a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.

a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.: aprile 2013

martedì 30 aprile 2013

Open your eyes. #CBM #apriamogliocchi


Sono stata contattata per un progetto da una persona di quelle rare, uniche, quelle persone che appunto ti parlano con gli occhi e ti stringono in un sorriso, per intenderci quelle persone che non hanno paura di provare emozioni e di condividerle: Carola Muttoni.



Con il suo entusiasmo e sincerità, mi ha coinvolto in un progetto bello, un progetto di quelli che vogliono creare la differenza, quelli che ti senti feria di poterne essere parte.

Cosa faresti se non riuscissi a vedere?
Se tuo figlio, tua sorella oppure tu stessa, perdessi la possibilità di sgranare gli occhi su questo mondo meraviglioso, su questi cieli, su queste nuvole,se non potessi vedere il volto di chi ami, se quel blu del mare lo potessi solo immaginare, cosa faresti?

E poi: poi cosa racchiude uno sguardo?
Cosa possiamo dire guardando, osservando le persone le anime belle e il nostro vissuto?
Dove ci conduce uno sguardo?
Uno sguardo, un'occhiata che può portare all'inizio di un amore, a un sorriso, a una nuova alleanza.

Io amo sognare e sognare a occhi aperti mi culla durante il giorno, mentre cammino e costruisce una realtà meno dura, di quella che a volte ci troviamo ad affrontare.
A volte i miei sogni velano i miei occhi e mi impediscono di vedere la realtà, ma io sono fortunata: un battito di ciglia e l'universo con i suoi incanti e i suoi casini è tutto intorno a me.

Per cui si, io sono fortunata, per vari e molteplici aspetti, ed è ora che tutti noi apriamo gli occhi.

Quindi, per  questa volta sono fiera di lasciare i miei sogni in cantina e di spalancarli, questi occhioni verdi, e ampliare la veduta anche a tutti voi che mi leggete.

Qui l'intervista al bravissimo fotografo Giulio Palaferri- quel sant'uomo oserei dire che mi ha messo in posa e mi ha fatto fotografie meravigliose, con tutta la pazienza del mondo, che io quando mi devo fare fotografare, come dice mio padre, assumo un'espressione alquanto imbarazzante.

Più informazioni:

Vi aspettiamo Giovedì 9 Maggio @CityLife Milano, Via Duilio 5 dalle 18.30.

Share is love.

1- perché questo progetto.

Perché? 
Credo fortemente nell'impegno sociale a favore di persone che vivono, ogni giorno della loro esistenza, sofferenze fisiche e disagi sociali di ogni tipo.
Quando Carola mi ha parlato di CBM Italia Onlus e delle loro iniziative, ho accettato la sua proposta ed insieme abbiamo pensato ad un evento che colpisse e sensibilizzasse più persone possibili sui problemi della cecità infantile nel mondo.

Vedendo i video/documentario di CBM, i volti e sopratutto gli occhi di questi bambini africani e dell'estremo oriente, sofferenti di patologie oculari gravi ma curabili, non puoi non notare, aldilà della sofferenza, la speranza, il desiderio che un giorno arrivi li qualcuno che li possa curare, che possa ridare loro la vista ed il sorriso.

Come si fa a non nutrire la SPERANZA di queste creature? Come si può nascondere la testa sotto la sabbia senza sentirsi vigliacchi ed incoscienti di fronte a questi problemi?
Come è possibile non impegnare un po' del nostro tempo per ridare loro la gioia di vivere?
È a queste domande che la gente e sopratutto i "Potenti" di tutto il mondo dovrebbero rispondere.....

2-cosa dice uno sguardo.

Molti scrittori, saggisti, poeti, scienziati hanno cercato la definizione di cos'è uno "Sguardo" dandone interpretazioni diverse, di tipo esoterico, di tipo religioso ed anche di tipo scientifico ed ognuno può trovare la giusta interpretazione che più si confà alla sua personalità ed alle sue credenze.

Io semplicemente credo che in uno "Sguardo" ci sia il nostro vissuto, ogni piccolo momento di ciò che abbiamo percepito ogni giorno, tutto quello che la nostra esistenza ha attraversato itinerando tra ostacoli impervi e fluide discese, tra attimi tempestosi e momenti di luce intensa, tra il vento gelido dell'inverno e quello fresco e rassicurante della primavera. Lo sguardo racchiude desideri, aspettative, paure, sofferenze, gioie, curiosità, incoscienza, consapevolezza e tutto ciò che non ti saresti mai aspettato di provare.

Uno sguardo molto spesso non ti racconta alcunchè e molte altre volte ti svela la vita intera di una persona. Guardando intensamente, molto intensamente nello specchio noi stessi, ed io ci ho provato per diversi minuti, ho visto una parte della mia profondità che non conoscevo, credo di essermi anche spaventato perché ho avuto esattamente la percezione di aver raggiunto una parte che non conoscevo......
Sarà forse la mia Anima???

3-apriamo gli occhi. Come?


Aprire gli occhi per me significa "Protestare"!!!!
Come? Intensificando, in ogni modo possibile anche estremo, il nostro impegno ed il nostro disagio per chi soffre e non può godere della vita così come dovrebbe essere.

Non possiamo più permettere che si utilizzino migliaia di miliardi di dollari o euro, per potenziare gli armamenti o per viaggi nello spazio alla ricerca di altre forme di vita, quando i grandi potenti della nostra terra hanno fatto in modo di distruggere l'eco sistema del nostro pianeta con lo sfruttamento delle risorse e senza preoccuparsi in nessun modo delle energie alternative a disposizione.

Inquinamento marino e terrestre, disboscamenti di foreste tropicali, veri polmoni benefici per la qualità della nostra aria, utilizzo dei paesi sottosviluppati come discariche per i rifiuti tossici delle grandi multinazionali del mondo, questo e' diventato il nostro pianeta e senza l'impegno da parte di tutti, e nel nostro piccolo ognuno di noi può fare qualcosa, ci saranno pochi privilegiati e molti, anzi moltissimi sofferenti in ogni parte del mondo.
APRIAMO GLI OCCHI, tutti assieme!!!!





sabato 27 aprile 2013

Smile like you mean it. #diariodiviaggio - Parte tre


La coppia perfetta è il sale con la patata.

