a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.

a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.: maggio 2012

mercoledì 30 maggio 2012

junior master chef is my fave

La prova che io non ho il fisico l'ho avuta  alle ore 21.47, venerdì appena passato.
Stramazzata sul divano post concerto Coldplay.
Prima di stramazzare, tuttavia, ho fatto un'indigestione di junior masterchef.


Che meraviglia quei bambini.
A parte che Isabella, che poi è la bambina che vincerà questa serie - non ce l'ho fatta, ho sbirciato su youtube tutte le puntate successive -è I-D-E-N-T-I-C-A- alla mia amica Mary, e quindi, seppure Jake mi faceva tanta tenerezza perchè un po' ciccio pasticcio, non potevo non tifare per lei.
Ma poi, parliamo del genio indiscusso che questi nani di massimo 12 anni possiedono?
Cucinano prelibatezze degne dei più grandi chef del Cordon Bleu...ma sarà vero?..cioè, sarà vero che sono proprio loro a cucinare tutte queste meravigliose pietanze così ardue e difficili nella composizione?
Io rimango basita, nell'osservarli, e pensare che ho pure provato a fare i macarones, ma aimè, non sono venuti.
Penso a loro e alla re interpretazione del porridge di lumache che hanno fatto, e mi vengono i brividi: come fanno, dico io, come fanno?
Beati loro.
Beata gioventù.
E stanno pure in Australia, quindi dubito che se mai apriranno il loro ristorante, sarà così facile andare ad assaggiare le loro prelibatezze.


Il profumo di questi giorni  di inizio estate è quello delle Gocciole al cioccolato sul tavolo della colazione che il mio papà prepara ogni mattina. L'erba appena tagliata del giardino del condominio di Via Savona da dove passo prima di andare al lavoro. I croissant del panettiere di fronte a California Bakery dove compro il mio jasmin mandarin tea. I capelli arruffati di mio fratello al mattino. Il profumo di patchouli in casa.
Piccole certezze, grandi rituali.



lunedì 28 maggio 2012

The Glow - Cinzia, Tommi e Emma- Funky Mama

Cinzia, Tommi e Emma.
Cinzia, una funky mama che non demorde mai, una tigre che difende i suoi cuccioli, sempre.
I suoi cuccioli Tommi ed Emma: Tommi, 4 anni, Emma 6 mesi.
Occhi blu, tratto distintivo e fil rouge di questa famiglia.


Così blu da ispirarti amore, sincerità e ricordarti che il mare c'è , ed è molto più vicino di quanto si immagini.
Cinzia ed io lavoravamo insieme da Jil Sander, e io non ho mai conosciuto nessuno così preparato, intraprendente e professsionale.
E siamo diventate amiche, così amiche da non perderci nonostante i cambi di aziende, nonostante gli screzi che lavorare insieme porta, nonostante le vite diverse.
E lei è una persona onesta, trasparente, pronta ad ascoltare, sempre, e ad abbracciarti solo con uno sguardo.
Ha fatto due meravigliosi nani, che sono simpatici, sereni e felici.
Eccoli.


Quando ti sei sentita mamma, per la prima volta?
Ancor prima di fare il test di gravidanza mi sentivo di essere incinta ma era diverso non è come quando  ho avuto tra le braccia Tommaso per la prima volta lì ho sentito che ero cambiata che era tutto vero  e che sarei stata per tutta la vita una mamma


Una canzone per tommi e una per emma

Per Tommaso sicuramente Viva la vida dei Coldplay, la adora. Quando era più piccolo me la faceva mettere e rimettere e se era un po' nervoso ascoltandola si calmava subito
Per Emma Dancing in the moonlight dei Toploader è allegra proprio come lei anche se sabato l'abbiamo portata al concerto del cugino e mi sembra di capire che la musica classica la appassioni molto, era incantata





la tua lista di must have
il profumo Creed - Original Vetiver
non posso fare a meno dei sandali flat in estate e degli Ugg's in inverno
ma soprattutto le scarpe in generale

le tre r: rispetto verso te stessa, verso gli altri e responsabilità delle proprie azioni. Come si fa a insegnarlo?
Con tanta pazienza e insistenza e soprattutto mettendolo in pratica in prima persona. Se non si crede prima in se stesse e in quello che si fa come si fa ad insegnarlo agli altri?

Sei una mamma che lavora. Com’è stato conciliare lavoro e maternità?
Eh bella domanda, si fanno le acrobazie. Non è tanto il peso del lavoro in sè, che comunque ti soddisfa da un punto di vista professionale, ma è il fatto di dover correre tutto il girono per portarli all'asilo o da mia mamma. Purtroppo lavorando non si può fare altro. Si cerca però di fare il possibile per ottimizzare i tempi lavorando in pausa pranzo, arrivando prima in ufficio per poi scappare e andare da loro e trascorrere più tempo possibile insieme. Per fargli sentire che ci sei e che il tempo che hai a disposizione lo vuoi passare con loro ( che tra l'altro è il miglior tempo della giornata senza nulla togliere a mio marito)

