a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.

a gipsy in the kitchen | love, food, fashion.: maggio 2013

giovedì 30 maggio 2013

Someone to watch over me.

Piove piove la gatta non si muove si accende la candela e si dice buona sera.
Pioggia su Roma, gradi pochi, chi ci ha rubato l'estate?


Mi manchi.
Credo immagino penso, oh io penso!
Hello, new thoughts!

Ecco l'altro giorno ero seduta in aereoporto dicendo che il bello della partenza è rivalutare, è ascoltare la nostalgia, che può essere così squisitamente dolce a volte.
Forse il Sole non esce perché ci stiamo tutti guardando dentro, un poco, e per fare questo grande lavoro ci vuole la pioggia e questa temperatura così che tutto è lecito, anche qualche lacrima, che quando fa troppo caldo bisogna trattenere ogni liquido per sopravvivere all'arsura.



Il partire ti fa prendere distanza da un punto di vista: forse è per questo che l'idea del possesso non mi appartiene più.

Voglio sentirmi TUA, ma non ti  vorrò sentire mai mio, perché rifuggo da ogni gelosia, da ogni affezione, da qualsiasi cosa che mi possa far legare ancora indissolubilmente a un'idea di rapporto più che a te stesso come individuo.
Mai controllerò più un cellulare, mai penserò più che puoi andare via: la gelosia non è altro che un'ansia di abbandono che ormai non appartiene più, nemmeno questo, a me.

Un percorso, una strada, un sentiero. Riflessioni, cambiamenti, emozioni.
Nuovi stili, nuova me, o sempre me ma con qualcosa di diverso.
Contraddizioni interne, nuovi abbracci, nuovi soffitti, nuove prospettive.
Scar tissue that I wish you saw.

Vorrei una casa con camino e un gatto ragdoll.
Oppure un golden color cioccolato.
Oppure entrambi.
E vorrei andare a fare surf e mettermi il limone sui capelli e stendermi al sole e bere un margarita buono come quello che bevo a Parigi con Pierre ogni volta.


Vorrei prendere un treno per la Scozia, perdermi tra kway e maglioni pesanti, birre scure e pensieri che forse mi riporterebbero a capire chi sono e dove voglio essere.
Vorrei poi mangiare pasticci di patate e formaggio, guardare dalla finestra quelle nuvole immense dove avvolgersi, ascoltando una sonata come questa.

"Someone to watch over me" di Brad Mehldau.
Pozzanghere e canzoni d'amore.

Qualche volta programma, ma qualche volta improvvisa.

Semplice.



mercoledì 29 maggio 2013

Weekends are made for friends (and for japanese food)

Così,metti un pomeriggio di sole a Milano. Sole inaspettato a dire la verità che qui le previsioni regalano scenari da Apocalypse now e io rabbrividisco peggio che la prima volta che ho visto Shining ogni volta che apro le persiane al mattino.


Arigatò Matsuri!

Non se ne può più. Anzi: N O N S E N E P U O ' P I U'. Di questo tempo, di queste nuvole e di questo freddo.

E' maggio, tre giorni siamo a giugno, vogliamo il sole, vogliamo cieli blu che poi si trasformano in tetti di stelle la notte, vogliamo aria calda, vogliamo lamentarci perchè c'è troppa afa per dormire.

Comunque; viste e dette queste premesse è ovvio e scontato che una domenica dove era previsto novembre e invece ci regala sole, caldo e spensieratezza tramuti il tutto in voglia di fare, baciare, lettera e testamento.

Si esce quindi, e si accavallano impegni e abbracci e amici e birre.
Grande fermento la vita milanese, sembriamo un po' come i londinesi che al primo raggio tiepido si buttano nei parchi.
E questa volta li abbiamo emulati bene.

L'occasione era ghiotta: Il Giappone a Milano e via Keplero diventa miracolosamente una zona hippie dove mangiare teryaki, bere sakè e fingere che gli onigiri siano il famoso pane quotidiano.
Non potevo mancare a questa rassegna: il viaggio in Giappone è stato, so far, nella mia esistenza, l'esperienza più fantasmagorica che io abbia mai vissuto.