Si completano, l'uno esalta il sapore dell'altra...danno gusto e legittimazione alle rispettive esistenze.


Entrambi esistono anche separatamente e sono usabili in diversi modi, ma quale matrimonio è più perfetto del sale e della patatina fritta?

Forse è questo che cerco: il mio sale.
Un perfetto bilanciamento e completamento delle corrispettive vite.

E l'olio d'oliva, necessario terzo attante in questa accoppiata vincente, potrebbe essere un golden retriever, i quotidiani al sabato mattina, le colazioni lente, dormire abbracciati, le cene a lume di candela sul tappetto di casa, musica nell'aria che accompagna le domeniche e le estati da passare insieme,il libri da leggere e da scambiarsi, un figlio, un progetto.

Oggi pioggia, mercato, spezie c conclusioni che non arrivano e stravolgono limiti perché io vorrei davvero che le cose a cui ancora penso, e parlo di tutte quelle piccole scocciature, delle risposte che non ho mai o ancora dato, grandi e minuscoli dolori, ecco, vorrei davvero che questi scomparissero dalla mia mente come neve al sole, e invece no, la memoria a ritmi alterni me li propone, congelando e scongelando attimi di cui non sento necessità.

Fleur de sel o sale hymalaiano.
Profumo di pollo arrosto e di baguette calda.
Hot-dog e churros.
Cena al thai, ma questa sera pizza.
Chanel e il suo temporary store incantato.
Dior e le camicie a fiori di Monsieur Simons, tra piante di lavanda.
Abiti di cotone e borse con specchietti e pompon.
Siamo state brave: niente shopping solo risate e esperienze che riempiono la borsa, i ricordi, i pensieri.

Ho incontrato di nuovo i miei nonni, in sogno, in quelle tre ore in cui finalmente ho preso sonno, ieri sera - maledetta insonnia!
E come ogni volta l'abbraccio di mia nonna era caldo e profumato.

Guardiamo rugby in tv, in francese.

Torneo di bocce in Place des Lyces e un matrimonio di inglesi all'Hotel de Ville: lui aveva la giacca troppo grande, le damigelle erano confetti camminanti e la sposa era troppo bionda.
Ma sembravano tutti felici.
Anzi, lo erano, ed erano pure commossi e io mi sono commossa.

Cuori sparsi a profusione.
Love is all around.

Meno male ho la mia k-way.



venerdì 26 aprile 2013

we are not broken, just bent. #diaridiviaggio. Parte due.


Sale mare pioggia anche.
Pain au chocolat, tanti.

Abbiamo il vento nei capelli.


E decidiamo di non lavarli e uscire così, un po' ricciolute, un po' ancora che sappiamo quasi d'estate e anche un po' di gelsomino che qui le strade ne sono costellate.

Poi è uscito il sole, poi we soaked up the sun, e l'unica cosa che è più normale da fare è non muoversi dalla spiaggia e appiccicarsi addosso ogni granello di sabbia.

It's better to feel pain than nothing at all.
The opposite of LOVE is indifference.
So pay attention now, I'm standing at your porch screaming out, and I won't leave untill you come downstair, so keep your head up, my love.

Abbiamo scoperto che se togli le lettere centrali dal mio nome si pùò trasformare in Amore. Così: Alice ->A---E -> AMORE

Bella scoperta, come se non sapessi già che pare che la mia felicità e il mio equilibrio siano per ora direttamente proporzionali all'amore che ricevo.

Le spalle quasi scottano un po', il costume è anche quello a righe.

L'enfasi da spiaggia ci porterà alla deriva e già all'orizzonte sento l'odore di pollo fritto e pomme de terre. freddo il sancerre già scivola nei nostri bicchieri ubriachi di chiacchiere.




Coachella 2013

Post semiserio di due amiche che volano alto sulle ali della fantasia

in collaborazione con Valentina di www.oilnanoolamoda.com

ogni riga è frutto esclusivo di puro casual friday delirio.
(trovate il resto su www.oilnanoolamoda.com)



Valigie fatte ma in realtà noi viaggiamo leggere.
Chic.
Non è vero: non viaggiamo mai leggere, non siamo state dotate dalle nostre mamme del dono della sintesi, nè per quanto riguarda le parole, nè per quanto riguarda i bagagli.
però chic sempre che noi anche nel nostro essere un po' gitane, siamo sempre tanta robba, con due bb e forse pure due rr all'inizio.

Il beauty è un trasporto speciale a sè stante: ma che davvero vuoi farti 15 ore di aereo senza una scorta grande quanto quella delle cochecole light di Karl Lagerfeld di creme idratanti?
E poi con il sole di Coachella, vuoi non cosparge il nostro regal corpicino di protezione 50, che noi appena becchiamo un po' di sole ci trasformiamo in lentiggini vaganti.
Sia mai, che in quel di Milano dobbiamo abbandonare gli abiti un po' hippie e re infilarci in quelli seri di ruoli ritagliati su misura meglio che un tailor made bespoken di Tom Ford ai tempi d'oro. Ed è qui che vige la carnagione emaciata, del genere "sono milanese e un po' abbruttito dalla routine quotidiana ma sempre abbastanza snob per andare all'ombra de vin a fare l'aperò."


i nostri vicini di tenda ai quali abbiamo cucinato un piatto di bucatini alle 5am del mattino
la nostra magione per questi giorni.

Quindi eccoci, con il chewing gum alla fragola in bocca, una macchinona di quelle con 10 cambi per affrontare al meglio le strade californiane, un frappè preso al Mac and Drive appena fuori l'aeroporto  e una mappa più grande di noi che ovviamente non sappiamo usare.

Quindi eccoci io e Valentina, con le nostre anime macramè: un po' in fuga dalla routine di lavoro, nani, chiffon e ricette.
Un po' desperate housewife, ma nella versione giusta, quella di Gabriella Solis, per intenderci: calde come la brace, simpatiche, spedaccione e affamate di risate e leggerezza.