 
da donna e mamma tu ti senti tutelata dallo stato italiano?
A metà. Sicuramente il fatto di avere il tuo posto di lavoro al tuo rientro dopo la maternità ti dà certezza e tranquillità. Penso a quelle donne che sono libere professioniste e che non sono per niente tutelate e che devono lavorare quasi fino all'ultimo giorno prima di partorire e ritornare al lavoro quasi subito dopo.
Dal mio punto di vista la maternità obbligatoria dovrebbe durare di più o per lo meno la facoltativa non dovrebbe essere retribuita al 30% dello stipendio, è impensabile avere un figlio e vivere con uno stipendio quasi inesistente fino al compimento dell'anno del bimbo.
un maschio grande e una piccola girl: pensi che dovrai dare loro un’educazione diversa?
Più che una educazione diversa temo che avrò approcci diversi. Forse si pensa sempre che la femmina sia più fragile e che abbia bisogno di essere più protetta anche se alla fine Emma mi sembra molto più indipendente di Tommaso


I bimbi  e i video giochi, la televisione:che ne pensi?
Sono un po' vecchio stampo preferisco un bel libro piuttosto che i videogiochi. Purtroppo col fatto che mio marito spesso è via devo però ricorrere ai cartoni in TV soprattutto la sera all'ora di cena che è il momento più caotico della giornata. Ma si tratta di poco tempo. Se proprio deve guardare i cartoni allora preferisco un bel film della Disney.

Come si fa a insegnare ai propri come si fa a insegnare ai propri cuccioli come stare attenti e guardinghi, ma allo stesso tempo far credere nell'amicizia, nell'amore e nella fiducia verso gli altri?
Il carattere dei bambini è unico. Tommaso per esempio è sempre stato molto attento e soprattutto non dà molta confidenza agli estranei. All'inizio vivevo male questa cosa perchè pensavo che fosse un po' troppo timido e introverso ma poi ho capito che ha bisogno dei suoi tempi e che deve prima capire se può o meno dare fiducia. Penso che credere nell'amicizia sia fisiologico è quando rimani deluso nell'arco della vita che forse puoi cambiare idea e non crederci più. Ma per il momento sto vedendo crescere Tommaso ai suoi amici dell'asilo e già capisco come sia una selezione naturale sceglierli in base al proprio carattere e ai modi di fare. E' incredibile come i bambini siano più avanti di noi adulti, loro non hanno bisogno di conferme sull'amico del cuore, lo accettano per come è. Forse  noi grandi dovremmo imparare dai più piccoli. Tommaso ed Emma stanno crescendo in un mondo d'amore, vedono e sentono quanto i loro genitori si amino e questo dovrebbe essere già un insegnamento su come dovrebbero vivere l'amore.

  
Cosa sogni per Tommi ed Emma?
In questo momento così difficile spero che possano avere qualche possibilità in più rispetto ai giovani d'oggi. Ho molte speranze perchè manca ancora tanto al momento in cui prenderanno le loro strade. Vorrei che fossero felici e sicuri di quello che sono e che saranno e soprattutto che possano realizzare i loro sogni.

Qual'è la loro pappa preferita? Tommaso Riso allo zafferano, ne mangerebbe quantita' industriali
Emma per ora il latte, le pappe non la fanno impazzire

Quale viaggio vorresti fare con loro? Vorrei portarli a Lampedusa perchè è stata la prima vacanza che abbiamo fatto io e Davide ed è rimasta nei nostri cuori...c'è da dire che però dovrò armarmi di uno schermo stra protettivo sono talmente chiari che rischierei di passare tutto il tempo in ospedale per ustioni di primo grado.


Qual'è il tuo must have per i prodotti dei tuoi bimbi I prodotti della Weleda sono ottimi, naturali e senza profumi, per il viso però uso una crema idratante della  Penaten è molto soffice e non unge.

Mi commenti questa poesia di Gibran  
Il Profeta
di
Kahlil Gibran
 
I Figli
 
[...] E una donna che aveva al petto un bambino disse: Parlaci dei Figli.
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.

Vedi è proprio quello che noi genitori dovremmo imparare a fare ma che facciamo fatica a comprendere, far crescere i nostri figli amandoli ma senza cercare di cambiarli, senza imporgli di essere quello che non sono. Noi in  quanto genitori abbiamo il compito di stargli accanto e indicargli la strada ma non possiamo essere noi a scegliere per i nostri loro. Insegnargli a camminare per poi andare senza aver paura che possano sbagliare perchè è dagli errori che si impara. Forse dovremmo ricordarci che prima di essere genitori siamo stati figli anche noi.

progetto in collaborazione con le Funky mamas: un adorabile triumvirato di mamme cool, rock e dal cuore frizzante.Se cliccate qui, you can read more!



venerdì 25 maggio 2012

Us, against the world.

And tonight I know it all has to begin again
So whatever you do, don't let go

And if we could float away
Fly up to the surface and just start again
And lift off before trouble
Just erodes us in the rain (x3)

Sing slow-ow-ow-ow it down
Oh Slow-ow-ow-ow it down

Through chaos as it swirls
It's just us against the world
Through chaos as it swirls
It's us against the world


Coldplay, Us Against the world





Stadio Olimpico, Torino.
24 maggio 2012.
E poi, un recall: la prima volta che vidi Chris e i suoi Coldplay era un agosto di tanti anni fa.
Vivevo a New York, lavoravo per Tommy Hilfiger e era appena uscito il loro primo singolo di successo, Yellow.

