Chissà cosa pensano le cantanti nel momento che precede l'entrata sul palco...si esattamente quel momento mentre salgono le scale che le separano dalla folla, quell'attimo in cui sono sole con se stesse.
Chissà cosa sognano, cosa immaginano, l'adrenalina che scorre nelle vene.
E chissà, ancora cosa pensa la famosa designer mentre assembla i look per la sfilata, e le sarte fanno l'ultimo rammendo, il taglio e cucito che determinerà il successo di una stagione di abiti, e il destino di un'intera azienda, dove per azienda si intende tutte le persone che ci lavorano, e non soltanto numeri.
Quel minuto in cui tutto si gioca e l'idea si fa forma e diventa rivoluzione di stile.
Alzeranno gli occhi al cielo, pregando?
Penseranno al caldo tepore del salotto della loro casa, dove potersi rifugiare appena possibile?
Immagineranno le loro famiglie fiere di loro, e si commuoveranno?
Chissà.
E cosa pensa uno Chef, che dopo anni di scuola e gavetta, si trova a gestire uno dei ristoranti più famosi d'Italia, uno di quei ristoranti dove nulla è lasciato al caso, dove persino la polenta che si mangia è frutto di lavoro e passione meticolosa.
Beh questo Chef secondo me si deve sentire molto fiero: e non solo per la immensa tradizione che porta avanti, per il fatto che oltre a offrire cibo magnificamente delizioso, regala amore e comfort ad ogni portata, facendoti esplodere il gusto nella bocca ad ogni assaggio, e soprattutto facendoti auspicare che quello che assaggi non finisca mai, perchè è tutto troppo buono.
E aggiungici anche ingredienti fresci, biologici, una cornice fatta di foglie di autunno gialle e rosse, l'abbinamento ad una delle più prestigiose cantine che abbiamo il piacere di avere in Italia, ed il gioco è fatto.
Sto parlando dello Chef Theo Penati e del suo ristorante, Pierino Penati, che si trova a Viganò, in provincia di Lecco.
E sto parlando di Querciabella, e di Sebastiano Cossia Castiglioni e della sua adorabile moglie Jane, che riescono a rendere speciale qualsiasi attimo trascorso in loro compagnia, perchè raramente la vita ti mette davanti a persone di siffata cultura e delicatezza.
E allora dici, uao. Questo è un dono straordinario.
E poi c'è il tartufo bianco, che scopri che il suo profumo e sapore cambia in base a dove è stato trovato. Faggio o Quercia, è l'albero che fa la differenza.
E poi c'è il Batar, che è un vino eccezionale e che ti lascia senza parole, ogni volta che assapori i suoi profumi e i suoi umori.
E poi c'è Theo che ti spiega ogni piatto con una delicatezza innata, quasi poesia.
E poi c'è il il suo papà, Pierino Penati, che è il più grande esperto di formaggi, ed io che vengo chiamata Formaggina, ne rimango estasiata.
E poi c'è Sebastiano con Jane che ti raccontano la cura e la dedizione con cui stanno rendendo Querciabella una realtà unica e incredibile.
E ci sono anche i mini hotdog vegetariani che ti si sciolgono in bocca dalla tenerezza. Le chips di verdura, che sembra di essere da Stella a Londra.Conettti di verdurine fritte dell'orto, il topinambur e una stracciatella di burrata talmente fresca da essere latte. Il tutto cosparso di meraviglioso e sublime tartufo bianco.
E poi gli gnocchi, il risotto, le tagliatelle, il sorbetto al sedano verde, dolci così perfetti da sembrare usciti dal pranzo di Babette - by the way, Mister Theo, abbiamo una sfida aperta sulle Madeleines- ...ma soprattutto lui: l'uovo perfetto.
Theo ha condiviso la ricetta con noi.
Riporterò insieme alla ricetta, le sue parole, che spero vi incantino come hanno incantato me.
"L'idea nasce anni fà, per la noia di mangiare delle uova sode terribili.
Cominciai ponendo alla gente quesiti sul tempo e modo di cotture delle loro uova, come si dice in gergo gli ruppi le uova nel paniere.
Bene mi promisi che a tempo perso ci avrei lavorato e così feci.
6 mesi dopo e circa 600 uova dopo, riuscii a dire "ecco ho fatto l'uovo sodo, il mio uovo sodo", naturalmente tutti si chiesero la differenza fra le altre uova sode???
Chiaro, mostrando l'uovo col guscio, non si coglieva nessuna differenza. Ma quello interessante stava dentro, stava nel come avessi cotto l'uovo.
Ruppi il guscio e vedendo questo spettacolo d'uovo uscire dal suo nascondiglio, esclamai; PERFETTO!!
...dal quel momento il mio uovo si chiamò "uovo perfetto"
Per prepararle ti servono solamente delle uova freschissime, tre ore e mezzo di tempo per cuocerle in acqua a 62° e una sonda precisa che ti controlli la temperatura.
Questa è la base di cottura, poi le puoi condire come desideri. "
oggi mi trovate qui:
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli