a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.

a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.: novembre 2012

venerdì 30 novembre 2012

Girl put your records on: 26 sleeps to go till xmas.


Auto regalo numero tre: imparare a conoscerci.
Anzi, impariamo ad amarci così tanto, e amare ogni cosa che fa parte di noi.


Si noi, queste personcine che siamo  piene di lucine bianche attorno al cuore, sempre pronte ad accogliere, amare,perdonare, raccontare favole, sorridere, commuoverci, che passiamo la giornata a canticchiare la canzone che ci rimane nelle orecchie, che fatichiamo a discernere le emozioni, ma che ne regaliamo tante.

Che siamo così generose da dimenticarci di noi, molte volte, forse troppe volte.
Che cambiamo idea, che siamo lunatiche, che intoniamo ritornelli mentre sciamo, che ci teniamo le mani durante i momenti più importanti, che cadiamo, ma che facciamo spallucce e ricominciamo.
Che ci facciamo tatuaggi, che ci cospargiamo di creme alla vaniglia per mantenere questa pelle morbida. Che amiamo i trucchi e i segreti, che ridiamo da sole per un pensiero felice che ci passa nella mente.
Che cuciniamo con passione, che impariamo cose nuove, che siamo curiose come delfini, che ricominciamo a ballare al Plastic, che viaggiamo, che prendiamo aerei come se fossero tram ma che amiamo il divano e la coperta calda nella nostra tana.


Noi che profumiamo di clementine d'inverno e d'estate siamo più succose di un lampone.
Noi che ci mettiamo a disposizione delle stagioni.
Che le nostre lacrime contengono oceani, che impariamo a memoria i testi delle canzoni perché ehy, ma tu l'hai scritta per me?
Che ci commuoviamo davanti ai flash mob, che sogniamo amori eterni e passioni travolgenti, noi che ci fidiamo anche di chi non merita nemmeno un centesimo della nostra fiducia.

Noi così complicate, noi che le lentiggini invadono il nostro nasino al primo sole. Noi che soffriamo il solletico e la fine di amori sbagliati.
Noi che ci divertiamo con fb e viviamo di film.
Noi che spendiamo tutti i nostri soldi in abiti e piangiamo povertà con tacchi di Prada.Noi che corriamo da te se hai bisogno, anche solo per un abbraccio.
Noi che non potrai mai spegnere la nostra luce perché si, noi brilliamo di luce propria e ricostruiamo edifici meravigliosi da cumuli di macerie.
Noi che amiamo l'arte contemporanea e la filosofia ma siamo appagate dalla lettura di vaniti fair. Noi che abbiamo due cellulari e ci addormentiamo guardandoli.
Noi che amiamo le magliette a righe e fotografare cieli.
Noi che accendiamo candele e fuochi.
Che amiamo il take away, il tartan, le ortensie, le pailettes  le bolle di sapone, i tè caldi, le gonne di tulle, lo smalto rosso, la neve, fare fotografie di quello che mangiamo, le onde sui capelli e gli uomini con la barba.
Che amiamo il curry di verdura, il grigio, ma solo come colore, perché noi e le nostre scelte sono o bianche o nere.
Che adoriamo il Natale ma che il carnevale e la Pasqua ci mettono tristezza.
Noi e i nostri cappucci chiarissimi.
Noi e la nostra birra chiara, ma evviva anche la Guinness nei pomeriggio di pioggia.

Noi che crediamo nella magia e la magia accade.

Amiamo -CI.
Dove il Ci quest'anno deve diventare la priorità numero uno su tutto.
E rimanere tale.
No matter what.


Buon weekend Darlings.
Io oggi nell'ordine mi sono innamorata, a parte di me stessa e della mia ritrovata anima rock and roll:

  • Di questi stivali di Dries Van Noten
  • Di Melissa Satta, che è venuta da noi a fare un fitting ed è bellissima e pure simpaticissima e con dei capelli uao.
  • Delle coperte che fa la mia mamma: si accettano ordinazioni. Mandatemi una mail in privato e vi do tuytte le info. Sono per culla, passeggino, carrozzina e lettini. Fatti a mano da lei with love, e foderati con lenzuolini in cotone ricamato. email me per info: alice.agnelli@me.com
  • Dell'infinito del Maestro Pistoletto: tre cerchi perchè siamo molteplici.
  • Bee a Boy di Mackenzie Thorpe.
le coperte di mamma di Otta: ordinate gente, ordinate!

bee a boy. Want you.