Look at the stars
Look how they shine for you
And everything you do
Yeah, they were all yellow

I came along
I wrote a song for you
And all the things you do
And it was called 'Yellow'

So then I took my time
Oh what a thing to've done
And it was all yellow

Your skin, oh yeah, your skin and bones
Turn into something beautiful
D'you know? You know I love you so
You know I love you so



Erano così poco famosi che regalavano i biglietti per quel concerto al Long beach theatre.
Ero andata con un mio collega che avevo soprannominato Pluto, ed ero giovane, piena di aspettative scalcitanti e di sogni che chiedevano di essere realizzati.
Adesso, ovvero ieri, Stadio Olimpico, Torino: sempre io, con i capelli più lunghi, qualche kilo in meno, qualche anno in più e sempre piena di sogni, ma con una nuova consapevolezza che forse, questi sogni, non è detto che si realizzeranno.

Comunque.

Come up to meet you, tell you I'm sorry
You don't know how lovely you are
I had to find you, tell you I need you
Tell you I set you apart

Tell me your secrets and ask me your questions
Oh, let's go back to the start


Fantastico, a dire poco.
Si apre il concerto con un gioco di luci, lucine e fuochi d'artificio.

Hurts like heaven.
'Do you ever get the feeling that you're missing the mark?'
It's so cold, it's so cold
It's so cold, it's so cold


Profumo di birra, di caldo, di sigarette, tutto mischiato in una calda notte di inizio estate torinese.
Abbracci, sorrisi, mani che si incrociano, mani che applaudiscono, mani che si aggrappano a cocacole ghiacciate, in cerca di refrigerio.
Una lacrima scende per la ragazza che ero stata e che forse c'è ancora.
Penso che sotto quello stesso cielo, ad ascoltarli, a ballare, a ricordare ci sono anche due mie care amiche, la FraMo e la Vale,una persa nel prato, l'altra in un settore vicino al mio: amiche che mi conoscono da sempre, amiche con cui abbiamo condiviso trasformazioni camaleontiche.
E ora siamo tutte lì, nuove signore innamorate della loro vita,  dei loro stracci di chiffon, vecchie ragazze che si ricordano ancora cosa voglia dire farsi trascinare dalla musica, urlare i testi delle canzoni come se cantandoli con tutta la voce che abbiamo nel cuore e nella gola, qualcuno ci ascolti ancora, lassù, come se i testi prendessero vita e forma se urlati a squarciagola, e poi più forte, più forte ancora, e non importa se qualche parola sfugge.

I used to roll the dice
Feel the fear in my enemy's eyes
Listen as the crowd would sing
"Now the old king is dead! Long live the king!"

One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt and pillars of sand

I hear Jerusalem bells a ringing
Roman Cavalry choirs are singing
Be my mirror, my sword and shield
My missionaries in a foreign field
Viva La Vida.



E poi.
Poi c'è Chris che è bravissimo.
Che è il marito della nostra adorata Gwyneth.
Che è preppy quanto basta, cool moltissimo, bellissimo e con una voce stratosferica.
Che parla italiano.
Che sembra elegante anche con una tshirt sudaticcia.
Che rompe la chitarra.
Che ha chiamato i suoi bambini Apple and Moses, che sono bellissimi.
Che bacia la pancia di sua moglie.
Che vivono il loro amore lontano dalle telecamere e dai bling bling.
Che giocano a beach volley con Jay Z e Beyonce.


Che ti dice che è vero che ogni lacrima è una cascata, ma il cuore batte sempre, e basta accendere la musica che lunedì sarà un'altra vita.
Che scrive cose  come

A warning sign
It came back to haunt me, and I realised
That you were an island and I passed you by
And you were an island to discover


Che compone canzoni natalizie.
Che ha un'anima green.
Che si scrive sulle mani che ama la sua Gwynny.
Che ti dice che se non ci provi, non saprai mai se ce la farai.
Che canta con Rihanna.

I could've been a princess, you'd be a king
Could've had a castle and wore a ring
But nooooo, you let me gooooo
I could've been a princess, you'd be a king
Could've had a castle and wore a ring
But nooooo, you let me gooooo

You stole my star
Lalalalalalaaaa.... [x2]
You stole my star
Lalalalalalaa




La qui presente Otta ha sfoggiato un outfit wanna be young, subito rimpiazzato questa mattina da un look da Madame. Giusto per omaggiare MRS Martin.

www.oilnanoolamoda.com: vale sono pronta alla prova dell'outfit!
ggiovane trai giiovani...Chris look  @ me!

 prova 1, back to reality: work. This am. Forget my blue circled eyes
prova 2: focus on cherry lipstick pls.
prova 3..finally. Chris guardami!Io e Gwyneth amiche del cuore...ops, di Chanel!