Speriamo solo di imbroccare alla fine la strada giusta che tirare su e giù le valigie per paura che ci rubino il cardigan con le stelle di YSL ancora unico esemplare prodotto e in circolazione, appena uscito dalla sfilata, ecco sia mai.
E noi comunque le energie le dobbiamo tenere per cantare e ballare.


Comunque eccoci on the road cantare a squarciagola tutte le canzoni più hit della line up dei tre giorni del festival.
Cantiamo così tanto che non sentiamo le sirene della polizia che ci fermano: guida in stato di ebrezza non può essere, perchè la fiaschetta con grey goose non è ancora stata sapientemente mixata dalla mia amica Sue Ellen- Valentina.
Ci fermano perché siamo belle, ecco perché. Nei nostri kaftani lunghi e di seta, che siamo ancora versione high maintenance post aereo che Lacoste che ci ha sponsorizzato il viaggio come top celebrities italiane, ha fatto le cose in grande, qui si è viaggiato business, no freaking jokes with us.

Di nuovo in viaggio, il motto è let's talk with strangers: conosciamo gente, incantatori di serpenti, ballerine, vecchie glorie di cabaret e ognuno ha una storia da regalarci e una canzone da cantare con noi.
L'adrenalina è tanta, è alta, montiamo la tenda, anche questa super accessoriata, ma sempre tenda è... che noi se giochiamo alle cacciamoneta, lo facciamo bene.
:)

Eccoci allora: cantiamo, beviamo birra, fumiamo, cantiamo, mangiamo veggie, facciamo yoga e ilsaluto al sole al mattino. Ci basta mezz'ora per dimenticarci dell'igenizzante mani, del balsamo per le doppie punte - ah, la vita, che vita, che come disse qualcuno, la vita è quella cosa che ti capita mentre sei intento a combattere le doppie punte, cit Giada- e l'unica cosa che facciamo è ballare e cantare e parlare con sconosciuti biondi e surfisti che si gettano ovviamente tutti ai nostri piedi - vuoi mettere il fascino di due italiane sole nel mezzo di coachella?
Sappiamo promettere amatriciane cucinate anche solo con il fornelletto da campo.







E poi: I Red Hot Chili Peppers. I Lumineers, i Of monsters and men. I Blur: Girls who are boys 
Who like boys to be girls Who do boys like they´re girls Who do girls like they´re boys Always should be someone you really love. I band of Horses e qui quando cantano no one's gonna love you more tha i love you ecco, ciao.

Eh si perchè saremo anche la versione teen di due gipsy ma dentro abbiamo un cuore che batte forte: basta un po' di dolcezza e ci incarti e scarti come una caramella, di quelle frizzanti, al limone che vorresti non finisse mai per intenderci.

I Local Natives: u.a.o.
Daft Punk. 
James Black- Hello james, i just saw you at Chanel, remember me?

Che dire, toglie tutto il fiato, la musica è poesia che ti entra dentro, un po' ti fa ballare, un po' ti sballa, altre volte ti fa ritrovare in fiumi di lacrime ma assolve al suo compito: ti riporta alla luce emozioni e sentimenti e momenti che non devono andare persi perchè sono ancora così vivi e nitidi che sembra si possano toccare e allora abbracciamole queste emozioni così profonde che solo noi sappiamo provare.

Non abbiamo più paura: abbiamo vinto, abbiamo perso, abbiamo pianto, abbiamo riso, abbiamo creduto di morire ma poi in qualche modo siamo ancora in piedi e stiamo ballando sembra.
Proprio grazie a queste stesse emozioni.

Eccomi in versione Coachella.

Ovviamente a questo punto Pharrell si è innamorato di me facendo performing live con i daft punk: mi ha notata tra la folla - ebbene si gli ho lanciato la mia seconda di reggiseno - un intimo oysho ha sempre il suo perché..d'altronde se lanci oysho a un music festival vuol dire che presupponi tanta LaPerla nel cassetto...- mi ha poi rapita e gettandosi ai miei piedi mi ha chiesto di seguirlo nella sua magione di Malibu.

versione yoga mattutino

noi ci crediamo. eccome se ci crediamo.




giovedì 25 aprile 2013

Sweet disposition.

"I beg you … to have patience with everything unresolved in your heart and try to love the questions themselves as if they were locked rooms or books written in a very for­eign language. Don’t search for the answers, which could not be given to you now, because you would not be able to live them. And the point is to live everything. Live the questions now. Perhaps then someday far in the future you will gradually, without ever noticing it, live your way into the answer." 

~Rainer Maria Rilke




Via, on the road con Gloria, che è la mia coscienza.
Un po' per prendere fiato, un po' per tirarlo, un fiato un po' affaticato.

E allora.

Allora profumiamo di zucchero e  di glicine e di sabbia, quando torniamo nel nostro piccolo piccolo hotel di un non- colore che un po' ci assomiglia adesso.

Un piccolo piccolo hotel trovato per caso, in una "impasse", che in francese vuol dire vicolo cieco. Un hotel con un cortile pieno di piante e tavolini e lanterne e con tutti i mobili in grigio chiaro, provenzali.

Spiaggia, piedi nudi, maglioni pesanti, dove perderci dentro.

Riccioli di nuvole adagiati su un cielo di carta velina.

Magliette a righe, libri, mare, pensieri sparsi e in libertà.

Silenzio, sabbia e vento.

Qualche passante, un cane che corre.
Mi addormento perfino.

Poi mangiamo una tarte au citron meringuè e la vita è bella.

Bevo Kyr Royale e penso che non vedo l'ora di avere salsedine appiccicata addosso.
Penso che forse vorrei solo fare la cuoca, tornassi indietro. Che forse dovrei cercare una casa che sia un po' più mia, magari con un camino, ma piccola.
Penso che sarebbe bello vivere al mare sempre, magari con un labrador cioccolato di nome India e una borsa fatta di specchietti, come piace a me.