Dries I love you. Get me in these heels.


giovedì 29 novembre 2012

From Marieclaire.it with love - ..Come a little closer to me..27 sleeps till Christmas


Tip tap. Un corso.
Oppure charleston. Perchè l'importante è ballare.
Un nuovo anello di YSL, magari con la cromatura in argento, così lo posso mettere con le mie scarpe nuove.
Un saffiano, bellissimo, desiderato di Mamma Miuccia (Prada)


il nuovo Ipad Mini.
Una Canon Eos.
Un weekend a Marrakech.
Un risotto di zucca, mele, e sidro.
Un Ruinart Rosè millesimato.
Una fuga in un piccolo hotel coperto dalla nebbia per mangiare poi ravioli in brodo , la sera, e bere un Chianti sincero.
Il libro sulla gastronomia Larousse.
Una gonna di tulle.
Tempo: per sciare, per leggere i miei libri, per abbracciare la mia famiglia, per parlare con i miei amici, per ascoltare poesia,per ascoltare la musica e le emozioni di gioia che vogliono venire ad abbracciarci, per comprare fiori meravigliosi, per impastare, per amare sotto un piumone caldo, quando si amerà ancora.




All I want for Christmas: 27 notti a Natale, e cosa vogliamo?
I desideri non possono e non devono per forza o solamente riguardare oggetti che potrebbero incrementare la nostra gallerie di cose.
Quindi, auto regaliamoci qualcosa che può stare con noi, arricchendoci, senza stancarci mai. Regaliamoci spessori che per i futuri 365 giorni ci accompagnino nel cammino, che possano rendere vera la magia del Natale.
Quindi, il perdono, come primo regalo, primo pensiero, che troviamo qui, nel mio post di due giorni fa.
E poi.
Poi pensiamo a cosa possiamo fare di più.
Basta giustificazioni.
Non possiamo limitarci a dire quanto siamo stati bravi a fare qualcosa, e chiudere per sempre il nostro impegno, limitarlo a un momento.
Auto supportiamoci.
E supportiamo chi amiamo.
Perché solo così tutto questo, tutte le parole, tutto troverà la giusta collocazione.
Perché è sorridendo, abbracciando, baciando, parlando, consolando che colmiamo gli spazi che ci dividono dagli altri, che asciughiamo le lacrime che scorrono e possiamo riparare e ripararci dal dolore.
Quindi e ancora: :tutti abbiamo abitudini, riti e gesti quotidiani che ci fanno sentire protetti, perché rappresentano la nostra comfort zone.
Spingiamoci oltre, perché non è un luogo comune che le barche sono fatte per navigare e non per stare nel porto.
La vera avventura comincia in mare aperto.
Quando l'ancora è tratta e forse si c'è vento, forse c'è pure tempesta, ma noi siamo salde e la nostra corazza è resistente.
Sbarelliamo.
Ridiamo.
Tickle.
Proviamo.
Cadiamo.
E rialziamoci.
Noi, il nostro cuore, è la nostra ricchezza.



Quindi curiamoci: una cena ben servita,anche se siamo stanchi, provati e affaticati da una giornata di lavoro, scalda l'animo perché ci fa sentire importanti.
Tiriamo fuori le migliori posate, le tovaglie di lino e festeggiamo la nostra vita, i nostri trionfi ma sopratutto tutti i nostri insuccessi, che ci hanno reso meravigliosamente come siamo.


Con una torta, festeggiamoci con una torta, una pie che è agrodolce, che riscalda solo per tutte le spezie che sprigiona.