Ed ho anche mangiato una favolosa e freddissima pizza al gorgonzola e salsiccia, appena finito il concerto, giusto per non farci mancare nulla, sorseggiando a tratti una birra, io che le birre proprio non le bevo mai.

E nel rincasare, guardare i colori del cielo che cambiano, sentire il profumo tiepido di casa, affacciarsi al finestrino e assaporare i 20°C delle due del mattino e pensare che erano secoli che non si faceva così tardi e commuoversi ancora, per tutta la strada che si è percorso, per quella ancora da percorrere, per tutti gli ostacoli da superare, per i sorrisi che si regalano, per quelli che si rubano.
Per le lacrime versate, per le risate furbe, per tutto questo Amore che impregna ogni pensiero, ogni movimento, ogni sogno, ogni obbiettivo della mia vita.
Per l'amicizia, per i pensieri da pensare, per l'orgoglio da sedare, per le battaglie di ripicche da abbandonare, per le ricette  che aspettano di essere cucinate, per le parole che cercano il modo di uscire.
Per questa serata che ha aperto il mese che precede il mio compleanno.

Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you

Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you








mercoledì 23 maggio 2012

From MarieClaire.it with love

come tutti i mercoledì, oggi mi trovate ( anche qui) qui:


“Anyone who thinks they're too grown up or too sophisticated to eat caramel corn, is not invited to my house for dinner” 
 Ruth Reichl


Ecco: domenica di pioggia, frigorifero pieno e alla televisione Sciarada con Audrey.
Sarebbe tutto perfetto se gli avvenimenti di questi ultimi tre giorni non avessero lasciato in me una certa ansia: il terremoto di questa notte ha dato il colpo di grazia.
Vorrei dormire ma questa inquietudine mi tiene sveglia.
Così, approfittando delle ricette raccolte da Taste ieri a Milano e degli ultimi acquisti fatti da Kicthen,           decido di andare ai fornelli, non prima però di aver perlustrato i miei nuovi libri di cucina.
Ho fragole, ho burro, ho uova.
Ed ho un meraviglioso libro di Ernest Knam sulle tarte tatin.
Proprio due giorni fa, Giorgia, una delle mie "Otta Girls" - la meravigliosa comunità di fanciulle che si è radunata intorno a me ed al mio blog - mi ha mandato una dolcissima mail con tanto di ricetta per questa prelibatezza.


Così, per renderle onore e per anche assaporare al meglio le fragole, ho deciso di fare un mix di ricette: anche perché domani è il compleanno della mia mamma, la mia meravigliosa, orgogliosa, buffa mamma.
E perché non farle una sorpresa, portandole in ufficio cotanta dolcezza?Ho persino le candeline...
Caramellare lo zucchero:oh, caramellare lo zucchero!
Rimango incantata nell'osservare ciò che questo semplice ingrediente riesce a fare se scaldato. Trovo divino che dal solido - granuloso si possa passare velocemente a una salsa ambrata, morbida e dolce.


E il profumo che si diffonde per casa, le fragole fresche sotto l'acqua, il burro che poi si unisce al caramello creando delle sinfonie di colori e profumi.
Poi però penso: una ricetta salata.
Abbiamo necessità di una ricetta salata.
Altrimenti sembra che so fare solo torte.
Non posso solo pubblicare dolci.
E allora ecco che sempre Giorgia viene in mio soccorso.
Con una starordinaria vellutata di basilico.
Perfetta per riscaldare l'anima in questi giorni piovosi ma pur sempre primaverili.
Rivisitata a modo mio, anche questa, perchè credo che ogni ricetta debba avere un tocco personale, alla fine. Per renderla propria.Per dalre quel sapore di famiglia che ogni piatto cucinato apporta, ad ogni boccone.
Io amo le vellutate: di solito ne facciamo largo uso e consumo in autunno o in inverno...ma con tutta la meravigliosità e il trionfo di frutta e verdura che il caldo porta.....perchè non sfruttarle anche in primavera e estate?
Ecco pensate così: una domenica piovosa di metà maggio, le piantine di basilico bagnate dalla pioggia, sul balcone, una dadolata di pomodorini freschi e il caldo, confortante verde di fagiolini e zucchine.
Potete anche assaporarla tiepida.


Vellutata al Basilico
Nel carrello della spesa:
una  patata
300 gr di fagiolini
2 zucchine
un cipollotto 
mezza cipolla
un mazzetto di basilico ( in abbondanza!)
5 pomodorini 
1 cucchiaio di philadelphia
parmigiano
brodo vegetale
Andiamo ai fornelli.
Lavare le verdure e tagliarle tutte a tocchetti. Far dorare il cipollotto e la mezza cipolla affettate in un filo d'olio extra vergine di oliva, aggiungere le verdure e lasciarle insaporire per un paio di minuti.
Coprire a filo con il brodo vegetale, far prendere il bollore, abbassare la fiamma e lasciar cuocere per 20 minuti.
Frullare il tutto con le foglioline di basilico e il philadelphia.
Servire tiepida con al centro la dadolata di cubettini di pomodoro fresco, basilico,  e un filo d'olio.
Con il parmigiano: stendete sulla placca da forno un foglio di carta forno, dove con l'aiuto di un bicchiere formerete dei cerchi di parmigiano, ben distanziati tra loro.
pre riscaldare il forno a 180°C e poi infornare per 15 minuti, sempre a 180°C.
Toglieteli dal forno, aspettate che i dischi di parmigiano diventino tiepidi e procedete a staccarli con una spatola.