Tutto, agli albori di tre natali fa era perfetto: il mio compagno di viaggio con il quale sprizzavo cuori da ogni poro, una cultura nuova, paesaggi fantastici, cibo così inusitato e mai scontato: ogni pasto era un'esplosione di sapori e di scoperte.
Mi sono perfino tatutata un super fiore di ciliegio in onore di questo ricordo. Quel fiore di ciliegio che mi obbligherà a indossare costumi interi ogni qualvolta andrò al mare con mio padre, onde evitargli un infarto istantaneo.

Quindi eccoci: Chiara ed io, un po' sbalestrate dalla sera prima e dai festeggiamenti per Valentina, un po' intontite dal ritorno da Torino  e da tutti questi mesi di lavoro no stop sulle spalle e nei pensieri.
Eccoci a parlare con giapponesi trapiantati a Milano, con coppie miste appena sposate, in fila noi, a carpire ogni raggio di sole e a assaporare  udon fumanti e gyoza appena cotti.

onigiri mon amour

celine+ramen+cocacola+iphone= paradiso

E'stato bello, sedersi sul prato mentre suonavo tamburi, mentre un melting pot  si dispiegava accanto a noi, sembrava veramente di non essere a Milano: oppure più semplicemente succede che anche noi stiamo arrivando dove mancavamo, succede che la nostra città, bella e poetica, finalmente si è un po' disciulata e non si atteggia più a grande città con tutti gli svantaggi della provincia, ma effettivamente è diventata grande, e noi con lei.
Hip Hip Urrà.
Per Milano.

Che subito dopo ci ha catapultate nella campagna inglese, anche se in realtà eravamo solo in forndo a via Rovere. Con i nostri trench, che forse faceva un po' freddo, e allora abbiamo seguito il Sole, fino a che il Sole non ci scaldava più: abbiamo bebuto birra argentina ascoltando cavallerizzi spagnoli parlare di gare e vacanze e ci mancava solo il cappello perchè poi eravamo perfetti. Anzi: noi siamo perfetti. Perfette sono le nostre chiacchiere e il nostro volerci bene. E non importa se effettivamente di polo noi non ne capiamo molto. E' bello essere lì, è bello vedere tutto questo spirito competitivo sano, che purtroppo invece il nostro circolo della moda ci offre solo cattiverie e competitività malata, il più delle volte.
Ed invece eccoci li, nella semplicità dell'erba appena tagliata, seduti su coperte e trench risvoltati, a semplicemente parlare, semplicemente ragazzi che amano le lentiggini e amano il calore in ogni sua forma, sia che arrivi da un abbraccio, o che arrivi dal cielo.


from London with love in via della Rovere
Sara!
missTronville!

Lauretta!
Stephanie!
me+ max=BEST FRIENDS FOREVVA
G I P S Y IN DA HOUSE 
ME AND BEST FRIEND  MAX

Tornata a casa, dopo tutto questo rock and roll, avevo bisogno di ritrovare un conforto: e come dice il mio papà, keep it simple.
Ho preparato delle fantastiche tagliatelle. 
Quello che avevo in casa non era molto, ma abbastanza, come dire..: cipollotti, zafferano e bottarga. Le jeux son fait. Il resto lo ha fatto un vermentino freddo. che ha ristorato la mia povera cugina alla quale ho passato la perniciosa influenza di settimana scorsa.

Tagliatelle allo zafferano e bottarga

2 cipollotti
zafferano a iosa
tagliatelle ( io ho appena scoperto Luciana Mosconi...yum. Dico solo questo altrimenti vengo tacciata di product placement)
olio EVO
due cucchiai di passata di pomodoro
Sale grosso per l'acqua
capperi di Pantelleria
Menta e timo


Preparate il sugo: tagliate grossolanamente con la forbice i cipollotti. fate soffriggere con olio Evo, e capperi. Unite la passata di pomodoro e gli aromi. Fate cuocere per 10/15 minuti.
Intanto scaldate l'acqua e portate a ebollizione, così da poi poter cuocere le tagliatelle. Piccolo trucco: aggiungere il sale all'acqua quando bolle così che si sciolga al meglio e in maniera uniforme.
Quando la pasta è pronta, saltatela con il sugo. Per ultimo, aggiungete la bottarga.

Enjoy!



oggi mi trovate qui
http://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli

martedì 28 maggio 2013

Where are you now.



Per un attimo di eterno e di profondo.


Così in aereoporto questa mattina.