Mangio un po' di pain au raisin e capisco che forse la vita dovrebbe essere più semplice, meno costellata di vorrei, o forse di più, non lo so ora di cosa, però più semplice, quello sì sicuro.

Una riflessione che sembra uscita da una canzone di Patty Pravo: la Vita sembra che non ci cambi, quindi dobbiamo cambiare noi.



mercoledì 24 aprile 2013

Forse l'Amore non è una cosa semplice - from marieclaire.it with love


Sono due sere che trituro questo pensiero.


Prima davanti alla birra bio più buona del mondo - la Birra Castello, l'avete mai provata?Accipicchia, ne sono totally addicted - e  davanti a un fusillo al pomodoro aggrovigliato così bene che sembra quasi un'opera d'arte - bello perdersi in un mare di pasta da Eataly a Milano, bello uscirne con sacchetto pieno di pasta Afeltra che solo vederla bollire in una pentola d'acqua bollente riempie gli occhi e lo stomaco di libidine - e poi ieri sera da Angelo's Bistrot, pasteggiando a vodka, con le mie amiche del cuore, in onore di quella buon'anima eightie di Sue Ellen.

Forse Tiziano non aveva ragione.
Forse l'Amore non è una cosa semplice.
Forse in verità è un bel casino, se è Amore.
Forse il casino stesso presuppone l'Amore.
Forse chi non risica non rosica, forse solo il tanto penare porta poi al trionfo del Sentimento.

E occhei siamo anime belle dall'anima romantica, siamo ragazze dalle gambe toniche e che si trovano a proprio agio sia da Leroy Merlin sia da Valentino, il che presuppone in noi un grande spirito di adattamento e un'apertura alla Vita diversa  e siamo a disposizione di stagioni, momenti ed emozioni e quindi forse questo espone di più.

Però.
Però c'è qualcosa che non torna.

Oh Menny caro, forse con te l'amore sarebbe semplice..


Buona la vodka da Luca&Andrea a Milano, sui Navigli e con tanto di bocciolo di rosa che ci fa sentire subito eprsone migliori.

Lascio il forse perché voglio ancora credere che Tiziano avesse in parte ragione.
Il fatto è che non esiste storia, relazione, avventura, senza patemi d'animo, ansie e ostacoli da superare.
Anche le mie amiche che ora sono sposate e correlate di nane e nani bellissimi hanno dovuto superare salite impervie e crisi esistenziali, tradimenti, e crampi alle dita che impedivano il contatto telefonico delle loro dolci metà.

Cosa, mi domando cosa, complica il tutto.
Come dalla magia dei primi incontri, dei primi baci, si passa ad attendere whatzup, messaggi, telefonate che non arrivano, a combattere contro vecchi draghi che non si capisce come si intrufolano in favole non loro, a farne fatti di principio  di fatti che dovrebbero riguardare solo baci, carezze e calore?

Io ho un campionario di casistica ampio, grazie anche alle mie amiche:

  • c'è chi lotta contro paturnie, angosce e perplessità del maskio alfa. Del genere "rifuggo a ogni qualsivoglia tipo di impegno perché non sono pronto, non ho l'età, non me la sento, ho male al dente, faccio puzzette di notte, insomma, ogni scusa è buona"
  • c'è chi dopo il matrimonio, si ritrova uno che regredisce alla fase teenager e passa le serate, che dovrebbero essere costellate da sesso selvaggio,  sdraiato invece sul divano a giocare alla PES che manco Gue Pequeno o Giuliano Palma riuscirebbero a batterlo.
  • c'è chi supplica per non essere data per scontata, per poi scoprire che il fidanzato alfa in questione  a te da totalmente per garantita, mentre all'amante la porta in giornata a Timbuktu per sorprenderla.
  • c'è chi lotta contro fantasmi di ex, o di attuali, o di amiche del cuore - ma di cosa parliamo? Max Pezzali non ha insegnato nulla quando predicava la regola dell'Amico?- o di famiglie più o meno invadenti.
  • c'è chi si ritrova basita davanti a coloro i quali non fanno succedere i fatti alle parole.
  • c'è chi offre miliardi di giustificazioni poco plausibili a chi, per l'appunto, viene colpito da momentanea incapacità di intendere, volere e scrivere.

Insomma, ce n'è sempre una nuova, che viene poi iscritta nell'albo degli annoveri di casistiche che ci fanno un po' da solletico all'umore quando ci ritroviamo, noi streghe buone, davanti a una cena imbandita di parole e consigli.
Ovviamente solo quando riusciamo a auto esautorarci dal contesto, perchè altrimenti sono lacrime e paturnie e "ma perchè non scegli me", ripetuto allo strazio, un po' ci si sente come Julia Roberts in Notting Hill, quando entra da Hugh e lo supplica, offrendogli persino uno Chagall , di amarla che alla fine lei è solo una semplice ragazza, bellissima e ricchissima e vegetariana e con dei capellli bellissimi, ma pur sempre semplice.

Ed il bello è che siamo tutte abbastanza intelligenti e sgamate per dire che non è più tempo di perdere tempo, che noi vogliamo le labbra e la carne, per dirla alla J-X, ma vogliamo anche verità, vogliamo che se scrivi che ti manco ti sbatta per vedermi e per dimostrarlo, vogliamo fatti, insomma.

Però poi ci perdiamo nel famoso bicchiere d'acqua - o di vodka, all'occorrenza.

belle le mie amiche
Da Angelo's Bistrot, in Via Savona 55, Milano.
io e la mia bella amica Valentina di oilnanoolamoda.com
Forse il problema sta nelle aspettative che ci creiamo: ma come si fa a non farsene un po', d'altronde?

Cioè è ben ovvio che quando ci sono quei baci belli che tolgono il fiato e che fanno partire sfarfalli dallo stomaco, ecco, è ben ovvio che poi ci si immagina felici con la fonte di tutto questo.
Così come è abbastanza ovvio, che siamo abbastanza matte per dedicarci anima e corpo in situazioni che forse non sono semplici. Però noi pensiamo sempre che poi si possano risolvere.