Tarte Ritin a modo mio

Nel carrello della spesa:
1 kg di fragole fresche, e bio.
150 gr di zucchero semolato
pasta sfoglia ( circa 250 grammi)
50 grammi di burro

Andiamo a impastare:

Per la pasta sfoglia, consiglio i dischi pre tagliati di Casa Buitoni: facile, genuina e veloce.
Preriscaldare il forno a 180°C.
Fare il caramello: versate lo zucchero nella pentola apposita e aggiungere 4 cucchiai di acqua.
Una volta ottenuto un liquido di un bel colore ambrato, togliere dal fuoco, unire il burro e con l'aiuto di un cucchiaio di legno mescolare e amalgamare il tutto.
Disporre sul caramello le fragole taglaite o intere, come si preferisce e spolverare sopra 30 gr di zucchero e 30 gr di burro a tocchetti.
Ricoprite con la pasta sfoglia e fate cuocere a 180°C per 40 minuti nel forno preriscaldato.
Aspettare 5-10 minuti prima di capovolgere il dolce ancora caldo.
Capovolgere infine la tatin con l'aiuto dell'apposito piatto.

per questo motivo, vi invito ancora una volta ad usare i giusti strumenti: io ho appena acquistato da Kitchen una teglia per tatin di Emile Henry.

Enjoy...e buon compleanno mamma adorata!


e allora buona vita a te.

Il mio status è quello di pendolare.




E come pendolare, vedo facce nuove ogni giorno, mi incanto in panorami, mi innervosisco se qualcuno accanto a me starnutisce e mi tossice in faccia e se piove gioco alla gara della goccia: ovvero punto su una gocciolina di pioggia e le faccio fare la corsa con le altre, sul finestrino, aspettando quale delle due vince.
E mi perdo in elucubrazioni complicate avvolta nei miei straccetti di chiffon e in qualche calda pashmina di cachemire,chè ho sempre freddo, guardando il mio meraviglioso lago, che come rain or come shine, è sempre di una magicità fuori dal comune.
Comunque.
Capita spesso, sopratutto sul treno di ritorno a casa, verso le ultime fermate, che la sottoscritta scambi qualche parola con la vecchina accanto di turno: e non ci sono più mezze stagioni, e ma quando arriva l'estate, e ma hanno detto che giugno e luglio sarà caldissimo, e ma che diamine 10°C fuori e l'aria condizionata a manetta sul treno, ci vogliono proprio fare ammalare.
Comunque.
Succede poi che (finalmente) arriva la stazione di Como Lago, il momento di scendere, e ci si saluta sempre dicendo " arrivederci", oppure "Buona serata" o ancora "Buona sera".
Ecco.
Ed è qui che parte la mia meditazione: a me viene proprio voglia di dire invece "Buona Vita".
Eh si.
Perchè in questi tempi in cui l'incertezza è regina sovrana della quotidianità, dove la Pianura Padana è diventata zona sismica e non si può nemmeno più contare sulle quattro stagioni,  è raro (re) incontrare queste signore antiche, e chissà: la vita è così piena di ostacoli, corse e staffette che dal cuore e dallo stomaco mi viene voglia di dire loro qualcosa che possa essere di buon augurio per i giorni a venire.
Tipo appunto, "buona vita".
Perchè non importa cosa succederà tra quel momento e il prossimo, però il secondo in cui si rimane sospesi tra uno scambio di parole e l'apertura delle porte, ecco, quello, proprio quello è un istante magico, è un carpe diem, è un catching istant di esperienze condivise e sguardi che confortano.
Tuttavia mi trattengo sempre, incatenata da timidezza o forse dal fatto che magari a questo augurio seguirebbe perplessità.
O forse dovrei provare e basta, perchè una parola buona, sulla via del ritorno, fa tanto bene a tutti.
E poi perchè le vecchine che prondono il treno hanno una cordialità insita nel loro cuore e nel loro sguardo, una gentilezza e una nobiltà d'animo che rende più piacevoli quei minuti che separano da casa.

Tu chiamale se vuoi emozioni del pendolare.

martedì 22 maggio 2012

Cosa faresti se non avessi paura?



Cosa faresti se non avessi paura?