Pensieri tanti, odore di carta appena stampata e  di caffè che da' quel senso di casa, di calore, che fuori piove e sembra una giornata di metà ottobre, quando lentamente ci si dirige verso l’autunno. Quelle piogge che ti lasciano sorpresa, quei primi giorni d’autunno in cui l’effetto del piumone, della lana sulla pelle dopo tutto il caldo è ristoratore, confortevole.

Ho sempre amato gli aereoporti, perché si parte, perché è un nuovo viaggio, perché si può chiamare a casa e si può dire”mi manchi”, e ogni tanto sentire la mancanza fa bene, serve a ridimensionare le cose, a dare una nuova direzione, a non prendere tutto e tutti come scontato e ordinario.



Poi  sedermi, guardare le persone, immaginare le loro vite, pensare a quante idee di felicità ci sono nel mondo e ci sfiorano ogni mattina, senza che ce ne rendiamo conto.

A quante battaglie si combattono, a quante lacrime, sorrisi e abbracci partecipiamo senza nemmeno rendercene conto, a volte come protagonisti, altre volte solo come un semplice sfondo che fa parte del paesaggio.

Sono seduta accanto alla finestra grande, quella divisa in rettangoli, e vedo nuvole rapide, aerei in movimento, qualche pioggia.

Ho un po’ freddo. Ho i miei leggings comodi e un paio di ballerine, quel golf color cipria di Jil che mi rende elegante e insomma la mia divisa da viaggiatrice è composta e comoda.

Vorrei cambiare il mio biglietto, credo, anzi ne sono certa, ché questa sensazione mi ha invaso appena ho effettuato il check in veloce e sono passata davanti alle biglietterie,  vorrei andare lontano, verso qualche meta non ancora conosciuta, fare quel colpo di testa che una volta nella vita è bello fare, così da poterlo poi raccontare, così da permettere anche agli altri di sentire la nostra mancanza, così da sentirsi nuove e un po’ più speciali in strade straniere, così da sedersi in un caffè qualsiasi e parlare con emeriti sconosciuti.
Addormentarsi guardando un nuovo soffitto, farmi scrocchiare le ossa dal Sole che troverei ad accogliermi. 
Perlustrare Chiese gotiche e nuovi supermercati e accarezzare le anime di viaggiatori indaffarati che corrono tra un aereo e l’altro, avere il tempo per imparare storie e lezioni originali e irripetibili, ma raccontabili.

Che è divertente parlare con persone nuove per non pensare più, ma so che non sarebbe possibile perché la mia testa è una giungla e non riesco a smettere di pensare, di provare emozioni, nonostante e forse soprattutto anche grazie a tutti questi muri che ho voluto costruire, che mi separano da tutto quello che sto vivendo ora e scoprire che in realtà invece il senso c’è ed è bello, è così bello che è un viaggio quotidiano in se stesso verso un nuovo orizzonte, nuovi incontri, nuovi sorrisi, nuova musica.

Mi siederei accanto a questa finestra con un cappuccio chiaro senza muovermi più e passerei ore a guardare, osservare, scrivere e pensare: ma il volo sta per essere imbarcato, via verso Roma, che Roma è sempre bella, ed è la città preferita mia e del mio papà.



lunedì 27 maggio 2013

We run this motherfu*°%in' world ( girls), come dice Beyonce.

Io non so come farei sul serio senza di voi.
Miss Vale e Miss Tronville.
Tutte insieme per il compleanno di Miss Vale.


Un weekend, peonie rosa, servizi in porcellana, costine e vodka tonic.
Auguri amica, che bella come te non c'è nessuno.

Voi due. Oh voi due.
Si parlo di voi due amiche. proprio voi.


Noi che  alla fine siamo anime gemelle, non solo ne segni.
Perché siamo tutte e tre  un po' pazze, molto romantiche, ma contraddistinte da quella leggerezza che libera, quella dolcezza che appena prima di scadere nel miele più dorato ci fa scappare verso nuovi progetti, che noi abbiamo bisogno di sentire il cuore palpitare, cerchiamo un po' di emozione per arrivare a una commozione sincera.
Noi che siamo metereopatiche e un po' strane.
Noi che amiamo la moda, ma non ne siamo vittime - al massimo capita che un Gabbana qualsiasi per caso ci investa mentre pedaliamo in bici ascoltando la nostra musica, al massimo, ecco - siamo schiave degli oroscopi ma con quell'umorismo che ci fa scoppiare a ridere dopo tre minuti.
Noi che siamo in ansia per quelle rughette che circondano  i nostri occhi, spendiamo e spandiamo in shampii e cibo biologico, siamo a nostro agio da Leroy Merlin tanto quanto da Valentino e dove ci mettete, noi stiamo.

