a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.

a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.: gennaio 2013

giovedì 31 gennaio 2013

L'anima milanese.#sweetjanuary


A noi milanesi piace il tè verde alla viola di Mariage.
A noi milanesi piace cucinare e provare ricette


A noi milanesi piace amare.
A noi milanesi piace lamentarci.
A noi milanesi ci esalta il riempirci la bocca di parole di cui non conosciamo il significato.
A noi milanesi piacciono le svendite per la stampa.
A noi milanesi piacciono i brunch da Erba Brusca.
A noi milanesi piace perfino la nebbia, quando è così fitta che non vedi un palmo dal naso.
A noi milanesi piace andare ai giardini di Palestro quando l'aria è tiepida.
A noi milanesi piace andare all'ippodromo per eventi di cibo e musica.
A noi milanesi piacciono i tatuaggi e i navigli.
A noi milanesi piace fingere di essere un po' signorine e andare al mercato e comprare cachemire, fiori di zucca e albicocche.
A noi milanesi piace Fabri Fibra.
A noi milanesi capita di addormentarci con aifon e bb attaccati al cuscino.
A noi milanesi piace fare amicizie.
A noi milanesi piace la pizza de Le Specialità.
A noi milanesi piace il pavè, la pioggia e i tram.
A noi milanesi piace ballare il sabato sera al plastic.
A noi milanesi piace la vetrina di Valentino in Montenapo.
A noi milanesi piacciono i pasticcini di Cova, le paste all'ananas di Cucchi, il banana chocolate breadi di California Bakery e i cappucci di Pavè.
A noi milanesi piacciono gli abbracci sinceri, il CapeTown, e salutare tutti con un sorriso.
A noi milanesi piace il riscaldamento acceso e le luci gialle e calde negli appartamenti dai soffitti caldi.
A noi milanesi piace andare in bicicletta, ma con i tacchi alti.
A noi milanesi ci piace fingerci sconvolti e stressati, in realtà ci piace essere un po' preda del frenetico.
A noi milanesi piace camminare per la città.
A noi milanesi piace cambiare idea.

Ma quello che ci piace più di tutto sono i progetti, le idee, il dinamismo, la forza della creatività che pervade ogni fibra della nostra città e che trova espressione in artisti, musicisti e persone incredibili.
Io ho avuto la fortuna di partecipare al progetto di Pietro Baroni.
Pietro è un fotografo giramondo, che mentre compie i suoi progetti, tra un flash e un click, ti parla dei suoi viaggi e ti sembra un po' di averli fatti anche tu, questi viaggi.
Pietro è un artista molto bravo. Che ama l'NBA e Federico Buffa, che persegue e consegue obbiettivi, che vince premi e riconoscimenti - 2012 International Photography Awards (IPA),People Lifestyle Category.
Un progetto: Milan Closets:fotografare i Milanesi davanti ai loro armadi, per catturare espressioni, emozioni e visioni che altrimenti rimarrebbero bloccate o peggio ancora, perse, nel quotidiano cittadino.
Quindi, per dirla come piacerebbe a lui,cito anche io Buffa: Niente da dire. Quattro mani coltivate dalla letteratura del gioco . Ma più che gioco, qui parliamo di arte, abilità e coraggio.

Bravo Peter!
( e grazie, grazie per la fotografia. Amo molto l'espressione che hai catturato)




nb. la foto è stata pubblicata qui appositamente in dimensione originale per rendere la bellezza dell'immagine.






mercoledì 30 gennaio 2013

14,000 cose per cui essere felici - From MarieClaire.it with love


Gennaio.
Gennaio che è un mese lungo e faticoso, in cui gli stralci del 2012 si ripropongono come rigurgiti tardivi e ci fanno stancare, ci abbattono con incombenze come incubi da risolvere prima che abbiano il sopravvento sul nostro inconscio.


Gennaio così freddo, con i giorni della merla.

Però oggi c'è il sole, e allora ci ricordiamo che nonostante l'influenza che ti obbliga a mangiare solo riso in bianco da 5 giorni, siamo proiettate alla felicità, come una diapositiva dai colori luminal un po' sbiaditi, ma con i rossi accesi.

14,000 cose per essere felici. Ecco, almeno qualcuna...

Gli avocado. E le pesche che stanno arrivando.

Sevenly: scoperto per caso, questo sito è ciò che di più magnifico possa esserci ora. I regali di compleanno adesso li farò solo qui.

I pancakes il sabato mattina.

California Bakery e il wifi gratis.

Le vecchie tende di pizzo usate come tovaglie.

Un nuovo desiderio: andare a Spotorno, con le mie cugine, sperando di trovare il cielo pieno di sole, il sabato, e la domenica pieno di nuvole e un po' grigio.Mangiare farinata. Vestire di righe. Ridere.

Nuove piante aromatiche. E regalatemi un limone, che il mio balconcino aspetta di essere arredato.

La stagione dei fiori nei vasi, in casa.Che sostituiscono le candele.

Aprile è in arrivo. Con la sua pioggia, gli ultimi tè caldi.L'idea di nuovi viaggi.

Una corona di margherite.

La PreCollezione di Celine

Voglio imparare a giocare a scacchi.

La casa di Lanzo che riprende vita.

Le ciglia finte. Le voglio provare.

Un ristorante che fa solo delizie.

Kinfolk Magazine

Il cappuccio. Il caffè. Oh questo nuovo amore che si chiama caffè. Come la birra, prima non riuscivo a berli. Ora invece vorrei che il mio sangue si tramutasse in bollicine bionde dalle 7pm alle 22.30pm e in un flusso di panna e scuro dalle 7am alle 3pm.

Parigi: un weekend con il mio migliore amico a girovagare per musei, brasserie, epicerie e Colette.

Una nuova ricetta di un plumcake da provare.

Il Superpolo, accanto a Via Savona.

Sapere che forse bastano solo due riviste di cucina, e che basta leggerle effettivamente e non rimanere incollate alle immagini, per imparare a fare la quiche perfetta.

Due ricette per riscaldarci un po'. Un abbraccio a distanza.


Quiche con spinaci e uvetta

Spinaci ( 1 busta dall'orto congelato)
2 Zucchine
Uvetta
Formaggio grana grattuggiato
1 uovo
1 robiola
1 rotolo di pasta brisè
sale aromatizzato
lavanda essiccata, 2 cucchiai
citronella essiccata, 1 manciata
prezzemolo
pepe
burro

Scaldare il forno a 180°C, Stendere la pasta brisè e farla cuocere con gli appositi fagioli secchi ( o perle di ceramica) per 10/15 minuti circa.
Togliete dal forno, ed ovviamente levate i fagioli.
In una padella, rosolate gli spinaci lessi e le zucchine, con un po' di olio EVO e burro.
Nel frattempo in una terrina mischiate uovo, 1 cucchiaio di latte, la robiola, la lavanda la citronella, il prezzemolo, il pepe e il sale. Unite l'uvetta.
Adagiate sulla pasta brisè gli spinaci e le zucchine e coprite con il composto appena fatto.
Cospargete di Grana.
Infornate a 180°C per circa 30 minuti.