Così Sheryl Sandberg, primadonna dello Staff di Facebook, su questa domanda, ha costruito la sua vita e la sua carriera: domandandosi come agirebbe se ciò che la blocca dal fare qualcosa non ci fosse, non fosse proprio contemplato nel migliaio di mondi possibili che la nostra mente elucubra e crea prima di arrivare a una soluzione. O al nocciolo della realtà.
Leggo e rileggo e penso.
Un insegnamento per me molto vero è quello che mi elargì Raffaella, la più straordinaria capa che io abbia mai avuto: "chèrie - mi disse -  l'unica cosa da temere è la paura stessa".
A questo, aggiungiamoci una mamma severa e spavalda in tubino Chanel e tacco 12, che tutto affronta e niente rimanda, a volte forse anche un po' troppo impulsivamente per il mio carattere e il mio modo di vedere le cose - ecco, aggiungici una mamma così, e il coraggio, o quanto meno la grinta per affrontare ogni paura - che farebbe accaponare la pelle a tutti -  e ogni battaglia in cui si crede -senza perdere in stile ed eleganza-   viene.
Se rifletto sulla mia vita, ad ora, non c'è mai stato nulla che io non abbia fatto perchè bloccata dalla paura: ho sempre tirato fuori il carattere, a volte con molta fatica, altre volte con facilità, altre volte ancora creandomi e inventandomi un coraggio che non faceva proprio parte di me,  ed ho sempre affrontato, magari sbagliando, magari sfracellandomi qualche osso, tutto ciò che la vita mi mette davanti.
Si certo: ho paura di scarafaggi e  ragni, e avventurarmi in anfratti polverosi mi incute una certa ansia.
E poi c'è la paura della perdita, la paura di non essere in grado di..., la paura di mangiare carboidrati in pubblico, la paura di sbagliare abbinamenti di colore, la paura di non essere mai abbastanza,  la paura di non sapere tirare fuori da un uovo e della farina la ricetta che tanto si è letto e studiato, la paura di lasciare un lavoro certo per uno incerto.
Ma se stessi a dare retta a tutte queste paure, la mia vita cosa sarebbe?
Chi salvò la mia mamma da un ragno peloso a Lanzo, usando una scopa con sopra legata da un foulard di seta  una scarpa? Io. Chi ha sfidato gli angoli bui del garage per caricare in macchina le gomme da far cambiare?Io.
Insomma, di necessità virtù.
Poi  #certezzebis: è ovvio le mie paure sono lì, e quando mi trovo a fronteggiarle, la prima reazione - qualora la paura non sia quella del buio, e allora lì altro che fronteggiare: accendo la luce, mi aggrappo a Mimmo e basta -  è appunto, un'invasione di angoscia atavica. Ma poi, comunque sia, cerco di trasformarle in ansie, più che lasciarle a paure.
Eh sì, perchè di buono nell'ansia c'è che ti costringe ad agire.
Comunque tutto ciò per dire che, e cito il bravo Massimo Gaggi del Corriere della Sera, "Sheryl incalza le sue colleghe, invitandole a non tirarsi indietro, a non farsi frenare dalla condizione femminile, a puntare in alto. Lei stessa, che ha due figli, una femmina di sette anni e un maschio di cinque, si propone come “role model”: una donna in carriera che scelse di diventare madre poco dopo l’inizio della sua esperienza professionale a Google. Non tutti l’ammirano: c’è anche chi sottolinea che, oltre che brava, Sheryl è stata fortunata ma ha avuto un apripista d’eccezione (l’ex presidente di Harvard ed ex ministro del Tesoro Larry Summers). E poi, avendo un marito ricco, fin dall’inizio ha potuto reclutare senza problemi persone che l’anno aiutata in casa e ad allevare i figli.
Tutto vero, ma la sua condizione privilegiata non toglie forza alle parole che ha pronunciato, ad esempio, davanti alle studentesse del Barnard College:
“Ho una scritta in ufficio: cosa faresti se non avessi paura? Io vi dico: è vero, la fortuna aiuta gli audaci. I vostri desideri non devono essere schiacciati dai vostri timori”.

E questo va applicato a ogni settore della nostra vita, mie care Otta's girls.
I vostri desideri non devono essere schiacciati dai vostri timori.
Che si parli di un cambiamento di lavoro, che si parli di un cambiamento di vita, che si parli di osare un abito che proprio proprio proprio non ce lo si poteva nemmeno immaginare di avere la forza per comprarlo, eppure ora è lì, nell'armadio e al diavolo chi dice che è un troppo osare.

Chin up!Testa alta, Sorriso e Coraggio: questo è ciò che ci rende Lady, Cool e Ricordabili ( neologismo da me inventato, ma che spero riassuma bene quello che intendo, ndr).


Ed ora, alcune riflessioni in ordine sparso.

  • Miuccia rules. Un'altra volta, Miuccia Prada ci lascia attoniti e sorpresi, ci fa mormorare e sperare di poter scrivere, anche noi, un libro, ma questa volta intitolato "vestivamo alla Miuccia". perchè si, lei è un genio. Amen. Assunto. Punto.E si, a me il viola pervinca piace assai e quella pelliccia, anche se io ho un'anima eco, ecco: quella pelliccia mi piacerebbe possederla. Chiamami frivola. Chiamami futurista. Chiamami come vuoi. Ma a me quella pelliccia piace e forse non la metterei,perchè lavorare per Stella e indossare pellicce è un po' come disprezzare il piatto doive si mangia, ma le mie nipoti, sì, le bambine di Irma e Carlo, ecco, le mie nipotine potrebbero indossarla quando io sarò passata a migliore vita e dire che era della nonna, quindi vintage, quindi nessun crimine è stato commesso dalle loro bellissime manine sante. La spruzzerei del mio profumo, così come la mia nonna ha fatto con il suo astrakan lasciatomi in dono et voilà. la storia che diventa tradizione e leggenda.                  Questo film girato da Polanski per la nuova adv di Prada è semplicemente geniale. Miuccia mia, se dopo Irma verrà una femminuccia, potrei anche pensare di chiamarla come te, in tuo onore!