Noi che padroneggiamo la tecnologia e lo yoga.
Noi che sogniamo tutto l'anno Formentera e il nostro vodka tonic, ma poi siamo confortate da notti passate abbracciate davanti al camino.
Noi che amiamo i gelati alla stracciatella, gli incontri, parlare con gli sconosciuti, le culotte di pizzo e beviamo litri di tè verde.





Noi che balliamo, oh quanto balliamo e oh! quanto siamo scoordinate nel ballare. Noi che cantiamo canzoni sciocchine e facciamo le sciocchine ma siamo pronte a regalare il nostro cuore e la nostra anima per quelle farfalle che poche, pochissime persone ci regalano.

Noi che iamo allineate come soldati alleati, citiamo Umberto Tozzi e non leggiamo giornali eppure sappiamo a memoria le date di nascita di Pascal e Bernedetto Croce, le guerre mondiali e le profezie di Nostradamus, tanto quanto le canzoni di Jovanotti.

Noi che proviamo ricette, mescoliamo mani e segreti, lottiamo e sotto questa patina di zucchero abbiamo due palle che sfoderano un coraggio mai visto.

Noi che a dispetto dei nostri lavori siamo timide, timidissime, non rileggiamo mai quello che scriviamo e tante, troppe, volte ci tacciano per frivole, in realtà siamo aeree e profonde ma chissà perchè i nostri abbracci profumano di vaniglia e calore sincero, quello che ti scalda anche con i pinguini in balletto fuori dal vetro e che con 30 gradi ti regalano sollievo meglio che un mojito appena pestato e profumato di menta.


Noi che siamo in preda ai nostri umori, un giorno sul pero, l'altro sul melo, un momento ci adoriamo, il momento dopo ci staccheremmo ogni capello, soprattutto quelli bianchi.
Noi che siamo le migliori amiche immaginarie di Rihanna e Beyonce, noi che divoriamo la meringata e i lamponi, noi che potremmo anche sposare Fabri Fibra e quei tamarri di Guetta e Sinclair.

Noi che fotografiamo tutto, soprattutto cibo, che amiamo condividere e piangiamo con quelle canzoni che ci riportano a memoria momenti unici che il nostro cuore assorbe come le spugne porifere.
Noi che crediamo nel cambiamento perchè noi siamo cambiamento, noi cambiamo idea e prendici se ci riesci.
Noi che rendiamo più bella ogni storia con le nostre parole e il nostro vissuto.

Insomma amiche noi siamo noi e anche se non saremo mai dei PRO nel trucco e nella stesura dell'ombretto, se le nostre labbra non sono quelle di Marion Cotilalrd nonostante tutti gli sfregamenti che facciamo al mattino con lo spazzolino, ecco, nonostante tutto questo e soprattutto per questo ci vogliamo tanto bene e la nostra amicizia è quello che ci rende indissolubili e uniche di fronte a tutto e tutti.

Come dice la tua mamma, Vale, le amiche restanto sempre, e per sempre.
E noi siamo così e lo saremo anche a 101 anni quando berremo cicchetti al mattino cullando i nostri bisnipoti e narrando le nostre peripezie per i posteri,ovviamente in zeppa e plateau 15, anche al mattino alle nove, magari con un bastone in coordinato a fiorellini.




Vi voglio bene assai e non smetterò mai di dirvelo. Voi rendete bella la mia vita. Voi mi ricordate tutte le cose belle che esistono. Voi non mi mollate e non mi lasciate mai. Voi siete la mia squadra vincente.

Voi Voi Voi.

NOI.

Noi che ci vogliamo così bene.
Noi che non ci smetteremo mai di credere.
Noi che l'amore è tutto.
Noi che il burro è fondamentale anche nella camomilla.
Noi che ci piacciono i baci che tirano fuori l'anima, quelli profondi e lenti.
Noi che il lusso vero è la semplicità.
Noi che andiamo a bere il cappuccio chiaro vestite Giambattista Valli ma che la sabbia tra le dita è tutto quello che vogliamo.

