere la nostalgia che ne deriva, che avvolge confortante.
O Milano d'agosto.
O il sapore della marmellata di rabarbaro.
O come il colore celeste.
O come la prima neve.

Ecco così.
Perché il dubbio, ho letto sabato, che è una leva per messe a fuoco più qualitative.

Però.
Però, sempre curiosando, ho letto un ossimoro molto bello: il provare a pensarci come le ghiande che sono indifese  perché potrebbero essere spazzate via dal vento, ma anche no, possono anche diventare delle querce.
Per la serie: " il vento che ci soffia dentro non ci può spostare".

E allora: allora ti rendi conto che forse i muri che abbiamo costruito, eretto, edificato non servono per tenere fuori le persone, ma piuttosto per vedere chi ci vuole davvero, chi ha veramente la voglia di buttarli giù.

Fast forward. 
A ieri, che è stato meraviglioso.

Che ho dimenticato tutto, e mi sono lasciata cullare dalla morbidezza del purè di zucca, dall'aroma del pane sprigionato dal forno, dagli aromi nel sugo del tacchino, e poi passami un bicchiere di vino, forse anche due.

Avvolgi i capelli in uno chignon, diventa civetta con quel tutù e il tacco 15 che mamma Miuccia è sempre una certezza, raddrizza le spalle e sorridi con quelle labbra piene di rossetto rosso.

Che andrà tutto bene.

Che voglio ringraziare.








Voglio ringraziare a priori, e prescindere da l fatto che forse potrei risultare un po' melensa.

Ringrazio per contare le mie benedizioni e ricordarmi quanto sono fortunata, nonostante tutto, anzi forse proprio nonostante tutto.

Voglio ringraziare per questa meravigliosa famiglia che ho intorno, una rete capillari di contatti che si sono rivelati amici veri e che quando ti abbracciano, ti abbracciano così forte che re incollano tutti i pezzetti.

Ringrazio per le mie sorelle, quelle vere e quelle acquisite che ormai il confine è labile, e solo segnato con dello zucchero a velo che con un soffio già sembra che il sangue sia mescolato.

Ringrazio per questo meraviglioso network intorno a questo blog che mi fa trovare email, pensieri e costruire ricordi.
Ringrazio anche per le sfide che mi trovo ad affrontare ogni giorno, agli scudi invisibili corazzati che dobbiamo costruirci intono, perché ci rendono più forti.

Ringrazio questi occhi che mi fanno vedere albe e immergere in tramonti mozzafiato.
Il grazie più ampio alla mia isla bonita che solo se ci penso il cuore mi sorride e via a immaginare futuri spero prossimi in una casa battuta dal sole e dal vento e piene di lenzuola e tende bianche.

Ringrazio per te, che mi tiri letteralmente scema, che mi fai urlare, e non sempre di piacere, che non so cosa succederà adesso però boh.

Ringrazio perché al mattino la mia nonna mi avvolge con il uso profumo, o almeno a me sembra così.
Ringrazio per quella Santa donna di mia cugina che mi segue e mi tollera anche al mattino, quando per me parlare è un'impresa titanica  peggio che per Leo quella di mettere sulla piattaforma di legno la burrosa Katie durante il naufragio. - che poi parliamoci chiaro, su quella zattera ci stavano in due, diciamocela tutta, titanic è il prodromo di tendenze varie e masochiste.

Ringrazio per i ritorni, quelli che ti lasciano spiazzata che che fanno sorridere e stare un po' bene.
Ringrazio per  Valentino e il loro visual merchandising che con le loro vetrine mi portano diretta e senza fermate verso il paese delle meraviglie.

Ringrazio per il siero antirughe della Aesop, per il cioccolato alla lavanda, per il foie gras, per il mojito e per la app "everyday".
Ringrazio per le mille chiamate quotidiane di mamma e le altrettante diecimila di papà: come sentirsi sempre teen-ager nonostante i thirty somthing passati.

Ringrazio per gli uomini con la barba, per le camicie a scacchi e per lo smalto blu della Essie.
Ringrazio per Parigi, per Londra e perché mamma mi ha creato senza la predisposizione alle carie.
Ringrazio per la spa di Bulgari.