E' così, è così dalla notte dei tempi, da quando sulla smemoranda ci esercitavamo in font doppi per scrivere canzoni e frasi al pulcioso di quinta ginnasio con l'apparecchio che ci faceva battere il cuore quando con il ciuffo ribelle sfrecciava con motorino SH davanti a scuola.
E vabbè.

Forse veramente non c'è premio senza fatica: domenica Goga mi ha letto il fondo della tazzina da caffè e mi ha detto che lei vede cuore ma complicato complicato, però poi cuore trionfa e amore vince.

Il fatto è che nulla è semplice, punto.

In effetti il famoso "vorrei tutto servito su un piatto d'argento non esiste più.
Si perchè anche quello servito nel piatto d'argento, se è buono, vanta una lavorazione, uno studio, una fatica, per essere preparato ed imbandito su quel famoso piatto d'argento.

Quindi forse FORSE, è un bene che l'Amore non sia una cosa semplice, perché se fosse semplice non ne capiremmo il valore, la bellezza.

Però ovviamente tutto ha un limite nelle montagne da scalare.

Siamo pur sempre cresciute con Creamy, Candy e Hillary armoniosa Hillary quindi adoriamo, e un po' pretendiamo, essere rapite, conquistate, stupite, meravigliate, coccolate e sorprese.
Questo basterebbe immagino per regalarci la leggerezza che noi regaliamo a chi amiamo, che noi alal fine siamo tutte un po' geishe nell'animo, anche se ci piacerebbe essere le regine dei ghiacciai e le stronze per eccellenza.
Occhei la scalata, ma poi suvvia, facciamola semplice.

Amore vicit omnia?
Bah.
Io mi metto a disposizione di bei barbuti - non so perché ultimamente mi piacciono gli uomini con la barba morbida, però mi piacciono...sarà colpa di Pinterest?- che mi dimostrino che il primo assunto di Tiziano sia vero: l'amore è una cosa semplice. Vi prego, adorerei essere contraddetta. Vi prego sorprendetemi. Vi prego armatevi di accetta e bulldozer e bombardandomi di cuori a profusione abbattete ogni muro, ogni labirinto che ho ormai eretto e costellato da puntiglioni.
Nel frattempo credo di aver deciso di credere alla mia amica Sue Ellen e credere che per essere amate nei tempi attuali, sia un po' più complicato del previsto.



Una ricetta, che invece è sempre un caposaldo, una certezza, ed è pure semplice.
L'importante è scegliere i giusti accompagnamenti e metterci cura.

Fusilli al ragù di mandorle e pomodoro

Per i fusilli consiglio per l'appunto la pasta Afeltra a trafilatura al bronzo.
Come accompagnamento rigorosamente la Birra Castello, che sul serio: per quanto mi riguarda ora è al primo posto delle mie top 3 beers.

per il ragù:
olio EVO
aglio
peperoncino
100 gr di mandorle sgusciate pelate e tritate
sale
passata di pomodoro
prezzemolo
110 gr di caciocavallo grattugiato

Liberamente ispirato da Mario Batali e dal ricettario del Meat Free Monday 

In una padella, dove avrete versato l'olio, fate dorare l'aglio. Aggiungere il peperoncino, le mandorle e tre cucchiai abbondanti di passata di pomodoro. Cuocere per circa 10 minuti, facendo attenzione che le mandorle risultino dorate.
Fate bollire la pasta e quando pronta, unite alla salsa di mandorle. Cospargete di prezzemolo.

oggi mi trovate qui:
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli

lunedì 22 aprile 2013

Una panzanella all'Hotel de Russie

Roma e questi cortili incantati dove entri e ti senti al di fuori dell'umana concezione.


Roma e questi posti magici, storici, preziosi.

L'Hotel de Russie è ciò che si può chiamare lusso delicato, lusso sussurrato, lusso dolce.

Il giardino è un incanto: d'estate e d'inverno, non importa, rimane unico e rimane un posto che ti accoglie, parlandoti piano all'orecchio con armonie di vini, cognac pregiati e cibo delizioso.

Siamo a Roma, sono piccoli riti che rendono familiare città che diventano teatro di vita che si vive un po' di corsa, un po' indugiando in angoli, scorci, vedute e panorami.

Al giardino dell'Hotel de Russie si viene per mangiare, per bere un alcolico, un caffè freddo, un aperitivo o solo per fare un po' di people watching che i personaggi che lo affollano sembrano usciti da un film di Woody Allen, tutti un po' americani, coppie che si baciano in abiti svolazzanti e panama, se è estate. Se è inverno invece sono tutti con pellicce e gioielli e rossetti fuxia.

Io mangio panzanella e bevo gerwustraminer e il mondo è subito migliore.
Le gambe sono al sole, così come i capelli e i pensieri e arrivano le lentiggini e arrivano i sorrisi.


panzanella dell'hotel de russie

4 fette di pane toscano raffermo

1 cipolla rossa

 2 pomodori

 basilico a iosa

olio EVO

fleur de sel

pepe

Mettere il pane ad ammollare in acqua tiepida, strizzatelo e spezzettatelo. Aggiungere la cipolla,affettata sottilmente.
Lavare e tagliare i pomodori a pezzettini; spezzettare le foglie di basilico, e unire il tutto in una ciotola.Salare, pepare, aggiungere 3 cucchiai di olio, mescolare bene, et voilà..l'estate è servita. 


mi trovate anche qui:

Chiara e Viola - Funky mama

Questa settimana abbiamo un'ospite speciale.
Questa settimana c'è Chiara e la sua Viola.


Chiara di "ma che davvero", per intenderci.
Chiara che ho conosciuto per caso, in questo immenso circolo dell'etere, capitando su un suo post, tanto tempo fa, di quelli romantici ma rock, di quelli che inizi a leggere e sei un po' triste, poi però tempo dell'ultimo punto, sei con un sorriso.
E da lì l'ho letto tutto, e non puoi fare a meno di appassionarti alla sua esperienza, al suo mondo.
E allora complice il lavoro, complice una cara amica che è diventata pure sua amica, ci scriviamo e seguiamo a distanza, tra un bloggare e qualche email, flussi di parole che conducono a conoscenze fatte di condivisione e abbracci a distanza.