Noi. Che se avessi un gessetto e un ponte sotto casa andrei subito giù con il mio pigiama a scrivere

IO+VOI TRE METRI SOPRA IL CIELO.

venerdì 24 maggio 2013

Learn to fly.


Quel giorno in cui Chiara mi contattò presentandomi il progetto ed io , aprendo la mail, pensavo fosse uno scherzo, non ci potevo credere che potesse succedere a me. Me che fino a 5 anni fa cucinavo la pasta nel brodo e mi ingarbugliavo tra albumi e tuorli. Me che ho sempre i capelli disordinati, che quando mi alzo al mattino sembro una scappata di casa da tanto sono stropicciata, me che "anche un Alaia sembra un po' buttato a caso quando lo indosso". Me che sono scoordinata e perdo la pazienza subito, non portando a termine nessuna delle 10000 idee che mi passano al secondo per la testa. me che sono un po' dislessica, pure e che avrei bisogno di un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente, per citare Battiato, che io i pensieri li cambio in media 10 volte ogni 5 secondi.Me e la mia anima macramè, insomma.

Quel giorno in cui con Chiara finalmente ci siamo incontrate e l'empatia è stata immediata, e sedute in quella caffetteria milanese un po' antica ci siamo scambiate idee, sogni e confidenze, annacquandoci gli occhi con qualche lacrima.

Quel giorno in cui tutto ha preso forma, in cui Francesco con immensa pazienza è stato ad ascoltare i miei sperloqui su come infornare le madeleines.

Quel giorno in cui la mia cucina è stata invasa da un team di uomini che ha trasformato la mia casa  in una versione nostrana del video It's raining men, e mancava poco che io intonassi alleluia.

Quel giorno in cui il cuore batteva forte e la gola era secca e la paura di sbagliare immensa e il vestito troppo lungo e il burro troppo morbido e il trucco troppo poco e i capelli sempre più messy&gipsy e se poi le madeleines non vengono e se poi non piaccio  e se poi mi ingarbuglio e se poi sembro grassa e se poi e se poi e se poi.

Poi solo allegria e persone meravigliose intorno che stanno credendo in me.
Poi quattro impasti fatti, tanto zucchero per casa, FabriFibra che mi guardava dal frigorifero e l'infinita pazienza di tutti i ragazzi che stanno rendendo possibile tutto questo.
Poi amici meravigliosi che mi incitano a dare il meglio e a crederci, perché è giusto così, perché la Vita offre opportunità che è bene prendere, perché poi quando tua sorella ti scrive quanto è felice e orgogliosa tutto il resto passa in secondo piano, perché forse finalmente la nostra famosa anima macramè di cui sopra viene legittimata.

E allora è burro sulle mani, tra i capelli e alla fine c'è stanchezza, ma è quella stanchezza buona e bella e che ti fa dire: che l'avventura cominci, andiamo fino in fondo, godiamocela e ridiamoci sopra.

Mi trovate dal 3 Giugno in poi su QVC, canale 32 del digitale.

:)

#agipsyinthekitchengoesTV





mercoledì 22 maggio 2013

Just to make me feel good, come cantano Adam e Binki. From marieclaire.it with love

Influenza 10, Gipsy 0.
Ho un'influenza perniciosa fatta di raffreddore e mal di gola e tosse.
Da una settimana sono la Regina indiscussa della Tachipirina 1000: non credo di aver mai speso così tanto in farmacia come quest'anno.

il giorno di dolore che uno ha.Per dirla alla Liga.


Ecco, forse dovrei fidanzarmi con un farmacista, quanto meno il business produrrebbe vacanze in atolli paradisiaci vista l'ingente cifra che sto investendo tra omeopatie - l'oscillococcinum quest'anno ha deluso le aspettative - e paracetamolo.

Ieri alla fine ho ceduto: le mie energie hanno issato bandiera bianca quando il termometro ha raggiunto i 38.5.
Maledetto tempo: un maggio che sembra novembre, che oltre a inficiare umore e outfit, crea problemi in realizzazione di macarones e in stati di salute.