Ringrazio per tutta l'intera collezione A/I di Dries Van Noten.
Ringrazio per la zucca, il sedano rapa e lo champagne.
Ringrazio per il cappuccio chiaro e i cappelli di lana e per la mia frangia che finalmente ha deciso di ricrescere e quindi libera nos a malos.








E per questa torta di zucca, che ieri ho cucinato con Cristiano e Claudio di Zappa's kitchen Club.
Tanta roba, per dirla alla milanese.

Pasta frolla (300g farina senza glutine, 200g di burro, 180g di zucchero, 3 tuorli, un pizzico di sale)
purea di zucca 500g
panna  fresca 200g
2 uova
zucchero qb ma direi almeno 200 gr
sciroppo d’acero 2 cucchiai
cannella macinata a iosa
Preparare la frolla e farla riposare in frigorifero per l'ameno mezz'ora. 
Tagliare la zucca a pezzi e cuocerla per una ventina di minuti, con acqua a filo e quando morbida, scolarla e con una forchetta schiacciarla.
Aggiungere la panna fresca , lo zucchero, lo sciroppo d’acero, le uova e la cannella. Mescolare fino a ottenere un impasto omogeneo.
Stendere la frolla,  e versare il composto di zucca e infornare per i primi venti minuti in forno caldo a 200°C e poi per altri trenta minuti a 180°.

Oggi mi trovate qui:
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli

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venerdì 29 novembre 2013

But will my heart be broken When the night meets the morning star? From Marieclaire.it with love

Mi vedeste ora: 6 del mattino, in macchina con la mia fantastica crew di QVC verso Bolzano e i mercatini, uno sbadiglio via l'altro, stipata nel dietro della macchina di Paolo a scrivere e immagazzinare emozioni, avvolgere sensazioni di un giovedì, quello appena passato, che ha scaldato le corde di un cuore un po' stropicciato dagli eventi e che forse si, ha fatto sbattere di nuovo l'aria nei polmoni, facendo riprendere all'ossigeno il suo corso.

Ma andiamo con ordine.

Le cose accadono, succedono e nemmeno ti rendi conto, quando sei nel mezzo, che forse non è solo vento e burrasca, ma che è la tempesta perfetta.

E a te non resta altro che restare immobile e guardare la pioggia che batte sui vetri, correre a cercare riparo e augurarsi che alla fine, i danni siano risolvibili con un massiccio intervento delle forze civili, laddove quelle forze sono indirizzabili a amiche che con coraggio rimettono insieme i pezzi.

Ecco, forse così.

O forse è  perché a me piacciono i drammi, alla fine.
Forse come quelle giornate di pioggia che ti avvolgi in maglioni di cachemire e stivaloni di plastica e bevi tè caldo.
O come quel piano che suona quella esatta melodia che ti fa come quasi piacere la nostalgia che ne deriva, che avvolge confortante.
O Milano d'agosto.
O il sapore della marmellata di rabarbaro.
O come il colore celeste.
O come la prima neve.

Ecco così.
Perché il dubbio, ho letto sabato, che è una leva per messe a fuoco più qualitative.

Però.
Però, sempre curiosando, ho letto un ossimoro molto bello: il provare a pensarci come le ghiande che sono indifese  perché potrebbero essere spazzate via dal vento, ma anche no, possono anche diventare delle querce.
Per la serie: " il vento che ci soffia dentro non ci può spostare".

E allora: allora ti rendi conto che forse i muri che abbiamo costruito, eretto, edificato non servono per tenere fuori le persone, ma piuttosto per vedere chi ci vuole davvero, chi ha veramente la voglia di buttarli giù.

Fast forward. 
A ieri, che è stato meraviglioso.

Che ho dimenticato tutto, e mi sono lasciata cullare dalla morbidezza del purè di zucca, dall'aroma del pane sprigionato dal forno, dagli aromi nel sugo del tacchino, e poi passami un bicchiere di vino, forse anche due.

Avvolgi i capelli in uno chignon, diventa civetta con quel tutù e il tacco 15 che mamma Miuccia è sempre una certezza, raddrizza le spalle e sorridi con quelle labbra piene di rossetto rosso.

Che andrà tutto bene.

Che voglio ringraziare.








Voglio ringraziare a priori, e prescindere da l fatto che forse potrei risultare un po' melensa.

Ringrazio per contare le mie benedizioni e ricordarmi quanto sono fortunata, nonostante tutto, anzi forse proprio nonostante tutto.