Eccole.



Quando ti sei sentita mamma per la prima volta?

Sentirmi mamma, e chi segue il blog dall'inizio lo sa bene, per me è stato un processo lento e graduale. Non per niente il sottotitolo del mio libro è 'dal Pampero ai Pampers alla ricerca dell'istinto materno', perché non sapevo proprio dove stesse di casa. Essendo successo tutto 'a sorpresa', non sono stata una di quelle mamme che si sono sentite tali nel vedere il test positivo, nel guardare negli occhi per la prima volta il proprio bambino o nel sentirlo pronunciare la parola 'mamma'. Se dovessi paragonare il mio sentimento materno ad un innamoramento direi che invece di somigliare ad un colpo di fulmine è stato un amore profondo nato dal conoscere mia figlia giorno per giorno. Con lei trovo molto indovinata quella dedica da diario del liceo che dice 'oggi ti amo più di ieri e meno di domani'.


Che cosa sogni per la tua bambina?

Felicità.





Quale viaggio vorresti fare con lei?


Ne vorrei fare tanti. Già esserci spostata a Londra è stato un bel viaggio, non solo geografico ma anche in noi stessi e nella nostra idea di famiglia. Presto andremo tutti insieme ad Amsterdam, una città che mi dicono essere molto a misura di bambino. Vorrei portarla in un luogo esotico con una bella spiaggia bianca, perché le piace il mare. A Disneyland, perché è un posto in cui torno bambina anche io. In Sud America, di cui amo colori, musica, tradizioni. In realtà, a pensarci bene, vorrei portarla ovunque.



Com'è nata l'idea del tuo blog?


Rimasta incinta (per caso. sì: per caso nel 2008 'con tutti i metodi contraccettivi che ci sono etc. etc.') non mi rispecchiavo nell'idea stereotipata di mamma che blog e altri media veicolavano. Mi sentivo diversa. Avevo dubbi, incertezze, e non ero sicura per niente di voler cambiare la mia vita. Inoltre ho attraversato momenti di grande difficoltà e ho conosciuto il famigerato baby blues. Volevo parlare dell'esperienza della maternità senza peli sulla lingua, ecco perché ho aperto il blog, chiamandolo 'ma che davvero?': la prima frase esclamata alla vista del test positivo. Usando l'ironia, ho sfidato i tabù riguardo la maternità che mi davano più fastidio, in primis quel luogo comune secondo cui diventare madri significa in qualche modo cambiare sé stesse dimenticando le proprie passioni e votandosi al sacrificio in nome del bene del bambino. Ho scoperto che il modo migliore per essere una brava mamma è essere una persona felice.

Un rituale di bellezza da tramandare.


Aiuto: non ne ho! Sono troppo pigra... 

I tuoi must have.


Per lei: blocco e colori. Borraccia antigoccia. App sul mio smarphone.
Per me: smartphone. Blocco e colori. Burro di cacao.



Le tre R: rispetto verso se stessi, rispetto verso gli altri e responsabilità per le proprie azioni. Come si fa a insegnare?

Dando il buon esempio e non lasciandosi andare alla giustificazione del tutto italiana del 'vabbè, lo fanno tutti'. E poi facendo capire che ogni azione comporta una reazione, positiva o negativa che sia. Prendersi la responsabilità delle proprie azioni non significa solo assumersi colpe quando è il caso, ma anche abbracciare l'idea che siamo noi - e non gli altri - gli artefici del nostro destino, che sono le nostre scelte a determinarlo.

I bimbi e il cibo: come insegnare a mangiare tutto, a mangiare bene e ad avere una buona educazione alimentare.


Anche qui, con l'esempio. Viola adora le verdure perché le ha sempre viste mangiare a noi, ed è curiosa verso il cibo perché le abbiamo sempre proposto cose nuove. Variare è la chiave, secondo me.

Com'è vivere in una città come londra?è più kids friendly?


Purtroppo è MOLTO più kids friendly di Roma, e la differenza si nota ovunque. Nei parchi più curati e puliti, nei menu per bambini e nei kit da colorare che ha quasi ogni ristorante, nei playgroup e corsi gratuiti a disposizione sia delle neo mamme che dei bimbi più grandi, e in generale nell'idea che i bambini abbiano un posto nella società. Quando nasce un bambino la famiglia non si ferma, non si ghettizza, non smette di fare cose come uscire o viaggiare perché sa che i bambini saranno sempre rispettati e troveranno spazio. E' un'attitudine che mi piace molto.



oggi mi trovate anche qui

sabato 20 aprile 2013

Di Roma, dei "che", dei vorrei.

E niente, è che quando si è a Roma, e il cielo è blu e il piatto pieno di amatriciana, e il cielo è solcato solo da una riga bianca dell'aeroplano , si sta subito bene.


Roma quando c'è il sole ed è primavera è talmente bella che sembra uscita da un set cinematografico, di quelli della dolce vita, e poi è pieno di uomini in divisa che appena passi davanti ti mangiano con gli occhi e poi il roman way of living è leggero come piace a noi e istagrammeresti ogni angolo che comunque sono tornate le lucciole a Roma nei parchi del centro l'estate profuma.



C'è via Margutta che alla sera mentre torni a casa ti avvolge in pensieri sotto forma di lacrima che secondo me bisognerebbe boicottare le donne che piangono poco.

Quindi noi continuiamo a raccontare sogni, immagazzinare infatuazioni a collezionare scarpe e forme per budini.
Assaggiamo profumi e viviamo di battiti di cuore sparsi e farfalle nella pancia, a profusione se fosse possibile.