  • I'll go back to Manhattan. Oppure anche: Leaving NY never easy.O ancora New York New York. Così cantano i cantanti. E questo è come Woody, prima di rovinarsi con To Rome with love, descrive questa meravigliosa città. Per tutti noi nostalgiche che amiamo ogni telefim, movie, canzone, video ambientato nella grande mela: da Sex and the city a Gossip Girls a Girls, adesso. Enjoy.


  • Nail art. A me le unghie un po' così piacciono assai. Ecco forse  non mi farei le palmine o le stripes, però un cuoricino....troppo kitch?



  • Cosa fare durante notti insonni: tra terremoti e paure del buio, questo weekend non ho chiuso occhio.Ed oltre ad aver usato pinterest come se non ci fosse domani, studiato i libri di cucina, scaricato almeno tre album di musica indie che mai ascolterò, aver visto ogni telefilm che italia uno trasmette dalle 3am alle 6am, compreso un thriller very 80s con, nientepopodimenoche, una Serena Grandi ai suoi tempi d'oro ho anche trovato un sito molto divertente che vi consiglio: http://www.incrediblethings.com/
  • oggi leggevo un articolo: elencare tre cose che vi fanno felice. Solo tre. Quindi di primo acchito io direi: un bellissimo mazzo di peonie, le lenzuola pulite e croccanti , i chocolate chip cookies americani che compravo in scatole bianche nei deli di NYC e che non ho mai più trovato.
  • Lo sapevate che la regina Elisabetta ha solo scarpe comode?La mia favolosa amica Kit, all'anagrafe Martina Marchiorello, ha scritto un bellissimo articolo per D nel quale indaga e scopre dal suo personale sarto, tale Stewart Parvin, che "Le calzature di Elisabetta II devono essere immediatamente comode, la Regina non può essere costretta a dire "sto scomoda, non posso camminare" quindi c'è una persona che usa le scarpe prima di lei e le ammorbidisce" . Spiega sempre Parvin "Esiste un archivio dove ogni abito è catalogato, precisando data e occasione d'uso, per assicurarsi che non si verifichino gaffe o ripetizioni." Continua il sarto "Sua Altezza ha una temperatura corporea molto bassa, non "traspira" e quindi difficilmente sgualcisce gli abiti". Tradotto dalla mia sempre più favolosa amica Kit: la Regina non suda. E non ha le vesciche. Ecco i veri privilegi di una vita da Regina.. Per leggervi tutto l'articolo: http://d.repubblica.it/argomenti/2012/05/22/foto/elisabetta_moda-1041058/1/

lunedì 21 maggio 2012

Vorrei illuminarti l'anima

Vorrei una sopresa, di quelle che cambiano la giornata, la settimana, il mese.
Vorrei che quest'anno non fosse (così tanto e così palesemente) un anno bisesto.



Vorrei tornare indietro nel tempo e incontrare la me bambina.
Vorrei essere a Bali, o a Lanzo, davanti al camino accesso.
Vorrei (tantissimo) una begonghi bag.
Vorrei essere capita.
Vorrei un cocker che chiamerei Butter.
Vorrei che i tegolini al cioccolato non facessero venire i brufoli.
Vorrei non aver stortato gli occhiali.
Vorrei una serra di peonie.
Vorrei sapere tenere in ordine l'armadio.
Vorrei un abbraccio.
Vorrei che la mia vita fosse un tantino più facile, a volte.
Vorrei sorridere.
Vorrei stare tutto un giorno sotto le coperte a mangiare popcorn.
Vorrei andare all'Ikea.
Vorrei pane burro e zucchero per merenda.
Vorrei non sentirmi un elefante in un negozio di cristallo.
Vorrei che il servizio clienti Vodafone mi chiamasse ogni giorno, così tanto per chiedere come sto, chè sono tanto simpatici.
Vorrei una versione un po' più chic del K-way, ma un po' meno expensive di Moncler Gamme Rouge.
Vorrei una giornata al mare, tra Spotorno e Portofino, comunque in Liguria.
Vorrei che le doppie punte e i talloni screpolati non esistessero.
Vorrei andare a Bruxelles e ad Anversa.
Vorrei comprarmi il Mac Book Pro. O come diamine si chiama.
Vorrei che Umberto Tozzi facesse un nuovo tour di concerti, e vorrei proprio andarci.
Vorrei che giovedì al concerto dei Coldplay non piova.
Vorrei non avere paura del buio.
Vorrei la Primavera a Novembre, per dirla alla Jack Folla.
Vorrei che i giorni feriali fossero 4 e i festivi 3, nella settimana.
Vorrei conoscere Martine Camillieri.
Vorrei che il tempo semplicemente non passasse così veloce.
Vorrei che i macarones mi venissero al primo tentativo.
Vorrei guidare per ore su una strada costellata di querce, colori autunnali e alberi di castagne.
Vorrei cucinare le polpette.
Vorrei impastare gli gnocchi.
Vorrei che dal rubinetto dell'acqua uscisse acqua gasata.
Vorrei che le mie pause pranzo a mangiare con l'Alina non finissero mai.
Vorrei una pista ciclabile tra Como e Milano, così che potrei andare in bici al lavoro tutti i giorni, avrei due gambe perfette e potrei giustificare l'acquisto della bici maculata di D&G.
Vorrei essere tosta come Sheryl Sandberg.
Vorrei scrivere un libro di ricette di madeleines e vorrei essere inviatata a cucinare al prossimo Taste, di Milano.
Vorrei una collana di fiori di carta.
Vorrei un weekend con le mie migliori amiche a Le Mas Candille.
Vorrei un abito di Giambattista Valli.
Vorrei essere invitata nella cucina di Benedetta Parodi: altro che ADR!