Knodel

400 Grammi di Mollica Di Pane Raffermo
25 Cl di Latte Tiepido,
4 Uova
100 Grammi di Pancetta Tritata 
50 Grammi di Burro
1 Cucchiaio di Prezzemolo Tritato
Noce Moscata
50 Grammi di Farina
Sale

Inzuppate nel latte il pane vecchio e poi fate scolare. Unite la pancetta e  passate nel tritacarne con le uova e il prezzemolo .Impastare bene il tutto unendo i 5 cucchiai di farina. Con il composto ottenuto, creare tante palline dal diametro di 5-6 cm. Infarinatele e fatele cuocere 15' in brodo di carne bollente. Servite i canederli in brodo o con burro fuso.

oggi mi trovate qui:
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli


martedì 29 gennaio 2013

Scappa con me #sweetjanuary


Scappi con me?
Te l'ho scritto anche in un messaggio.
Scappi con me?


Ma non una fuga fine a se stessa.
Una fuga per scappare da chissà chi o da chissà quali emozioni.
No, non si tratta di una fuga, ma di un nuovo scenario.

Quindi la domanda più giusta è: ti va se dipingiamo insieme un nuovo scenario?
Lontano dalle bugie, dagli ipocriti, dalle risposte maleducate e frettolose.
Anche se a noi questa nebbia ci piace, ci piace il suo profumo, ci piace svegliarci con la neve che fiocca, ci piace uscire nella brughiera e non vedere un passo, con le nostre maglie a righe e i nostri berretti calati fitti fitti.

Però.

Vieni con me?

Per una vita più semplice.
Più vera.

il compimento pieno, senza punto finale, senza data di scadenza, che vive solo nella mente.
(le ho mai raccontato del vento del nord, ma è così noi.)

Una camicia a scacchi, un abito di lino.
Dei bikers forse.
Le mie cocotte, i miei libri di cucina.
Il tuo tavolo, i tuoi film, i tuoi libri.
I nostri tatuaggi.
Un piumone.

Caffè caldo al mattino che inonda la cucina del suo profumo confortante.
Sole che entra dal vetro.
Un appartamento fatto di luce e bianco e candele.
Una tartelletta con le more e la crema pasticcera.
Un frigorifero con l'occorrente per cucinarti quello che ci piace.

Vieni con me?

Lo abbiamo detto, siamo a disposizione della vita nessun programma, chissà se succederà che dalla mente, dal sogno, trasferiremo al piano reale, questa cosa.

Perché (ri) trovarsi è stato familiare, intimo.
Torniamo a casa?

Boh.
Miss Boh.

Tranne sulle emozioni, quelle sono vere, si sentono, è bello.
E' bello quando trovo i tuoi whatzup.
E' bello rileggere quello che ci scriviamo.
E' bello quando mi hai detto che adori come scrivo.
Credo che tu ormai sia nei miei pensieri inappropriati, e non solo in quelli.

We are Romance.

è vero, fuori è un mondo complesso. Tante sfumature. L'arte della pazienza.
L'arte del dolore, che entrambi sappiamo.
Eccome se lo sappiamo, sappiamo troppo bene purtroppo.
Conosciamo a memoria i trucchi della mente e gli inganni del serpente dagli occhi gialli, che ti fissa.
La paura di ferire.
I miei muri, le mie barriere.
E poi altre complicanze.
La paura di non funzionare.
Ho paura del buio, sii la mia torcia.
Però forse no, lo hai scritto tu, ci incastriamo alla perfezione, per adesso.O forse solo su un pianto di mente e non effettivo. Chissà.
Di nuovo paura, di nuovo titubanze, di nuovo muro muro muro alto nessuno entra.

Litigheremo.
Sicuro.
Io sono un casino a volte, mi lascio preda delle mie ansie, faccio confusione, il disordine mi appartiene.
Cambio idea mille volte.
Anzi forse mille e uno.
Ma non su quello che sento, su quello stai sicuro.

Dimmi qualcosa di dolce e mi porti via.
Mi piacciono i croissant alla marmellata, quella di lamponi però.

Eh si, hai la barba, ma è morbida?
Puoi diventare amico dei miei migliori amici?
Voglio che siamo un'unica grande famiglia, voglio che ci sia sintonia.
preparati, se entro in loop posso chiederti 10 volte cos'hai, se rimani zitto un attimo.

Profumo di menta.
Mi piace masticare la menta.
Aspetto il tuo maglione, ce lo siamo promessi.
Comunque.
Comunque andrà, se andrà.
Comunque.

Mille progetti, mille ricette da fare.

Voglio essere tutto quello che pensavi di non cercare.

Mi piace baciare. Possiamo baciarci un sacco, prima di qualsiasi altra cosa?
La vita è così preziosa.

Sei geloso?

nessuna cosa non detta, mai.
Non tra noi.

Ma poi penso a te come una canzone, penso a te con un sorriso, penso a te come Elenore dei Turtles.
Penso a te come un orto, penso a noi in un trullo.

Scappi con me?



lunedì 28 gennaio 2013

No White Flag above my door.


Siamo sempre e solo dove vogliamo essere. il resto è geografia della scusa.
Camilla Ronzullo 



Si parla solo di crisi.
E si agisce solo come se fossimo in crisi.
Crisi di identità, di valori, economica.
Si tagliano posti di lavoro, si vive in una politica del terrore in cui è più bravo chi aguzza i denti e fa spazio solo alla filosofia del business is business.
Non c'è spazio alle lacrime, chi rimane indietro è fregato.
Non c'è più spazio nemmeno per l'inventiva, la curiosità, le idee, perché le idee costano tempo di realizzazione e tutto ciò che costa e non produce un fatturato, che non ti porta a un break-even point, non è degno di essere considerato adesso.
Non siamo più esseri umani ma numeri che devono produrre perché ci hanno insegnato che produrre è bene, che il fine ultimo della nostra vita è consumare.
Ce lo dice la televisione, ce lo dicono i giornali, ce lo gridano i social network.
Abbiamo vissuto per anni al di sopra delle nostre possibilità, perché volevamo essere "cool", perché pensavamo che avere quella borsa ci avrebbe reso persone migliori.

Ogni crisi arriva per portare via il marcio, per far spazio a nuove aspettative, per far si che noi possiamo affrontare le sfide e uscirne vincitori, con nuove armi nel nostro bagaglio per affrontare questo cammino.
Succede che dobbiamo smettere di aver paura della paura stessa: buuu, lo spauracchio della crisi. Sentimentale, economica, famigliare.
Se facessimo un passo indietro, se capissimo il perché di questa occasione che ci si presenta innanzi - eh si perché la crisi non è altro che questo: un'occasione, ecco se imparassimo questo, forse potremmo veramente svoltare e far passare le nuvole grigie.
Io sono dell'idea che, qualora in dubbio se fidarsi o meno, è sempre meglio fidarsi.
Quindi perché veramente non credere che la crisi sia per il meglio, poi.
Perché non aprirsi al mondo, e pensare come fare per aiutare noi stessi e gli altri, per rendere questa città, un posto amabile e vivibile e facile, invece che concentrarsi solo sul fregare gli altri.
Non ci sono ostacoli: solo opportunità di crescita.