Che.

che io ho 8 tatuaggi di cui mio padre è a conoscenza solo di tre. che se qualcuno fa lo sbirro e gli legge questo post lui mi allontanerà definitivamente dalla famiglia, ripundiandomi, forse mettendomi accanto una badante che mi segua passo dopo passo o obbligandomi a fare il TSO. che devo trovare una soluzione che la stagione della piscina si avvicina e li vedrà e allora dovrò raccontargli che sono dei decalcabili.

che a me l'autunno piace tanto quanto i Lumineers.

che realizzare di essere la trasposizione di una vita che forse non sento proprio tutta mia, che non è molto me, ecco questo mi fa stropicciare tutta.

che ho paura perché mi manca tempo. per stare con i miei, per parlare con gli amici, per pensare, per leggere, per camminare, per la mia musica, mi manca il tempo accidenti. ed è un concetto più vasto del semplice capriccio di una ragazza cresciuta e viziata. mi manca il tempo per assaporare di più e meglio.

che quando sono seduta al posto del passeggero in macchina disegno con la mano cuori immaginari nell'aria fuori dal finestrino.

che riesco a mangiare un pacchetto di gocciole al cioccolato in un'ora.

che sono terrorizzata dagli scarafaggi e con l'arrivo dell'estate sono alla ricerca di trappole e armeggi per evitare di trovarne anche solo uno.

che mi trasferirei a Roma.

che mi trasferirei a Sidney.

che mi trasferirei a Formentera o al mare in un posto bello e caldo ma non caldissimo tutto l'anno che a natale deve esserci un po' di freddo e che in questo posto porterei la mia mamma, e se fanno i bravi e non litigano porterei anche tutta la mia famiglia e amen, così sia.

che mi trasferirei.

che devo fare il cambio degli armadi e voglio vendere tutti gli abiti che ho bisogno d'aria e mi sento claustrofobica con tutto questo chiffon.

che voglio fare la marrmellata e domani forse la faccio.

che mi faccio leggere i fondi del caffè e magari pure le carte e il quadro astrale.

che sono un disastro con i soldi e che non risparmio e che devo pagare un sacco di cose e allora forse è questo essere incasinata che allontana le persone.

che mi colpevolizzo di tutto.

che disubbidisco sempre sia all'atterraggio che al decollo, e ascolto sempre la musica.

che sono in fissa con le rughe intorno agli occhi.

che sono in fissa con la borsa di Givenchy.

che sono in fissa con coachella.

che sono in fissa con le righe.

che sono in fissa e basta.

che sono un po' superstiziosa quasi peggio di oronzo.

che a volte mi chiedo guardando indietro se ho fatto bene.

che a volte mi chiedo guardando avanti come sarà.

che a volte guardo ad adesso e penso che sono esattamente dove dovrei essere.

che mangio troppo formaggio.

che ci basta così poco per essere felici.

che voglio imparare il surf.

che voglio imparare lo spagnolo.

che voglio cucinare.

che voglio. punto. che l'importante è alimentare il voglio per darsi nuovi obbiettivi.

che l'Amore è una cosa semplice.

che forse sono un po' random.

che grazie al cielo è il weekend.

che forse questo autunno mi faccio la frangia.

che ogni volta che guardo l'ora è doppia.Tipo: 11.11. 23.23. 09.09.15.15. Giuro, sempre.

che vivrei con abiti bianchi in cotone stropicciati e corti.

che vorrei fidarmi ma non mi fido.

che gli uomini con le infradito sono "ouch".

 che dimentico tutto.

che amo i camini accesi.

che oggi devo fare un sacco di cose. Ed è sabato. E piove.

piove senti come piove.


#apriledolcedormire
#aprileognigiornoèunbarile






venerdì 19 aprile 2013

we can learn to love again. #primaveradimore

Quelle mattine di quelle domeniche di  primavera, un po' assonnate.


La casa è silenziosa ma invasa di luce bianca, il tempo è sospeso e l'aria è tiepida, quando si apre la finestra.

C'è un balcone con qualche raggio di sole, i piedi nudi sul pavimento freddo della cucina e la mente è zingara, vaga verso un anticipo d'estate, verso sogni belli e pensieri felici.

C'è voglia di svegliarsi abbracciati, di cantare canzoni antiche, di ridere di gusto. Di camicie bianche da usare come pigiama. C'è voglia di capelli arruffati. Di leggere con calma il giornale di un ieri che sa ancora di caffè caldo.


La pelle è morbida, profuma di more dopo una doccia tiepida che con calma, come questa primavera, va a risvegliare i sensi e , si spera, la voglia di amare, di fidarsi e di credere.
C'è voglia di leggerezza in quest'aria che respiriamo a pieni polmoni e che ci fa così bene.

Ci si annusa, e si trova ispirazione.
La pelle è morbida, quasi seta e si prepara ad accogliere nuovi baci e nuove carezze, che noi dall'anima macramè amiamo ricevere solo emozioni in regalo.
Le more come quelle more che si raccoglievano a Lanzo, in quelle estati con i nonni.
Le more che sembrano uscite da una favola tanto sono belle e pacifiche.
Le more di quel colore così goloso che solo vederle riempie gli occhi di sapore selvatico.

Una ricetta. per un dolce ritrovarsi di ricordi a fine giornata.



Fagottini di pasta fillo con more e zabaione montato alla vaniglia
ricetta vegana

fogli di pasta fillo
more
marmellata di more
500 gr di latte di mandorla
15 gr (un cucchiaino) di maizena
75 gr di zucchero di canna
1 bustina di zafferano
1 baccello di vaniglia.

per lo "zabaione" ho trovato la ricetta nel fantastico libro di cucina vegana di Simone Salvini: questo ricettario sembra un susseguirsi di poesie.
Quindi..mettere il latte di mandorla sul fuoco insieme allo zucchero di canna, allo zafferano e al bacello di vaniglia - aperto. Lasciate bollire per 5 minuti e fate raffreddare. Unite la maizena e mescolate con la frusta per evitare che si formino grumi. Mescolare per due minuti e lasciare raffreddare in frigorifero.
Intanto con la pasta fillo formate piccoli triangoli che riempirete di un cucchiaio di marmellata e du o tre more ciascuno. Infornate per 20 minuti a 180°C.
Voilà. Il dessert perfetto per concludere questi pasti primaverili.


oggi mi trovate anche qui
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli/Ricetta-fagottini-di-pasta-alle-more-con-zabaione-alla-vaniglia

martedì 16 aprile 2013

All Starts Here. United we stand.


Esiste un contagio del male: chi è non-uomo disumanizza gli altri, ogni delitto si irradia, si trapianta intorno a sé, corrompe le coscienze e si circonda di complici sottratti con la paura o la seduzione [...] al campo avverso. (dalla prefazione a Jacob Presser, La notte dei girondini)


Dire che non ho mai corso è una mezza verità.
Ovvero: ho provato a correre "per davvero", comprando anche i migliori outfit per sembrare una professionista, ma il male alla milza mi ha sempre bloccato.
Io cammino, cammino sempre, lo sanno tutti che cammino per chilometri e pure sui tacchi alti.
Con la mia musica e i miei pensieri, ma cammino.

Però metaforicamente sono sempre in corsa. 
Perché alla fine tutti corriamo.

Siamo tutti runners in questo momento della nostra vita: corriamo dai doveri, corriamo nell'Amore - ci basta un paio di farfalle svolazzanti per bruciare ogni tappa - corriamo al lavoro, corriamo agli appuntamenti, corriamo verso scadenze e corriamo per abbattere limiti e distanze.
Corriamo verso i nostri difetti per poterci migliorare, corriamo verso nuovi progetti per poter crescere.

L'essere runner è la filosofia sana di questo momento storico, il tenersi on the go permette alla vivacità del pensiero di creare nuove forme di felicità.
Stabilisce nuovi traguardi, nuovi percorsi.

Tutto questo giro di parole per sottolineare che nessuno è esente da quello che è successo ieri.
Nessuno.
L'11 settembre ci ha fatto dire: non può succedere qui. Ieri ci fa pensare che invece può accadere ovunque, colpendo chiunque, e se ci va male tra questi chiunque ci potrebbe essere chi amiamo - se colpiscono me occhei, ma se colpiscono chi amo, ecco io senza i miei affetti sono muerta, kaput.

United we stand, ancora una volta.
Ancora una volta questi maledetti e fottuti atti di terrorismo sono riusciti a colpire la nostra quotidianità, la nostra gioia per la condivisione di momenti puri.
La nostra serenità.
La nostra tranquillità.

Ancora una volta un bambino di otto anni ha perso la vita mentre aspettava il papà al traguardo.
100 persone ferite.
E fatto tutto in maniera maestrale, davanti a ogni telecamera, colpendo là dove c'era una bellissima varietà di persone.
E non cadiamo nei soliti luoghi comuni di quelli che dicono: sai quanti ne muoiono per il vostro fuoco amico.
Cazzate.
Bullshit .
Sono tutte stronzate.
Adesso cosa ci costringeranno a fare?
Quando andiamo negli aeroporti dobbiamo vuotare tasche, trucchi e profumi.Adesso dovremo svuotare ogni cestino, dovremo temere ogni angolo più di quanto non facciamo già.
Cosa dobbiamo fare?
L'11 settembre ci ha sconvolti, ha scosso in noi sentimenti ancestrali e paure antiche. Adesso l'unica cosa che dobbiamo ambire a fare è arrabbiarci.
perchè questo NON deve e NON può più succedere.
Perchè siamo tutti umani che cerchiamo affetto, alla fine della giornata.
Voi, voi che avete di nuovo colpito mentre nessuno se lo aspettava, in una prima domenica tiepida di inizio primavera, voi, così bravi a nascondervi dietro messaggi criptati, voi cosa fate?Voi siete bestie, non potete essere umani.
E non c'è scusa, religione, credenza o superstizione che tenga.
Nessuna ideologia, nessun Dio richiede il sacrificio di un bambino di 8 anni.
TUTTE le religioni sono basate sull'amore. Tutte.
Il correlato che produce queste D I S-umanità è frutto di un archetipo di qualche mente deviata e pericolosa.




Un momento ci sei e quello dopo no, ma la vera ingiustizia, la schifezza è quando la Vita ti viene strappata da altri essere umani che nemmeno sanno esattamente quello che fanno.

Obama e i grandi del mondo si affrettano a dichiarare l'ennesima guerra e la giusta punizione contro coloro che hanno commesso tale abominio: peccato che la giustizia non sia in realtà giusta.
Se fosse giusta riporterebbe indietro il tempo e non farebbe accadere quanto è successo. Ci riporterebbe le persone che hanno perso la vita in questa tragedia.
E invece no.

Vedo le immagini: io a Boston ho vissuto sei mesi, forse più. Avevo 18 anni, avevo un primo amore e avevo voglia di essere accolta. E Boston c'è stata, con un sorriso, con le sue clam chowder, con i suoi palazzi alti, con il freddo ad agosto e il caldo di settembre, con i suoi scoiattoli nel parco dell'università.

Perché e percome sia potuto accadere, di nuovo, che la follia abbia avuto la meglio su la ratio.
tecnicamente di questo se ne occuperanno gli organi competenti: CIA e FBI e chi per esso, tutti i sistemi di spionaggio saranno già all'opera.
A noi rimane la delusione ancora una volta di aver sperato che tutta l'intera umanità fosse allineata nel cercare di trovare pace e amore laddove fosse possibile: con una corsa, con un abbraccio, con una mano tesa.
E invece no.

Ma noi, sempre di più vogliamo crederci e  vogliamo pensare che forse nulla sarà di nuovo più come prima.
Ma che in questa affermazione c'è anche tanta speranza che sia ancora meglio di prima, perché io conosco la mia gente, conosco le persone che mi stanno intorno, conosco le intenzioni. E faremo casino, saremo sicuramente poco organizzati,non avremo limiti e forse pochi obbiettivi ma siamo anime belle.
E il Bene vince sul male.
Perché da che mondo è mondo, le favole che ci venivano lette, hanno sempre preso spunto da una qualsivoglia realtà.
E allora ecco il nostro nuovo atto di fiducia.

United we stand.