Fratelli ( e sorelle) d'Italia.


Lunedì.
Lunedì e piove.

Lunedì dopo un weekend tragico, per il nostro paese.
La morte tragica, senza spiegazioni, di una ragazza di 16 anni, Melissa: e con lei muore anche la sua famiglia, perchè è cosa risaputa che quando muore un figlio, si fatica a trovare la forza per andare avanti.
E con che dubbi si tortureranno questi genitori. se non l'avessi fatta uscire di casa. Se avessi dato per una volta ascolto al suo capriccio di stare nel letto ancora dieci minuti. Se, se, se, e intanto il loro Angelo non c'è più.
Da futura mamma, da sorella maggiore di una bellissima fanciulla di 15 anni e di un bellissimo ragazzo di 12 anni, mi si accapona la pelle. Viene voglia di non farli più uscire di casa, di riparali sotto la famosa campana di vetro - magari a questo punto invece che di vetro direi di cemento armato -.
Non si può puntare il dito contro la mafia, pensando così di lavarsi le coscienze, o quanto meno di pacificarle, come se questa Cosa Nostra, riguardasse solo certe regioni d'Italia, solo certi quartieri.
Questo gesto ignobile, meschino e vigliacco è il gesto di un folle. Punto.
E non ci sono giustificazioni o attenuanti: colpendo i nostri figli, si vuole colpire noi, facendoci sentire precari, sempre, più di quanto non lo siamo già in realtà, chè in fondo, la Vita, lo sappiamo tutti, è appesa a un filo magico. Ma pur sempre filo.
E poi il terremoto: un terremoto disastroso, che come tutti i terremoti porta distruzione e dolore.
E vittime: tante vittime innocenti, che soccombono sotto il peso delle macerie, che vengono travolti dalla forza della natura.
O che semplicemente si trovavano nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
Quando è successo io ero sola in casa, erano le 4 del mattino e dormivo: mi sveglio di soprassalto, non capendo bene cosa stesse succedendo.
Quando dormo da sola, penso sempre che qualcuno stia per entrare in casa, così sono sempre guardinga: e quando tutto ha cominciato a tremare, in realtà mi sembrava che qualcuno in sala stesse correndo avanti e indietro.
La cosa buffa è che mi sono armata di computer, come se un Mac potesse scoraggiare qualsivoglia ladro a non violare un domicilio, e in un lampo ero in una sala dove ballava tutto.
Mi sono connessa subito e l'Ansa era impallata, così come il Corriere o La repubblica. Nessuna news. twitter e facebook invece erano sul pezzo. E proprio grazie  a questi social network, ci siamo consolati a vicenda. Incoraggiati. Sono stati quella luce calda che ti permette di non abbandonarti alle paure o al pianto.
E' stato un conforto poter contare, in questi momenti su una comunità che c'è, ed è viva, pulsante e molto più reale di qualsiasi altra cosa.

Comunque.
Siamo tutti un po' la mamma di Melissa, che tutto si aspettava quella mattina, tranne di non potere più abbracciare la sua bambina.
Siamo tutti un po' la famiglia dell'operaio che è morto schiacciato dai capannoni, durante il terremoto, facendo il suo dovere e che gli mancavano solo 56 minuti per finire la giornata lavorativa, che si sa che faceva gli straordinari perchè la notte è pagata di più, e così poteva mandare i soldi alla sua famiglia.
Siamo tutti un po' la moglie del vigile del fuoco che è morto salvando altre vite.
Da che mondo e mondo, il dore ci unisce, rendendoci solidali.

Adesso, tutto quello che si può fare, è pregare.
Pregare che queste violenze smettano.
Pregare che la Natura ci dia una tregua.
Pregare che le famiglie che hanno perso i loro cari possano trovare un po' di pace.
Pregare che le nostre domande trovino sempre delle risposte.
Pregare che nessuno debba più soffrire così per la follia di un pazzo.
Pregare, perchè nella preghiera c'è una grande forza. Che è la Speranza.