Io ho voglia di semplicità: di una vita semplice, fatta di piccole cose. Amo il bello, è vero, ma non sono più disposta a spendere e spandere. Sia che si tratti di soldi, che di sentimenti.
Qualcuno ha detto che la vera felicità è continuare a desiderare ciò che si ha.
Io sposto obbiettivi più avanti, faccio mercatini che voglio svuotare i miei armadi per lasciare spazio per far entrare nuove idee e nuovi sentimenti.
Penso in prospettiva, mi dico che quello che ora mi fa male è qui per un motivo.
Scrivo ai miei amici.
Sorrido, scrollo le spalle.
Scrivo.
Ascolto musica.

Noi possiamo fare la differenza.
Guardiamo l'amore di cui siamo circondati.
E' faticoso, ma we gotta move on.

The kids will be allright.


Francesca e un fagiolino. Funky mama


Franci Francesca. 
Ovvero la curva Lugano-Gentilino.
Ovvero un testa piena di riccioli neri e un naso all'insù che la rende così francesina.
Così bella.
Così forte come un vento d'estate che rinfresca l'anima.


Francesca, che l'anno scorso ci ha fatto tutti tremare: una brutta diagnosi,un'adenomaall'ipofisi.
La paura di perderla, attimi in cui la vita sembra che non sia vera, quasi sospesa.
Mi ricordo ancora quando me lo disse, mi ricordo che attaccai il telefono e inizia a piangere.
Ma questa Vita ci sorprende sempre, per fortuna.
Questa vita che sembra che meno la programmi, più ti fa regali.

Questa vita che va avanti e che ti sconvolge con la sua normalità.
Quindi, come è arrivata, quella brutta previsione è stata spazzata via.
E poi.
Poi ci troviamo a organizzare il suo matrimonio, dove, squillino le trombe, aprirò il corteo nuziale vestita in GBV, solo per lei.
Sto già scrivendo il discorso, e piango a ogni parola che butto giù, alla faccia della mia anima rock and roll. Assomiglio più in questi momenti a un'aria di Nilla Pizzi.
E mentre chiacchieriamo,a Natale, inaspettatamente la più bella delle notizie: inaspettatamente.
Poi.
Inaspettatamente incinta.



La nostra amicizia è recente: a volte un po' dissonante, ma sempre intonata, accordata, e alla fine unite.
Unite perché Francesca non ha paura di prendere posizioni, di tenermi la mano, di essere, in una parola: amica.
Non potevo aspettare ad intervistarla, l'emozione era tanta.
Non sappiamo ancora se il fagiolino sarà una piccola little sunshine o un maschiaccio, ma noi lo amiamo già.

Eccoli.



“Quella sottile linea rosa”: quando l’hai vista, il primo pensiero?
Il primo pensiero? non credo di aver avuto pensieri. perché ho semplicemente.... cominciato a sghignazzare, ma una risata isterica, senza riuscire a smettere.
Il povero Matteo, un mix tra il basito, lo scioccato e lo spaventato è stato coinvolto dalla risata e alla fine è stata l'inizio di una meravigliosa sorpresa.

Ti sei sempre sentita mamma?
NI! Mi sono sempre piaciuti i bambini, anche perché ho avuto l'esperienza di accudire la mia meravigliosa sorellina con la quale siamo cresciute insieme a cui ho fatto da vice mamma. Però, se qualche anno fa mi avessero fatto questa domanda, avrei risposto, assolutamente no, il lavoro prima di tutto. Probabilmente perché non avevo trovato la persona giusta con la quale pensare di poter condividere una simile esperienza. Adesso, rientro nella fattispecie di Quasi-Mamma-Angosciata-Da- Ansia-Da-Prestazione-E-Da-Sensi-Di-Colpa (perché se la dottoressa mi ha detto di mangiare il sushi, ho abusato e ho mangiato il coquillage, perché perché perché)?
 
Cosa sogni per il tuo fagiolino?
Fagiolino o fagiolina ancora non si sa, speriamo che gli/le piacciano le luci della ribalta dell'ecografia e che si degni di fare un po' di show dalla ginecologa mostrandosi in tutto il suo splendore!
Vorrei che ereditasse dal papà la riflessività e il saper vedere "l'altra faccia della medaglia", i miei capelli ricci e il mio ottimismo. Vorrei essere in grado di trasmettergli il nostro amore per la vita, per i viaggi (appena sarà in grado di capire, lo porteremo subito a farsi un viaggio con noi, magari in Cina) e la passione per il cibo e la cucina (ma per questo ci penserà Alice....vero?)
Ma soprattutto vorrei che percepisse il calore del nido familiare, pilastro imprescindibile del rapporto tra me e Matteo.

Come lo immagini?
Non lo so! Al momento riesco a visualizzare solo quell'adorabile polpetta in bianco e nero che ci ha mostrato la ginecologa, un mini uomo che si dimenava con quei piedini e quelle manine che non vedo l'ora di ricoprire di baci (e sì, cara la mia polpetta, se sarai femmina, coprirò i tuoi adorati piedini di tutte le scarpe del mondo, da Jimmy Choo per quando andrai alle feste, alle ballerine bicolor di Porselli per andare a passeggio con mamma e papà sul lungolago di Lugano, o ad un bel paio di Vans per andare a scuola E NON DIRE CHE NON TI PIACCIONO PERCHé CI DANNO DA MANGIARE!!!)

9 mesi: attesa, impazienza. Sensazioni e momenti di questo periodo.
UFFA!! bella la maternità, belle sensazioni i primi movimenti, l'amore/odio per l'esserino che cresce dentro di te che ti costringe a bere litri e litri di Digerselz dopo aver ingerito una mollica di pane e se le molliche sono due allora scrivi come status su facebook "in a relationship with the toilet"...ADESSO BASTA!!!! sono stufa di parlare con una pancia, voglio un mini me da amare e sbaciucchiare, da cambiare, cullare e sfamare, da portare a spasso e adorare.
Si, perchè lo adorerò anche se mi rigurgiterà sui maglioni di cachemire, sugli abiti di seta e sulle borse di pelle chiara.

Pensi di allattare?
Si, se avrò latte. Ho visto la differenza tra me e mai sorella. Mia mamma ha allattato me fino alla fine, mentre per mia sorella dopo un mese non aveva più latte a sufficienza e lei soffre di alcune allergie. Sarà un caso, saranno ereditarie, ma preferisco così.
 
Prime pappe: supermercato, negozi bio o tutto homemade?
Tutto homemade sicuramente no! anche perché per lo svezzamento sarò tornata a lavorare e inizierà il delirio della gestione figlio-marito-casa-lavoro....
E di sicuro non voglio sottrarre tempo a Matteo. In svizzera la qualità dei cibi sia bio che non è molto alta, perciò farò attenzione, ma con un occhio alla praticità.
Tanto se prenderà da noi, preferirà una teglia di lasagne che la pappa di mais e tapioca...come biasimarlo!

Must have per questi mesi di attesa.
Olio 9 mesi di Weleda anti smagliature da spalmare sul panzone, una camicia da notte (non so perchè,ma mi fa sentire molto mamma), la sezione maternity di Asos (lo shopping compulsivo online non mi abbandona MAI) e Faire a Dodo a Milano.

Una canzone per fagiolino
One dei metallica, Scream and Shout di Will I AM + Britney e E non abbiam bisogno di parole tra 100 anni di Ron. Perché spero che apprezzi qualsiasi tipo di musica, associata a diversi stati d'animo. Secondo me è sinonimo di apertura mentale.



Le tre r: rispetto verso te stessa, verso gli altri e responsabilità delle proprie azioni. Come si fa a insegnarlo?
Solo ed esclusivamente dando il buon esempio in casa sin da piccolissimi. Soprattutto per la responsabilità delle proprie azioni e rispetto verso gli altri. Rispetto verso se stessi è unito anche al carattere.
 
Prima mamma o moglie?
Direi senza dubbio prima moglie. Solo una moglie soddisfatta e un rapporto di coppia sereno può trasmettere serenità al bambino. Sarà difficile riuscire a conciliare anche questo aspetto, ma ho la fortuna di avere una persona al mio fianco molto comprensiva e molto partecipe. Potrò sempre contare su di lui su una "fuga d'amore" per il we in caso di stress estremo.

oggi mi trovate qui
http://www.lefunkymamas.com/category/rubriche/otta-love-mums/


giovedì 24 gennaio 2013

Stickwithyouforevva - #sweetjanuary


Caro my special someone,


Spero che tu stia bene, e soprattutto contempli tweed nel tuo guardaroba e barba morbida, e magari anche qualche tatuaggio.
Spero tu sia un uomo responsabile, coraggioso, che non abbia paura di assumere rischi e di combattere per la tua amata.
Che tu sia leale, che sappia flirtare - che mai nessuno quanto me sa e capisce l'importanza del flirt, di sentirsi desiderati e mai scontati - ma che tu sappia anche quando fermarti, prima di mandare a quel paese un amore vero, profondo e sincero.
Spero anche che tu ti lavi sempre le mani dopo essere andato in bagno e che qualche volta ti metta pure le dita nel naso.
Spero che tu capisca che un maglione azzurro non farà di te il mio principe.
Auspico anche che tu sappia cucinare, però che mi lascerai fare  i miei folli tentativi di ricette, con tutti i miei libri aperti e le mie sperimentazioni azzardate. Ma soprattutto che dirai sempre che è tutto buono e mai proferirai frasi tipo " perché non vai dalla mia mamma a vedere come si fa".
Sappi che quando sarò sicura di averti trovato, non si perderà più tempo, che qui non è appunto più tempo di perderlo, questo tempo: faremo tutto, subito. Dal bacio, all'amore, a 10 figli.
Spero ti piacciano i viaggi e le sorprese.
Desidero che tu non sia per nulla o molto poco attivo sui social networking: si perché di IT girl qua ce n'è una, e non sei certo tu, nella coppia.
E ti prego: no a bracciali e anelli, che non posso tollerare uomini più accessoriati di me.
Che tu sappia farmi le stelline in brodo e che riconosca l'importanza dello squaqquerone con il prosciutto cotto e le patate bollite per risanare un cuore stropicciato.
Amerei che tu fossi capace di farmi massaggi al collo che la mia cervicale mi uccide.
Spero tu adori il mare.
Che non ti faccia spaventare dal mio conto in rosso e dalla mia totale incapacità di fare i calcoli. Anzi, a dire il vero spero che tu mi tenga la mano quando faremo sottrazioni allo stipendio, magari per comprare tutine in cachemire a Irma e Carlo.
Spero tu ami Bacco: birra, vino e bollicine. Mojito, d'estate.
A proposito d'estate: ami le lentiggini?
Dimmi che adori Morfeo e che se fossi gay lui sarebbe il tuo uomo della vita: si perchè sappi che io amo dormire, amo cincischiare.
Tollererai le mie scheccate da cagnetta della moda stressata, dopo i press day?
Amerai alla follia me, e tutto ciò che mi riguarda, ovvero amici invadenti e chiacchieroni  sorella in piena fase adolescenziale, fratello addicted alla PES, papà geloso, stepmom e mamma?
Sono tutti un po' chiassosi, ma ti giuro adorabili.
Puoi imparare a fare la guacamole migliore del mondo?Chè io la amo, amo gli avocadi.
Portami in Islanda, ma anche a Formentera e facciamo l'amore nel mare.
Sono stonata, ma mi piace cantare: non odiare il suono della mia voce. Grazie.
Che ti piaccia leggere libri insieme e passare i sabati e le domeniche sotto il piumone a guardare film.
Ti prego non ti arrabbiare quando scoprirai che soffro di sbadataggine, che mi piace cambiare idea, che ho una fissa per i balsami per capelli, che adoro fotografare ogni cibo che ho davanti - peggio di una cinese in vacanza a Roma -, che bevo 10 tazze di tè al giorno ma che non è mattina senza un cappuccio chiaro, ma fatto a regola d'arte altrimenti la giornata prende una brutta piega, e  che posso riuscire anche a perdere 10 minuti e oltre davanti a un menù di pizze.

Ma soprattutto, caro mio vedi di spicciarti a uscire dall'ombra, perchè i Valentini hanno appena fatto sfilare la Couture...e ciao.
Non mi sposo in bianco, non mi sposo credo nemmeno in lungo.
Vorrei un matrimonio sotto un albero nel mezzo di un parco, con uno dei nostri migliori amici che ci legge la funzione, e vorrei tanto tanto tanto questo abito.
Con maniche lunghe che se mio padre vede i tatuaggi mentre mi consegna a te, gli viene un coccolone.Con un'unica ortensia bianca come bouquet.Con mia sorella  da testimone e le mie amiche come damigelle. Pochi, per favore...non più di 30. E poi un picnic e una cena in una trattoria., o in una balera, si ecco in una balera.
Ma io devo avere questo abito, e devo avere la scusa per comprarlo.
Quindi per favore, non indugiare troppo.

In cambio ti prometto fedeltà, amore, amore e ancora amore.

tua Penelope che sta tessendo la tela ( per l'abito dei Valentini, ovvio)





Legally Blonde. From marieclaire.it with love


Metti una sera a cena da Pillo.
Metti una sera a cena da Pillo con tutti i nostri amici veri, quelli che fanno bene all'anima e al sorriso.
Sorriso, sorriso, sorriso.
Nessun ristorante, che a noi piacciono le cene che coccolano, dove puoi mettere canzoni sciocchine e ballare in cucina, tra una risata e un bicchiere di vino. 
Ognuno porta qualcosa, noi combattiamo l'austerity così.



E allora fuori nevica e tu passi il pomeriggio del sabato tra il piumone e la cucina, infornando, impastando, e cuocendo.
E qui un dilemma: cioccolato bianco o cioccolato nero?
Come dire, biondine o morettine?
Io rientro in quella categoria di brunettine che con l'estate hanno tra i capelli raggi di sole e lentiggini sul naso.
Ma nella mia gioventù da punkabbestia per bene, sono stata biondissima come Platinette in versione magra e perfino rossa.
Ho adorato Legally Blonde e in effetti quando guido assumo le sembianze della più svampita delle bionde.
E poi: io adoro il cioccolato bianco.






Così, forte delle 4 tavolette che avevo in casa ma soprattutto forte del fatto che voglio che i Valentini mi eleggano a loro musa in tempo record e quindi devo avere la silhouette di Natalie Portman, ho deciso di riempire la casa di questo profumo di burro fuso con cioccolato. 
Aggiungi che nevicava.
Aggiungi che era tutto soffice e bianco.
Aggiungi che avevo Fabri Fibra che cantava per me e una birra scura a farmi compagnia.
Et voilà, le nostre biondine sono state sfornate.
Con tanto di lamponi, perché anche se fuori l'inverno detta leggi e impone Sorrell ai piedi, noi sogniamo l'estate con i suoi frutti rossi e i piedi nudi nel parco, sull'erba.





Biondine ai lamponi…
per 16 pezzi
lamponi 500g
farina 180g
cioccolato bianco 180g
zucchero 120g
burro 100g
uova 2
lievito per dolci una punta
scaglie di mandorle 2 cucchiai
Far sciogliere il burro insieme al cioccolato al microonde. Versare la farina in una ciotola, aggiungere lo zucchero, il lievito e una presa di sale, mescolare. Aggiungere poi il cioccolato fuso insieme al burro e le uova, mescolare con un cucchiaio fino a ottenere un’impasto liscio e versarlo in una teglia quadrata (24cm di lato la mia). Disporre quanto più lamponi sul dolce, premendoli nell’impasto. Spolverare con le scaglie di mandorle tostate in precedenza e infornare a 180°C per circa 30 minuti o fino a quando il dolce sarà rappreso e dorato. Sfornare, lasciar raffreddare completamente e tenere per qualche ora al fresco prima di tagliare in 16 quadrettini.

oggi mi trovate anche qui
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli

martedì 22 gennaio 2013

Everlong.

Ci sono serate come queste che sei in taxi con la tua migliore amica, dopo una cena e ti perdi in discorsi, racconti, favole e fatti.


E ci sono serate come queste in cui ci sono certi taxisti che non possono esimersi da ascoltare quello che dici, analizzarlo e trarre le loro conclusioni, dalle quali di solito nascono filosofie spicce che sono piccoli distillati di saggezza.
Ci sono serate in cui poi, guardando la notte alla fine tu pensi.
E capisci tante cose, in certe serate in cui forse la temperatura non è così bassa, però c'è un'umidità che ti entra nelle ossa e ti fa sperare che questa primavera arrivi presto, e poi subito l'estate che noi vogliamo vestirci di nulla ed essere felici, con il profumo della crema alla mandorla che ti attornia in ogni movimento, e con il glitter sull'asfalto che sembra trasportarti in una nuvola di brillanti di cemento.
Quindi, in certe serate capisci che non c'è un ascensore per la serenità, ma che devi prendere le scale.
E le scale sono faticose, a volte, in tali certe determinate serate soprattutto quando vorresti solo giungere rapidamente a casa e infilarti sotto il piumone caldo, in codeste tali certe serate.
Però capisci che alla fine le scale sono un esercizio mentale, che ti insegna la pazienza, che ti fa prendere le cose con più delicatezza, che ti costringe a quel famoso passo dopo passo, step by step, che è energia vitale per la mente, per l'anima, per il cuore, e soprattutto per le cosce e per vincere la legge della gravità che ad un certo punto a noi splendide trentenni con il rifiuto della palestra tocca affrontare.
E poi mentre fai queste scale, senti i profumi del cibo di ogni appartamento, la signora al pianterreno ha fatto una torta paradiso, riconosco l'odore dell'impasto in forno.
La signora del terzo piano ama invece le candele alla cannella, o forse è arancio, sai però quelle dell'esselunga, come si chiamano? Beh quelle.
Comunque in certe serate capisci che non è così male.
Che sorridere alla fine non è così difficile.
O forse lo è perchè si vorrebbe una vita più facile.
Ma non è facile per nessuno.
E come dice il taxista, in certe serate come questa, bisogna imparare che la caduta è inevitabile, in questi periodi storici che viviamo, perchè tutti sono concentrati a usare energie per affermare il proprio ruolo, e non esiste l'amore incondizionato, il bene incondizionato, il potere dell'amore ma solo l'amore per il potere.
Tuttavia , in queste serate, ti viene detto che l'importante non è non cadere, ma imparare a cadere, magari cadendo un po' in piedi, un po' parando il colpo, così che forse ci si sbuccia il ginocchio, ci si ammacca un po', ma nulla che un bel bagno alla lavanda e una spalmata di arnica non guariscano.
Che tutto sempre si sistema, alla fine. Anche ciò che sembra insormontabile dicono abbia una soluzione.
Che le ansie si possono guarire pare anche solo con un po' di fiori di Bach.
Che anche la peggior giornata, che sia pessima perchè i capelli non ti stanno, o perchè sul lavoro non si ottiene un famoso ragno dal buco o per entrambi i motivi, termina al sicuro nel tuo letto, tra le tue cose, i tuoi affetti, le tue ricette, con quel sms che speravi arrivasse, che volevi scrivere tu per prima ma che non avevi il coraggio di nemmeno pensarlo che qui abbiamo muri e barricate così alte che per abbatterli forse ci sarà bisogno di una corazzata degna dell'esercito degli unni.
E poi capisci anche che si ha voglia di viaggiare leggeri, in una fase in cui non si ha proprio più voglia di accumulare e di spendere: e allora io faccio mercatini, vendo cose, progetto fughe. Ho voglia di leggerezza.
Leggerezza.
Lieve, lievità, si può dire?
E ti stringi alla tua Ines e esclami che periodo strano.
Ti stropicci gli occhi, dici che hai cancellato foto e che tutto, e nonostante tutto, ti sembra ancora strano, e strano in certe serate come questa è l'unica cosa che ti viene in mente, il che non è male perchè strano è bello, le persone più interessanti che conosco sono strane per certi motivi e la stranezza porta creatività, apre orizzonti, valica confini e distrugge barriere, che forse è proprio questo ciò di cui si ha bisogno in serate così e noi che siamo a disposizione della vita, che abbiamo imparato ad amare le carezze del vento, ecco queste noi, in queste serate qui, abbiamo bisogno di questo.
sapere che è tutto possibile, che abbiamo il cambiamento nelle nostre mani, che siamo pronte, per quasi tutto quello che questo universo in evoluzione ci regala, che è il #duemilaecredici e ogni mese è #sweet. E in certe serate come questa, appiccicata nel taxi alla tua migliore amica, la tua Ines, che ha occhi belli incorniciati da intarsi deliziosi che disegnano pizzi, ecco lì, quando i taxisti di Milano, perfino in serate come queste lesinano sul riscaldamento,lì la tua amica che ti conosce da sempre ti accarezza con le parole il viso e anche un po' il cuore e  ti dice che i sentimenti cambiano, e che è meglio così, tu sei meglio adesso, tu sei tu, di nuovo.
E che tutto è incerto sempre e comunque, ma che le piccole certezze noi le abbiamo,ce le cuciamo sull'anima, ce le disegniamo su misura e sono quelle che rimangono nel cuore. Non nell'armadio, non nel curriculum, non nelle discussioni e nelle parole dette a casaccio.
Capisci anche, in serate così, che la vita è arte, che bere tè è arte, che come ci si veste è arte.
Che ami e sempre amerai il rossetto rosso, che le magliette a righe sono te, che i maglioni da uomo sono la cosa più confortevole del mondo, che è bello cambiare idea sulle persone, e che le persone possono ancora stupirti positivamente. Che in prime nozze c'è Fabri Fibra, ma potrebbe starci anche Marracash. Che il tweed è uao e forse mi piacciono gli uomini con la barba, ma la barba deve essere morbida altrimenti mi si irrita la mia pelle.

Capisci che ogni nuovo inizio comincia dalla fine di qualche altro inizio.

Che ti piace Black dei Pearl Jam.

Che sabato Pikkio mi aspetta e mi fa un altro tatuaggio.

In certe serate come queste fare filosofia è facile.

Che forse è meglio non credere a tutto quello che ci si auto racconta la sera tardi.

E allora un sorriso, e domani è mercoledì, scolliniamo la settimana.




lunedì 21 gennaio 2013

Molto forte, incredibilmente vicino.


Jasmine. O gelsomino.
E' il profumo del mio nuovo balsamo.
Ed è bello perché ha la marca scritta come la poteva scrivere la mia nonna.


Con quel font nero arzigogolato.
Gelsomino.
E' il profumo che c'era quella sera a Formentera, quest'estate calda, fuori dal negozio hippie sulla piazza di San Francisco, subito appena dopo aver mangiato un piatto di spaghetti con gambas al brandy, in un vortice di serenedipità, con la mia Ines, la mia migliore amica, che è l'unica che riesce a parlarmi e a consigliarmi con i suoi silenzi.

Il mio inconscio lavora troppo in questo periodo.
Qualche notte fa a Firenze, fiumi di lacrime senza motivo.
In quell'albergo bellissimo con quella stanza bellissima.
Per fortuna questa stanza bellissima ha anche un balcone bellissimo, e io sono uscita, a un certo punto, gambe nude, piedi nudi, nel freddo della notte fiorentina, per prendere un po' di aria, per far si che questo accartocciamento di emozioni trovasse pace nel buio dell'inverno.
E un po' ha funzionato.

Il fatto è.
Il fatto è che tutti abbiamo perso qualcuno o qualcosa, tutti nel mondo, ma proprio tutti.
Belli brutti giovani, meno giovani.
E da questa perdita cosa ne ricaviamo?
Cosa si diventa?
Come ci segna?
O meglio cosa succede dopo?
E poi, cos'è che continua a fare male?
Noi siamo persone intelligenti, questo dolore lo guardiamo in faccia, lo affrontiamo, scrolliamo le spalle e riusciamo anche, adesso, a fare un sorriso.
Ce ne si fa una ragione, tutto nella vita avviene sempre per un motivo ben preciso.
Però ci sono attimi in cui il nostro inconscio decide di ribellarsi, e vuole buttare fuori tutto.
Tutte le bugie subite, tutto il non amore che è stato mandato indietro, come uno specchio appannato dalla troppa umidità.
E cosa resta?
Quel rigolo sullo specchio che taglia il fumo.
E riporta chiarezza. Nitidezza.
E poi arrivano i sogni.
Sogni che non ti danno pace fino a quando non sono sognati, compiuti, esauriti.
E tu ti svegli nel mezzo della notte e dici, dai basta adesso.
Basta anche perché si è svuotati ora, ora purtroppo quello che rimane che fa male è che non si sente più niente.
Perché certo, in un angolo del mio cuore, ci sarà sempre quell'insieme.
Come se in un angolo del cuore si continuasse a vivere sospesi in un momento, magari quel momento in cui eravamo nella nostra cucina, con le parole ancora nel fumetto, sospese nell'aria, come cartonati tridimensionali.
E ci sarà malinconia per quell'attimo.

Ma poi subentra la delusione, e allora il sipario cala.
Le luci si accendono e siamo pronte per una nuova commedia, una nuova avventura, un nuovo donarci, in maniera più consapevole, più conscia, più presente.
Risettare gli obbiettivi.
Guardando il mondo senza rimpianti, perché noi di rimpianti non ne abbiamo.

E ci è toccato ubriacarci, piangere, oh quante lacrime, ballare, ridere di nuovo, abbracciare amiche, baciare sconosciuti,correre dalla nostra famiglia per farci  proteggere, farci qualche tatuaggio nuovo - o come dice la mia mamma, ma quando la smetti di farti scarabocchiare la pelle?.

Ed essere di nuovo noi, delle nuove noi, più belle, e con occhi splendidi perché si sa che le lacrime li rendono tali.
E l'esperienza ci fa meravigliose.

E io ho voglia di cambiare scenografia.
Ho voglia di dire ad Andrea dai partiamo, vengo con te e chissenefrega di tutto il resto.
Perché la vita è adesso.
E mentre passavo da Bologna con il treno ho anche pensato che forse sarebbe bello cambiare città.
Nuova neve, nuovo sole.
Nuovo panorama.

Ma noi siamo a disposizione della vita. Del destino. Che per noi ha in serbo meravigliositudini incantevoli. Neologismi. Idee.Nuovi obbiettivi.

Un sorriso, scrolliamo le spalle.
Lamponi che ora si trovano, nello yogurt, fresco.
Una birra scura.
Una maglietta a righe.

Pensieri in prospettiva, amici che ci amano.Tè caldi. Cappucci chiari. Goodnight sms, vi prego, a iosa. Pomeriggi di pioggia al museo. Fiori freschi, un bouquet. Miele. Film in dvd. The Magic Numbers. La neve. Nuove ricette.Voglia di mare, di un golfone da uomo da indossare a casa,la domenica mattina.Una maglia a righe, ma l'ho già scritto. Imparare la pazienza.

E tutto si sistema.

Buona settimana.







mercoledì 16 gennaio 2013

#infoodwetrust. Gnam Box, from marieclaire.it with love.


Era da tanto che seguivo le loro avventure.
Volevo parlare con questi ragazzi super cool, con un progetto vero, che sa di pasta frolla e ricordi.
Che profuma di buono.Di vero.
Poi per la regola che nulla va lasciato intentato, mi sono fatta coraggio e ho scritto richiedendo un'intervista, mandando le mie madeleines - e che altro?Vostra Signora delle madeleines rulez - e sfacciatamente ho chiesto di poter cucinare per loro.
Di chi parlo?
Gnambox.
Loro sono belli, ma belli veri.
Vestono in tweed e hanno la barba.
Aggiungete che sanno cucinare divinamente.
Sono simpatici, due pasticcini deliziosi.
Hanno una casa così cosy che vorresti chiedergli di adottarti.
Entri nel loro website - http://www.gnambox.com/ -  e in facebook -  http://www.facebook.com/gnambox -ed è un'immersione di genuinità.
What you see is what you get, e il loro è un mondo fatto di burro e sperimentazione.
Spensieratezza.
Leggerezza.
Felicità e passione.
E nello stesso tempo, un valore, un impegno, una sostanza che elargisce pensieri belli e profondi, quasi ancestrali.
E in questo momento storico è il valore aggiunto, quel plus che ti scalda il cuore e l'anima in un universo fatto di hashtag e http.
Il progetto: #infoodwetrust.
Le ricette rappresentano e presentano le persone, i personaggi, le beautiful people che sono passate da qui.
Custodiscono le ricette e i momenti trascorsi in cucina con amore e cura.
Pane al pane, vino al vino.
E una magia.
La magia di farti fermare e sperare che quando credi in un progetto, e metti tutto l'impegno e la passione di cui sei capace, si trasforma  in magia meravigliosa.
Magia, magia, magia.
Un progetto che unisce amore, amicizia, ricordi, memorie, esperienze che fai, che racconti che vivi.
Una forza: rendere accessibile ciò che per molti è poco d'uso.
Voler credere che anche in una città come Milano, ci si può ancora sedere attorno a un tavolo e chiacchierare  cucinare, e creare un'amicizia, scovare punti in comune con persone sconosciute.
Con gli occhi lucidi mi raccontano di quella volta in cui una studentessa li ringraziava perché seguendo le loro ricette aveva imparato a cucinare, nella sua vita da single a Milano.
Fare del bene.
Questa è la vera missione che ti fa andare avanti, che ti fa continuare a condividere.
E noi siamo la forza che permetterà a questo mondo abbastanza ego-riferito di ritrovare un equilibrio, un nuovo baricentro.
Perché siamo rock and roll.
Perché tutti abbiamo voglia delle stesse cose, alla fine: relazionarsi in maniera naturale, come quando da un uovo tiri fuori un pan brioscè.

E la nostra democrazia basata su butter e flour, renderà tutti più croccanti, friabili e morbidi nel cuore.




Quindi eccoci.
Luce calda, musica dei Coldplay, risate, sorrisi, e profumo di vaniglia.
Una ricetta, e un'intervista perché anche voi li possiate amare tanto quanto li adoro io.

Io ho fatto una nuova ricetta delle madeleines, che vi consiglio anche perché poi anche la casa ha un profumo di Provenza, che sembra che Ramatuelle e i suoi campi di lavanda accarezzati dal vento siano a due passi.

Ingredienti:

Trito di rosmarino e lavanda
2 cucchiai di miele
150 gr di farina 00 setacciata
125 gr di burro
150 gr di zucchero
2 uova grandi
2 cucchiai di latte
1 cucchiaio di lievito


Sbattere le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso.
Aggiungete progressivamente la farina e il lievito setacciati, il burro ammorbidito e il latte.
Incorporare il trito di lavanda e rosmarino e il miele.
Far riposare l’impasto in frigorifero per almeno 30 minuti.
Nel mentre scaldare il forno a 250°C.
Informare per 4 minuti a 220°C, e poi 180°C per sei minuti.




#infoodwetrust: Cosa vi ha inspirato di più nel creare questo movimento, e questo special project che ormai è una comunità di culto.
La passione per il cibo è il nostro motore. Gnam Box è un social foodie project che nasce dalla voglia di raccontare le nostre passioni attraverso il cibo. Ai fornelli o attorno ad un tavolo siamo tutti incredibilmente più stimolati a lasciarci andare, a raccontare di noi stessi, delle nostre storie e delle persone che ne hanno fatto parte. E' per questo che invitiamo nella nostra cucina, simbolo di incontro e convivialità, persone differenti, provenienti dai mondi più diversi, dalla moda al design, dall’editoria all’arte o alla musica, dando loro la possibilità di svelarsi, tenendo il cibo, come unico e imprescindibile filo conduttore. Ci piace osservare e raccontare i nostri ospiti attraverso le loro abitudini alimentari, i loro ingredienti preferiti e i piatti che amano cucinare.

Il vostro ingrediente preferito, per le ricette.
Le erbe aromatiche e le spezie.

Tre canzoni del cuore. E tre ricette del cuore, senza le quali non potete vivere.
Le ricette sono: pasta al pomodoro e basilico, la pizza e il risotto con l'ossobuco.
Le canzoni: Marina and the diamonds "I am not a robot" - The Smiths "There is a light that never goes out" - Edith Piaf "Non, je ne regrette rien".

Mi sembra che il vostro obbiettivo, la vostra mission sia di portare la gente all’interno delle cucine e farle cucinare buon cibo casalingo, con amore, divertimento e passione: una ricetta che risolva un’emergenza cena last minute.
Pensiamo a Gnam Box come un network in cui trovare buon cibo, molte idee, qualche segreto di cucina e un pizzico di stile personale. 

Un augurio per il 2013. E un progetto.
IN 2013 WE TRUST! Vogliamo sia questo il nostro augurio. Credi sempre in quello che fai e lascia che sia la passione a guidarti.

 Il vostro food idol.
Nessun food idol, è l'esperienza delle persone che incontriamo che ci stimola e nutre.

Cosa vi piace più cucinare?
La pasta, reinventando ricette o ispirandoci a ricordi del passato.

Se poteste far rivivere un ricordo, quale sarebbe?
La notte in cui abbiamo messo on-line il sito www.gnambox.com il 17/01/2012

Ci sono stati momenti di scoramento, quando avete iniziato? cosa vi ha fatto andare avanti e non mollare?
Certo che ci sono stati, e ci sono sempre! Il supporto delle persone che ci seguono e la passione con cui lo facciamo.
Il progetto è nato da una nostra esigenza di conoscere e condividere, ora non riusciremmo a pensare alla nostra vita senza Gnam Box.

Il vostro angolo del cuore
New York

MilanodaAmare. 
Un ristorante. 
Un angolo segreto. 
Un bar.
Erba Brusca. 
I giardini della Guastalla. 
Pavè.

oggi ci trovate qui:

e qui:
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli


martedì 15 gennaio 2013

Honest Cooker.


Ciao, mi chiamo Alice, ma anche Otta, e nello specifico sono una gipsy in the kitchen.

Amo cucinare, è la mia passione, mi sento incredibilmente felice quando da un impasto riesco a sfornare madeleines, pane e tagliatelle.
Cibo è amore, è prendermi cura di chi amo, e io ho un'anima geisha, oltre che rock and roll, quindi si,mi s'addice.
Poi mi piacciono le magliette a righe, ne ho due cassetti pieni straripanti e straripanti, i tatuaggi - ne ho 6- o 7 da un diverso punto di vista - i cieli blu blu, gli abiti di macramè di Valentino e fotografare le nuvole.
Amo i Club Dogo, i Coldplay, i Band Of Horses, sposerò Fabri Fibra ma canto anche Baglioni con la stessa disinvoltura che mi appartiene quando cammino per Leroy Merlin o provo una nuvola di chiffon ricamata.
Piango, oh quanto piango. Mi commuove tutto. Tanto.
Amo Parigi, dove narra leggenda io sia stata concepita. E New York, sempre.
Mi piace tutto ciò che è comfort: food, coccole, materiali.
Mi piace svegliarmi al mattino e mangiare pane tostato, avocado, lime e fleur de sel.
Ma c'è anche un'altra cosa che mi è sempre piaciuta fare.
E sono gli elenchi.

perchè fa ordine.

perchè ti ricorda.

perchè è un organizzare.

perchè è un condividere. E noi crediamo nella filosofia di share is love.

perchè ti fa capire quanti luoghi sapori e magie ci attendono ancora da esplorare.



Mi piace pensare a un piccolo quaderno virtuale di appunti, dove ora riunisco quello che mi colpisce, le sensazioni, le emozioni e pensa come sarebbe bello se in un futuro dallo schermo potessero uscire i suoni e i profumi del momento e del luogo che si ricorda.

Io vorrei parlare dei miei luoghi del cuore e della mia ricetta del cuore per iniziare la collaborazione con Honest Cooking.
Che siano questo a descrivermi più di altre mille elucubrazioni arzigogolate.
Una specie di auto intervista.Sintetica, precisa, e dettagliata.
Cheers.



I miei ristoranti preferiti

Le Petit Marchè, a Parigi: 9 Rue de Barn.
Nel Marais, piccolo, anzi minuscolo. Con camerieri scapestrati e deliziosamente irresisitibili. Il cibo è un incontro tra il francese e l'asiatico. Le caramelle ai gamberi sono una dipendenza.

Anahuacalli, Parigi, 30 rue des Bernardins.
Un ristorante messicani per intenditori. e io amo il messicano. Frozen margarita da leccarsi i baffi e guacamole da spazzolare prima che tocchi il tavolo.

Dillà, Roma.Via Mario de' Fiori 41.
Piccolo, apparecchiato con strofinacci e piatti spaiati, curato in ogni singolo dettaglio ogni cibo che fanno uscire dalla cucina.Amorevole.

Hambistrò.Milano, Via Savona 13
Due cuochi bellissimi. Io chiedo sempre il tavolo accanto alla cucina con la scusa del freddo, in realtà per sbirciare quanto sono rock questi due giovani chef. e poi gli hamburger migliori che abbia mai mangiato. Funghi e fontina il mio fave.

Can Carlos, Formentera
bellissimo. Pieno di piccole lucine bianche in un cortile arroccato e magico. La pasta con i gambas al brandy è imperdibile così come i loro drinks.

Pasticceria da Giacomo. Milano, Via Sottocorno.
I migliori cannoncini del mondo.

Nanashi, le bento parisien.Parigi, 57 Rue Charlot.
Ottimo bio, tra un giro di shopping e una camminata nell'aria sempre fresca e profumata parigina.

Duryea's Lobster Deck a Montauk, 65 Tuthill Road.
Cielo blu, pescato eccezionale, un apiccola casa di pescatori, tavoli in legno, e un terrazzo a picco sull'oceano. Vento.Un ricordo bello.

The Gramercy tavern, 20ma e Park Avenue, NYC.
Old fashioned food. Nella mia città del cuore.

Taverna Trilussa, Roma, Via del Politeama 25.
Oh, i loro carciofi alla Giudea. Oh.

Trattoria NapoLeone, Firenze.Piazza del Carmine 24
La migliore foresteria per buon cibo e toscanicità.

Tabaccheria Basara, Milano. Via Tortona.
per me il miglior tataki di salmone accompagnato da sake mojito di Milano.

Il mio vino preferito.

Batar di Querciabella.

Il mio vizio.

Foie Gras. Oh, morirò di foiegrassite.Il Migliore è quello che si compra all'aereporto Charles de gaulle, e adesso anche al reparto food dell'Excelsior a Milano.


Il mio ingrediente preferito

Il burro. #inbutterwetrust.

Una ricetta del cuore

Gli gnocchi con il ragù della mia nonna.
Da accompagnare con un buon bicchiere di rosso.
Eccoli.
300 gr di farina
1 kg di patate
sale q.b
1 uovo.

Senza sbucciare le patate, lavatele e fatele bollire in acqua salate.
Ancora calde, sbucciatele poi e mettetele sul piano di lavoro.
Aggiungete sale, farina e uova, e impastate tutto fino a quando il composto sarà soffice e omogeneo.
Dividere l'impasto in filoni e poi a piccoli tocchetti, e con l'aiuto di una forchetta decorate con i classici ghirigori.
Fate risposare gli gnocchi per un'ora e poi buttate in acqua salata e cuocete fino a quando saliranno a galla.

Per il ragù.

250 g di macinato di manzo, 250 g di macinato di maiale, 1 cipolla, 1 carota, 1 costa di sedano, 60 g di concentrato di pomodoro, 300 g di passata di pomodoro, 1 bicchiere di vino rosso, 1 ciuffo di prezzemolo, 2 spicchi d'aglio, olio extra vergine d'oliva, sale e pepe.
Tritate il sedano la carota, la cipolla, gli spicchi d'aglio e il prezzemolo.
Aggiungete il prezzemolo e la carne, alzate la fiamma e lasciate rosolare la carne fino a quando non abbia cambiato colore e la sua acqua non sia evaporata del tutto, insaporite con il sale e il pepe.
Sfumate con il vino e una volta evaporato, aggiungete il concentrato di pomodoro, lasciate cuocere a fiamma alta per altri 5 minuti.
Aggiungete la passata di pomodoro, abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere per 2 ore.


da oggi mi trovate anche qui

http://honestcooking.it/honest-cooking-e-honest-cooker/