Voglio ringraziare per questa meravigliosa famiglia che ho intorno, una rete capillari di contatti che si sono rivelati amici veri e che quando ti abbracciano, ti abbracciano così forte che re incollano tutti i pezzetti.

Ringrazio per le mie sorelle, quelle vere e quelle acquisite che ormai il confine è labile, e solo segnato con dello zucchero a velo che con un soffio già sembra che il sangue sia mescolato.

Ringrazio per questo meraviglioso network intorno a questo blog che mi fa trovare email, pensieri e costruire ricordi.
Ringrazio anche per le sfide che mi trovo ad affrontare ogni giorno, agli scudi invisibili corazzati che dobbiamo costruirci intono, perché ci rendono più forti.

Ringrazio questi occhi che mi fanno vedere albe e immergere in tramonti mozzafiato.
Il grazie più ampio alla mia isla bonita che solo se ci penso il cuore mi sorride e via a immaginare futuri spero prossimi in una casa battuta dal sole e dal vento e piene di lenzuola e tende bianche.

Ringrazio per te, che mi tiri letteralmente scema, che mi fai urlare, e non sempre di piacere, che non so cosa succederà adesso però boh.

Ringrazio perché al mattino la mia nonna mi avvolge con il uso profumo, o almeno a me sembra così.
Ringrazio per quella Santa donna di mia cugina che mi segue e mi tollera anche al mattino, quando per me parlare è un'impresa titanica  peggio che per Leo quella di mettere sulla piattaforma di legno la burrosa Katie durante il naufragio. - che poi parliamoci chiaro, su quella zattera ci stavano in due, diciamocela tutta, titanic è il prodromo di tendenze varie e masochiste.

Ringrazio per i ritorni, quelli che ti lasciano spiazzata che che fanno sorridere e stare un po' bene.
Ringrazio per  Valentino e il loro visual merchandising che con le loro vetrine mi portano diretta e senza fermate verso il paese delle meraviglie.

Ringrazio per il siero antirughe della Aesop, per il cioccolato alla lavanda, per il foie gras, per il mojito e per la app "everyday".
Ringrazio per le mille chiamate quotidiane di mamma e le altrettante diecimila di papà: come sentirsi sempre teen-ager nonostante i thirty somthing passati.

Ringrazio per gli uomini con la barba, per le camicie a scacchi e per lo smalto blu della Essie.
Ringrazio per Parigi, per Londra e perché mamma mi ha creato senza la predisposizione alle carie.
Ringrazio per la spa di Bulgari.

Ringrazio per tutta l'intera collezione A/I di Dries Van Noten.
Ringrazio per la zucca, il sedano rapa e lo champagne.
Ringrazio per il cappuccio chiaro e i cappelli di lana e per la mia frangia che finalmente ha deciso di ricrescere e quindi libera nos a malos.








E per questa torta di zucca, che ieri ho cucinato con Cristiano e Claudio di Zappa's kitchen Club.
Tanta roba, per dirla alla milanese.

Pasta frolla (300g farina senza glutine, 200g di burro, 180g di zucchero, 3 tuorli, un pizzico di sale)
purea di zucca 500g
panna  fresca 200g
2 uova
zucchero qb ma direi almeno 200 gr
sciroppo d’acero 2 cucchiai
cannella macinata a iosa
Preparare la frolla e farla riposare in frigorifero per l'ameno mezz'ora. 
Tagliare la zucca a pezzi e cuocerla per una ventina di minuti, con acqua a filo e quando morbida, scolarla e con una forchetta schiacciarla.
Aggiungere la panna fresca , lo zucchero, lo sciroppo d’acero, le uova e la cannella. Mescolare fino a ottenere un impasto omogeneo.
Stendere la frolla,  e versare il composto di zucca e infornare per i primi venti minuti in forno caldo a 200°C e poi per altri trenta minuti a 180°.

Oggi mi trovate qui:
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli

1 Commenti:

Alle 29 novembre 2013 alle ore 19:56 , Blogger LiV ha detto...

E noi ringraziamo te, Alice, per come sai guardare, raccontare e amare la vita in tutte le sue sfumature, per le delizie di cui ci rendi partecipi, per la poesia che spargi come zucchero a velo su ogni piccolo dettaglio dell'esistenza.
<3 <3 <3

 

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