La noia però non mi appartiene, la casa silenziosa non fa per me e quindiun piccolo vademecum sul  cosa fare quando si è a casa ammalati, senza fermarsi mai mai mai, almeno fino alla prossima issata di temperatura basale:

- riorganizzare i vestiti lasciati sparpagliati tra ceste da lavare, poltrone e bagno.Pensare a fare un nuovo mercatino. Arrabbiarsi per tutti i vestiti che non  riuscirò a mettere. Trovare tesori nascosti di cui si ignorava l'esistenza perchè letteralmente dimenticati in fondo a qualche nicchia segreta. Riappaiare i calzini invernali, fare un check delle tights invernali - cosa tenere, cosa buttare a fronte di buchi e smagliature del filato - controllare status lingerie.

- pensare all'estate. pensarci intensamente. ma così tanto intensamente da sentire la salsedine tra i capelli, e pinnare su Pinterest solo immagini di surfisti e mare e spiagge e fare un bagno caldo, che libera anche dal raffreddore e dal malocchio, a base di sale grosso e non sciacquarsi che così sembra veramente che si è appena stati tra i cavalloni in un bikini striminzito e poi cospargersi di spray Bumble&Bumble Surf Spray e non soddisfatta, fare un tutorial intenso con Babyliss, che ti fa onde tra capelli che sembra che ciao, sei appena stata una giornata a prendere il sole con tanto di brezza marina, mica che in realtà il cuscino e il pallore verdognolo sono quello che ti contraddistingue in questo esatto momento.



- fare l'inventario di tutti i libri che devo ancora leggere e che sono parcheggiati sul comodino, accumulati durante l'inverno in attesa di un'estate spensierata a poltrire su qualche spiaggia. Scaricarmi tutti gli album di Beyonce e incolpare l'ingrato destino che ha voluto che i biglietti per il suo concerto esaurissero troppo presto. Farsi una maschera super idratante per supplire alla ruga in mezzo alla fronte che nasce dal dispiacere di aver perso siffatto concerto. Mettere Rihanna, per noi amiche Riri, a palla.

- bere litri di tè verde. Ma tanto. Tanto tanto. E cospargersi di Viks Vaporub che è la soluzione a ogni male. Scrivere mentalmente e idealmente all'insegnate di yoga per cercare una soluzione di pratica quotidiana. Chiamare il massaggiatore a domicilio e supplicarlo di venirti a liberare i chakra che se sto ancora un po' con naso colante e tosse da vecchina, ecco, impazzisco.

- studiare a memoria tutte le opzioni outfit di Topshop, la parte dedicata a coachella e Kate Bosworth. Pensare che forse voglio andare da &OtherStories. Ricordarsi di essere in spending review. Rileggere questo post e trovare la motivazione.

- andare in ansia per tutto quello che c'è da fare. Leggere la Lonely Planet sul Portogallo. Massaggiarsi con litri di olio di mandorle. Aprire tutte le finestre per far cambiare aria.

Gipsy in versione malata: tuta golfino e canotta. Va così. Che serve aggiungere altro?

- guardare tutti i trailer dei film che so vogliono guardare da mesi, incluse le pietre miliari della cinematografia polacca. per qualche strano caso, il wifi smette di funzionare o io non sono in grado di trovare i film in streaming. Riguardare per l'ennesima volta Melinda&Melinda.Combattere la mia personale crociata per convincere roommates ad un acquisto compulsivo della Rumba, che così con tutta questa polvere, mica si può più stare.Riflettere seriamente sull'acquisto di una mini televisione da sistemare nella mia camera - ma devo ammettere che quest'anno passato senza accenderla è stato "tanta robba".

-cucinare. cucinare, cucinare cucinare. dopo essersi lamentate che alla fine non si cucina abbastanza. quindi impastare. una nuova torta anche perchè bisogna basarsi su quello che la dispensa offre, che non è tanto visto e considerato che io e le mie due roommates o siamo troppo golose che spazziamo via tutto o troppo prese da mojiti e lavoro che la spesa la facciamo una volta al mese.Cucinare quindi una torta che è il compleanno della mamma e cosa c'è di meglio di farle una Regina di Saba, perchè alla fine mamma, nonostante tutto, tu sei e sarai sempre la mia regina.