Pumpkin Pie

1 zucca mantovana di 3-4 kg
Pasta brisè
200 gr di zucchero bruno ( 180 gr di zucchero con 20 gr di melassa)
zenzero in polvere
cannella in polvere
noce moscata gratuggiata
chiodi di garofano in polvere
1/2 cucchiaino di sale
180 ml di latte intero
180 ml di panna fresca
3 uova grandi
panna montata

Sbollentate la zucca in un filo di acqua calda. Quando è morbida, frullatela e mettetela da parte.
Scaldate il forno a 200°C, rivestite una teglia da forno con carta forno e adagiate la pasta brisè, che farete cuocere nel forno caldo per 15 minuti, mettendo dei pesi sopra ( fagioli) per evitare che si alzi, e cuocendola nel ripiano più basso.
Nel frattempo mescolate al purè di zucca lo zucchero bruno, le spezie e il sale. aggiungete il latte, la panna, e le uova e con un afrusta mescolate il tutto fino a quando non avrete un composto denso e lucido.
Versate il composto nel guscio di pasta brisè e infornate a 180°C per 30 minuti.
Una volta scaduto il tempo, il ripieno dovrebbe essere  gonfio e leggermente crepato ma il centro dovrebbe apparire morbido e tremolante.
Fate raffreddare per un'ora. Servite con panna montata.


oggi mi trovate qui
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli

martedì 27 novembre 2012

Welcome to the good life -29 sleeps to go till Christmas

29 giorni e questo Natale sarà qui. 
Tutto ce lo ricorda: la televisione impazzita con spot di panettoni e giocattoli,le vetrine dei negozi, le cene da organizzare.
Tra 29 giorni esatti sarà la Vigilia, sarà luci calde accese, corse dell'ultimo momento per regali dimenticati, profumi dalla cucina, cioccolate calde o mojiti ghiacciati bevuti con amici per un augurio last minute.Messa di Mezzanotte. Sms, email.
Ma la realtà è che bisogna per forza dare un altro significato al 25 di dicembre.


Altrimenti non vale.
Oggi per la prima volta, mentre ero da Accessorizes a cercare i perfect stocking gifts per la mia Agatina, ho sentito quello che gli inglesi chiamano Goose bumps - la pelle d'oca.
E' partito and so this is christmas, con John che da un cd pre-registrato cercava di trasmettere tutto il calore di un momento in cui bisognerebbe avere solo il cuore lieto.
Quindi per avere il cuore lieto: bisogna essere felici. 
Sereni. 
In pace.
Per almeno una volta, proviamo a pensare veramente a che regali farci questo Natale.
Senza ingordigia ma con tenerezza, con generosità.
Con lucidità.
E il primo regalo è il perdono, a quanto pare. 
Ho letto recentemente una definizione meravigliosa del perdono: perdonare è accettare fino in fondo che ciò che è stato, il passato, sia quello che è, e che non si può modificare.
Abbandonare la speranza che il passato possa essere cambiato.
Perdona, così finalmente puoi volare.
E perdonare non vuol dire pretendere che il male che è stato fatto, subito, sia dimenticato. 
Ma viverlo solo come una parentesi, un tronco nel fiume che stiamo navigando nella nostra pagoda, ma che ormai è superato, lontano, e noi siamo sicure sulla nostra barca, in salvo. 
Una mia amica olandese per questo usa "unduck". 
Quindi perdoniamo. 
E perdoniamoci.
Basta essere giudici inflessibili di noi stesse.
Basta giudicare e essere giudicati.
Leggerezza.
Siamo frivole. Siate frivole.
Voliamo sui macigni della vita e salutiamoli dall'alto della nostra leggiadria.
Un sorriso, spallucce, un po' di rossetto rosso, un sorriso. 
E tutto passa, tutto si sistema.
Ha fatto male, ma forse va bene. Doveva andare così.
Non abbiamo ricevuto, non abbiamo dato, non abbiamo detto. 
E' andata, ormai.
Quindi occhei.
Un respiro, un altro.
Ma questa volta buttiamo fuori tutto.
Tutto ciò che produceva un groppo in gola.

Perdoniamo e perdoniamoci, Darlings.
E non sono solo parole al vento.
Che questo sia davvero il nostro primo auto regalo di Natale.
Il perdono purifica le nostre ali e ci fa tornare a volare.
Di nuovo, leggere.

Et voilà: impacchettato, infiocchettato, con tanto di glitter e spruzzato pure di profumo di abete.
E cannella, che ci piace.


lunedì 26 novembre 2012

Dogs days are over - 30 sleeps to go till Christmas.

Buon inizio della fine di quest'anno, Darlings.

Dicembre: il mese delle luminarie che si accendono, degli zampognari in piazza Duomo, di Babbo Natale. Delle cene. Delle castagne calde usate come piccolo calorifero portatile per scaldarsi le mani, che fa freddo e le parole rimangono cristallizzate in fumetti bianchi, nell'aria.
Il mese in cui si esprimono desideri, si tirano bilanci, ci si deve stringere un po' di più perché bisogna farsi gli auguri ed è Natale e allora abbracciamoci ancora , di nuovo, per sempre, che fa tanto bene.
Il mese in cui si aspetta la neve.
Il mese in cui si vogliono regali da scartare e sorprese meravigliose.
Il mese in cui non si può aver paura a dormire perché le lucine bianche illuminano i balconi.
Il mese in cui le colazioni del mattino dovrebbero essere fatte di pancakes e sciroppo d'acero.
Il mese il cui le gote si fanno rosse.
Il mese in cui sorridi davanti a una vetrina, pensando a quel cappello che regalerai al tuo migliore amico, e già pensi al biglietto da scriverci.
Il mese in cui si fanno picnic sul tappeto con Ruinart Rosè all'ombra dell'albero illuminato.

Il mese in cui sei pronta ad accogliere la neve. A farti neve.A lasciare che un manto bianco cada su tutto questo, per purificarlo, e restituire un Natale dell'83, quando i centimetri caduti erano tanti, la casa era in Viale Beatrice d'Este, e in braccio al proprio papà il mondo sembrava un posto sicuro dove stare.

Quindi, buon inizio della fine di quest'anno.
Buona attesa della fine del mondo, per chi crede ai maya.

Buon tutto, e che questo tutto sia bello, leggero e libero.
Come noi.

I Like

(in ordine sparso)

Le prime ore della nuova manicure, quando lo smalto è perfetto e le mani profumano di crema idratante
Il tè Mariage perché è nelle mussoline di cotone e mi sento così chic quando lo bevo
Il nuovo mini ipad - babbo natale me lo regali?
Le fotografie di Nan Goldin
Rodarte
Glen Hansard
Il cappuccio chiarissimo
La candela alla menta verde di  Dyptique
Scrivere con il pennarello d'argento
Bere Menabrea fredda
I Flashmob con Marry you - vedi qui e qui e qui e qui
Parigi e il mio flat in rue des archives
La casa che profuma di biscotti.
Il sakè mojito
Le mie amiche adorate
Il nuovo tatuaggio che mi farò venerdì prossimo.
Formentera
Il Batàr
Le ortensie
La camicia di Celine che aveva oggi la Gea
Lo smalto verde bottiglia
L'acqua con le bolle
Il tulle
I collant ricamati
Love Actually
I cappelli di lana con ponpon
Le dita tra i capelli
Whatzup
Gli occhiali a forma di albero di Natale
Young, Wild and Free, Snoop Dog.
Le parole di Nesli in L'Amore è qui
Le camicie di lino, quelle grandi, quelle che sanno ancora di mare e sabbia, quelle leggere, anche in inverno
Il nuovo Plastic
Il tweed
Lisa Corva. "Il profumo che sogno deve sapere di vecchi libri, della cera per pavimenti che usava mia nonna, di desideri sospesi, biancheria sexy e pomeriggi di pioggia. E di torta di mele…"








giovedì 22 novembre 2012

Giving Thanks


Thanksgiving.

Rendere Grazie.

Quel grazie che tante volte, troppe, viene dimenticato, lasciato cadere in disuso, trascurato, omesso.
Anche quando invece è così palese la sua necessità.

Anche quando magari la sua presenza è sussurrata.

Quindi per cosa siamo grati?
Ci riflettevo prima, è stato un anno difficile, un anno in cui a tratti ci si è fermati senza rendersi conto di quello che in realtà succedeva.
Tralasciando troppi Grazie.
Grazie importantissimi, perché sì, è stato un 2012 difficile, lungo e faticoso.

Ma è proprio ora che bisogna riconoscere la luce della vita, che arriva quando ti sembra di navigare nel buio, ma in realtà è calda e accogliente e anzi, ti ha già abbracciato.

Quindi Io ringrazio.
Ho un po' di Grazie.

Grazie per la mia meravigliosa, chiassosa, adorabile, famiglia: che ha fatto scudo intorno a me, che si è eretta a mia difesa urlando al mondo e ai vecchi draghi tutto il suo orgoglio e il loro amore.Che ha stappato champagne in quelle giornate che sembrava che proprio non riuscissi nemmeno ad alzarmi dal letto. Che mi ha appoggiato la mano sulla spalla, scostandomi i capelli con tutto l'affetto del mondo.Che sono straordinariamente unici. Che mi ha rapito per qualche weekend e non mi ha lasciata sola ad affrontare il primo Parigi senza lui. Che ha raccolto vettovaglie e servizi di piatti, per farmi ripartire. Che mi chiama ogni mattina solo per dirmi buongiorno.Che non mi lascia mai sola.Che mi scrive email bellissime.Che mi profuma la vita con il loro affetto gigantesco.Che mi regala pellicce vintage.Che fa l'albero di natale con me. Che trova delizioso tutto ciò che cucino.

Grazie per i miei amici, che non sono tanti, ma quelli che ci sono, sono straordinari, mitici, unici. Il bene più prezioso, il porto più sicuro, il conforto più magico.Da chi mi ha aiutato a fare le valigie, a chi mi chiama 10 volte al giorno, chi mi scrive su fb e mette "i like" come sostegno della mia nuova vita, chi mi ha aiutato a disfare cartoni, chi mi ha preparato regali composti e comfort food per l'anima, chi ha impastato biscotti e delicatezze per tamponare lacrime in eccesso. Chi mi ha tenuto la mano per scaldarla quando nemmeno i guanti riuscivano a tenerle protette, queste mani. Chi mi rapisce per i weekend e mi porta a ballare. Chi mi scarica film e cerca di farmi partire la televisione. Chi passa con me una  domenica di pioggia a mangiare risotti, rendendo questa giornata la più dolce del mondo. Chi esalta il mio ego. Chi mi induce all'indulgenza. Chi canta con me in macchina per rendere buffe anche le canzoni più fautrici di ricordi.Chi mi porta per musei e mi fa scoprire vini rari.Chi mi compra i burrocacao e i tè da bere caldi. Chi mi fa foto bellissime che poi condivide con tutti. Chi mi porta ai concerti. Chi mi fa aprire gli occhi.Chi mi chiama Alicina. Chi mi fa fare da zia.






Grazie per questo blog, per le persone che ho incontrato, per le porte che sta aprendo, per darmi fiducia che ciò che scrivo un po' piace. Per le esperienze che mi sta facendo fare.

Grazie per aver messo sulla mia strada questo maglione.

e questo look.


e anche la collezione Autunno inverno 2012 di Stella.E l'anello di YSL. E gli shorts di jeans. E le calze a pois di Calzedonia.




Grazie per i miei colleghi che mi fanno ridere, che rendono ogni trasferta di lavoro divertente e che è bello far parte di un team. Dicono che il primo valore di una squadra vincente sia essere una squadra. e noi lo siamo.



Grazie a Susy che ha trovato  il perfetto hazelnut per i miei capelli.
Grazie per questa poesia, che questa mattina mi ha deliziata:

"Quando vai errando - gli accarezza il braccio mentre spiega - le lettere che compongono il tuo nome vagabondano con te. A volte una si stanca e rimane a riposare in albergo, così ti trovi in giro per una giornata intera senza la E, per esempio. Quando vai errando, i tuoi ricordi d’infanzia sono così concreti che uno di loro potrebbe anche sedersi vicino a te sull’autobus. Quando vai errando, i lacci delle scarpe e dell’anima ti si slacciano più spesso… Quando vai errando, l’area dell’innamoramento è sempre accesa, esiste il pericolo che t’innamori persino di una città."

(Eshkol Nevo)


Grazie per l'iphone..e vabbè. E' una fede per me. Checcivuoi fare.
Grazie per il fantastico libro di Lisa Corva. Io, i miei due cellulari accanto al cuscino, le unghie blu, i sabati mattina e le tartellette di Matilde.
Grazie per la mia roomie, Matilde, per l'appunto, che mi farà passare la paura del buio.
Grazie al team di Claifornia Bakery di via Tortona: i cappuccini chiari più buoni dell'universo, in tazza take away, ogni mattina.
Grazie per l'estate più bella della mia vita e per il costume tigrato.
Grazie per gli UGG, il piumone sul letto, il tappeto peloso: tutto ciò riesce a farmi affrontare la stagione fredda con meno paura del gelo.
Grazie per le poesie quotidiane. Quelle scritte sui cartelli e quelle sussurrate nell'orecchio.
Grazie per la buona musica quella che ti fa ballare in segreto mentre cammini verso il lavoro.
Grazie per i flashmob su "Marry you", che ci fanno sognare.
Grazie per gli aerei che ci portano lontano e per i duty free che ti fanno profumare prima della partenza.
Grazie a Beth Ditto e alla sua ceretta, che anche se è la più approssimativa della storia, ci salva sempre.
Grazie a Snoop Dog e a Young, Wild and Free.
Grazie al mio caporedattore di marieclaire.it,la Paoletta, e alle mie funky mamas, Chiara e Justine, che credono in me.
Grazie a Sandra e al nostro meraviglioso cappuccino in Notting Hill.
Grazie ai "Valentini" di valentino che mi regalano sogni in formato chiffon.
Grazie alle magliette a righe e a colui/colei che le ha inventate. Mi rendono felice.
Grazie per le lucine bianche che si accendono ogni Natale e per la neve che cadrà.
Grazie per le serate al Garghet e per l'amore ritrovato per la birra.
Grazie per le renne che ci fanno credere in Babbo Natale.
Grazie per Londra.
Grazie per i Band of Horses.
Grazie a Obama e al suo the best is yet to come.
Grazie al ristorante Can Carlos e alla sua pastas con gambas al brandy.
Grazie alla mia Kat che mi chiama Culetta e che mi fa ridere ogni volta.
Grazie per Iris Nobile di Prada che ormai fa parte di me più del mio sangue stesso.
Grazie per questi cieli blu che ho fotografato.
Grazie al mio Peduzzi che cerca di farmi rinsavire e capire le regole del risparmio, da circa 15 anni ormai, senza stancarsi mai di ripetere le stesse cose.
Grazie a mamma Miuccia per la collana che ormai è il mio talismano.
Grazie al buon Yehuda Berg e ai suoi daily kabbalah tune ups.

Grazie per tutto questo amore che è gioia, che è amicizia, che è serenità che è solidarietà, che è affetto che mi fa cantare che mi fa volare che sa di mare ma anche un po' di neve e brillantini.




You got the love.Penati, il Tartufo e Querciabella. From MarieClaire.it with love


Chissà cosa pensano le cantanti nel momento che precede l'entrata sul palco...si esattamente quel momento mentre salgono le scale che le separano dalla folla, quell'attimo in cui sono sole con se stesse.
Chissà cosa sognano, cosa immaginano, l'adrenalina che scorre nelle vene.


E chissà, ancora cosa pensa la famosa designer mentre assembla i look per la sfilata, e le sarte fanno l'ultimo rammendo, il taglio e cucito che determinerà il successo di una stagione di abiti, e il destino di un'intera azienda, dove per azienda si intende tutte le persone che ci lavorano, e non soltanto numeri.
Quel minuto in cui tutto si gioca e l'idea si fa forma e diventa rivoluzione di stile.
Alzeranno gli occhi al cielo, pregando?
Penseranno al caldo tepore del salotto della loro casa, dove potersi rifugiare appena possibile?
Immagineranno le loro famiglie fiere di loro, e si commuoveranno?




Chissà.
E cosa pensa uno Chef, che dopo anni di scuola e gavetta, si trova a gestire uno dei ristoranti più famosi d'Italia, uno di quei ristoranti dove nulla è lasciato al caso, dove persino la polenta che si mangia è frutto di lavoro e passione meticolosa.
Beh questo Chef secondo me si deve sentire molto fiero: e non solo per la immensa tradizione che porta avanti, per il fatto che oltre a offrire cibo magnificamente delizioso, regala amore e comfort ad ogni portata, facendoti esplodere il gusto nella bocca ad ogni assaggio, e soprattutto facendoti auspicare che quello che assaggi non finisca mai, perchè è tutto troppo buono.
E aggiungici anche ingredienti fresci, biologici, una cornice fatta di foglie di autunno gialle e rosse, l'abbinamento ad una delle più prestigiose cantine che abbiamo il piacere di avere in Italia, ed il gioco è fatto.




Sto parlando dello Chef Theo Penati e del suo ristorante, Pierino Penati, che si trova a Viganò, in provincia di Lecco.
E sto parlando di Querciabella, e di Sebastiano Cossia Castiglioni e della sua adorabile moglie Jane, che riescono a rendere speciale qualsiasi attimo trascorso in loro compagnia, perchè raramente la vita ti mette davanti a persone di siffata cultura e delicatezza.
E allora dici, uao. Questo è un dono straordinario.

E poi c'è il tartufo bianco, che scopri che il suo profumo e sapore cambia in base a dove è stato trovato. Faggio o Quercia, è l'albero che fa la differenza.
E poi c'è il Batar, che è un vino eccezionale e che ti lascia senza parole, ogni volta che assapori i suoi profumi e i suoi umori.
E poi c'è Theo che ti spiega ogni piatto con una delicatezza innata, quasi poesia.
E poi c'è il il suo papà, Pierino Penati, che è il più grande esperto di formaggi, ed io che vengo chiamata Formaggina, ne rimango estasiata.
E poi c'è Sebastiano con Jane che ti raccontano la cura e la dedizione con cui stanno rendendo Querciabella una realtà unica e incredibile.




E ci sono anche i mini hotdog vegetariani che ti si sciolgono in bocca dalla tenerezza. Le chips di verdura, che sembra di essere da Stella a Londra.Conettti di verdurine fritte dell'orto, il topinambur e una stracciatella di burrata talmente fresca da essere latte. Il tutto cosparso di meraviglioso e sublime tartufo bianco.
E poi gli gnocchi, il risotto, le tagliatelle, il sorbetto al sedano verde, dolci così perfetti da sembrare usciti dal pranzo di Babette - by the way, Mister Theo, abbiamo una sfida aperta sulle Madeleines- ...ma soprattutto lui: l'uovo perfetto.


Theo ha condiviso la ricetta con noi.
Riporterò insieme alla ricetta, le sue parole, che spero vi incantino come hanno incantato me.

"L'idea nasce anni fà, per la noia di mangiare delle uova sode terribili.

Cominciai ponendo alla gente quesiti sul tempo e modo di cotture delle loro uova, come si dice in gergo gli ruppi le uova nel paniere.
Bene mi promisi che a tempo perso ci avrei lavorato e così feci.
6 mesi dopo e circa 600 uova dopo, riuscii a dire "ecco ho fatto l'uovo sodo, il mio uovo sodo", naturalmente tutti si chiesero la differenza fra le altre uova sode???
Chiaro, mostrando l'uovo col guscio, non si coglieva nessuna differenza. Ma quello interessante stava dentro, stava nel come avessi cotto l'uovo.

Ruppi il guscio e vedendo questo spettacolo d'uovo uscire dal suo nascondiglio, esclamai; PERFETTO!!

...dal quel momento il mio uovo si chiamò "uovo perfetto"

Per prepararle ti servono solamente delle uova freschissime, tre ore e mezzo di tempo per cuocerle in acqua a 62° e una sonda precisa che ti controlli la temperatura.
Questa è la base di cottura, poi le puoi condire come desideri. "


oggi mi trovate qui:
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli


lunedì 19 novembre 2012

My joy, always remember me. #worldsecond


Dammi una maglietta a righe, che le righe fanno gioia, e io ne ho un cassetto pieno.
E non riesco a smettere di comprarle.


Dammi un cielo da fotografare, che a molti sembrano tutti uguali, questi cieli, ma io mi ci perdo, con il naso all'insù, e mi piace quella montagna di zucchero filato che a volte nasconde il sole, ma si sa, il sole lo scioglie lo zucchero e poi se arriva la pioggia, è pioggia dolce.

Dammi il tartufo. O meglio, secondo la regola che siamo a disposizione delle stagioni, dammi la verdura dell'autunno, e della primavera e i frutti rossi dell'estate, e i cachi invernali. I funghi, com'è che cantava De Gregori?Ah si.."(..) dietro la collina non c'è più nessuno, solo aghi di pino e silenzio e funghi buoni da mangiare, buoni da seccare, da farci il sugo quando è Natale, quando i bambini piangono e a dormire non ci vogliono andare.". E a noi il Natale piace, come ci piacciono i tartufi, nel risotto, con un bicchiere di Amarone e qualche chiacchiera sincera.



Dammi un posto - Dillà, per esempio, in via Mario de Fiori 41, a Roma-  dove servono gnocchetti freschi, in piatti dalle porcellane antiche, e come tovaglioli strofinacci. Un posto tra le viette di sampietrini di Roma, trovato per caso, che la vita in questo momento per andare deve andare a caso, per poi scoprire che tutto ha una direzione, un senso, un motivo di essere. E poi c'è il freddo autunnale, e la stanchezza felice di essere certi di aver fatto un buon lavoro, quindi questo pranzo ce lo si gusta di più. E loro sono tutti giovani, simpatici, ti fanno sentire a casa, ti portano comfort food in pentolini della nonna e allora casa, dovunque essa sia, ora, sembra più vicina. 

Dammi un rientro da un viaggio di lavoro, dove ad aspettarti i tuoi fratelli, per un weekend a base di albero di natale, decori, addobbi, segreti sussurrati nel lettone, coccole, torte e forno acceso, sfogliate di mela lasciate dalla tua adorata roomie.
Dammi le canzoni di natale, dammi un buon libro, di quelli che leggi di un fiato, dove ti ritrovi nella protagonista, dove anzi, forse sei tu la protagonista e piangi con lei, e pensi a farti anche tu le unghie blu. Dammi una vasca da bagno calda, piena di schiuma, una crema alla vaniglia da massaggiare con una calma ritrovata su tutta questa pelle.
Dammi un po' di silenzio che devo pensare e questa solitudine a volte è troppo rumorosa, non mi appartiene, non la voglio.



Dammi le candele di Dyptique - quella alla menta verde, e quella all'Ambra - oh si che io amo l'ambra, l'ho sempre amata. E quella alla menta verde sa di viaggi che voglio fare, di fresco di una primavera a novembre.

Dammi una nuova ricetta. E ben 4 nuovi video realizzati per voi.
Cake al Pecorino, ecco la ricetta. E questa volta è tutta nei video.






Dammi la mia mamma, che ha iniziato a tricottare ed ora è richiesta da tutti i negozi per nani: copertine di lana e lenzuolini. 
Dammi incontri fortuiti, sorrisi rubati, giochi di sguardi, abbracci dove rifugiarsi, un weekend sulla neve, con la tua amica,
Dammi una birra fresca, magari una Menabrea.
Dammi il ricordo di questa estate qui.
Dammi la gioia di ricevere inviti.
Dammi il panino più buono del mondo: prosciutto cotto affumicato, pan brioschè e philadelphia.E la vita sorride.


Dammi la stagione degli UGG, le foglie gialle che coprono i marciapiedi, una crema idratante per il viso che conforta, che nutre. Un nuovo tè che ci piace e scalda le ossa. Gli scones alla fragola e crema di Lucia.
Il sorriso di mio fratello. Un messaggio su whatzup che ti scalda.Parigi, perchè "avremo sempre Parigi". Londra e un biglietto per andare a trovare la zia.

Dammi un nuovo progetto, questa volta con Montblanc, e questa volta riguarda questi preziosi, meravigliosi, unici attimi di felicità.Quella felicità che si cattura nello spazio di qualche decina di megapixel, per poi creare un mosaico di piccoli pezzi vissuti, che vogliono regalare un sorriso, un'emozione, un po' di luce.
Qui i dettagli. Qui mi troverete.Qui sono pronta a catturare ciò che rende la mia vita felice. L'happy del mio ness.