LA REGINA DI SABA

Nella dispensa:

- 125 g di cioccolato fondente
- 100 gr di burro
- 3 uova
- 125 gr di zucchero semolato
- 75 gr di mandorle in polvere
- 30 gr di fecola di mais





Preriscaldare il forno a 180°C. Fondere il cioccolato a bagnomaria e aggiungere, sempre mantenendo il bagnomaria, il burro ammorbidito a tocchetti, e far fondere tutto insieme ancora per qualche istante.
Mescolare bene fino a ottenere un impasto omogeneo.
Separare gli albumi dai tuorli.
Sbattere insieme tuorli e zucchero.
Mescolare questo composto con il cioccolato e il burro. Aggiungere le mandorle in polvere e la fecola di mais.
Montare gli albumi a neve e incorporarli delicatamente al composto di cui sopra.
Imburrare uno stampo rotondo, versarvi il composto e infornare per 30 minuti. Il cuore rimarrà umido.O meglio morbido.
Come siamo noi Gipsy: croccanti fuori, ma morbide nel cuore.


oggi mi trovate qui

martedì 21 maggio 2013

OMSHANTIOM

L'altra sera è stato molto divertente.


L'occasione era ghiotta: il compleanno della mia amica Laura.
Nonostante avessi dormito si e no 3 ore, la sera prima, e fossi andata in giro tutto il pomeriggio alla ricerca del regalo perfetto per l'amica in questione, che noi mica volevamo farle una cosa così, nonono, era duolo un kit di sopravvivenza per le vacanze quasi imminenti, ecco nonostante tutto questo ho infilato i miei leggings uguali a Melissa (Satta), e trottorellando sotto la pioggia sono corsa a intonarle happy birthday, anche se il richiamo al morbido letto era magnetico.

Tra una birra e qualche patatina, ho conosciuto un ragazzo di Benevento.
A un certo punto abbiamo cominciato a parlare di Karma: eh si perché lui sosteneva che una donna che sappia cucinare, per lui è vero lusso ma che però tutte le sue fidanzate erano schiappe tra i fornelli e alla fine il PRO risultava lui.
A quel punto io ho fatto quello che so fare meglio: parlare di Karma, per l'appunto, tirare fuori le teorie cospiratorie del Destino, i 10 oroscopi che leggo ogni settimana e le pillole di saggezza di Yehuda Berg.

Luigi - perdonami se non ti chiamavi così, ma io sono pessima con il ricordarmi nomi e soprannomi, vedi sotto: arteriosclerosi galoppante o più semplicemente sindrome di disattenzione repentina- a quel punto sfodera un'arma che mi lascia perplessa.
"Voi ragazze milanesi siete tutte trippate con lo yoga e queste stronzate del Karma, io sono più mediterraneo, più passionale, il Karma te lo crei".
Excuse me?

Io cucino, cammino, e faccio pure yoga: sono a mio agio da Leroy Merlin così come da Valentino e abbino senza paura fiori e righe, e tu vuoi dirmi che è tutta una prerogativa delle ragazze milanesi?
Vuoi dirmi che non sono one in a million?

Oltre il danno, la beffa, per la serie.
Quanto meno, a quel punto, il buon Luigi mi ha detto che almeno io non sono di legno .
Forse perchè  avevo sfoderato la mia voglia di buttarmi per disperazione in una pizza alle acciughe, e si sa, la pizza mette tutti d'accordo.
Magra consolazione, ma la prendo come un punto a mio favore.


Però da qui parte la riflessione e perdonatemi se è un po' disconnessa ma è da una settimana che soffro di influenza perniciosa, naso rosso, testa ridondante, pensieri vaghi, pochi e confusi  - quasi peggio che se avessi mangiato marmellata alle fragole di prima mattina - però spero di arrivare a un punto.
Spero di arrivare a quel famoso punto per condividere con voi l'inizio di quella che è LA settimana per il rinnovo di ogni energia.

Magari vi convinco pure a darvi allo yoga con me, in pausa pranzo.
Tonifica e ti fa sentire una persona migliore, giuro.

( che bello il Sole che entra questo pomeriggio dalle vetrate dello showroom e che seguo con i piedi come se stessi cercando la sabbia calda in spiaggia. che bello Iron&Wine che canta dal mio iphone. che bello il tè verde con tanto miele.)

C'è un famoso detto: siediti sulla riva e aspetta di guadare i corpi dei tuoi nemici passare.
E' questo il Karma?

Doh.

Io credo che no: il karma è qualcosa di benevolo, che arriva  da filosofie buddiste, di share is love, di stanze piene di incensi, gonne lunghe e fiori nei capelli.
E' l'olio di mandorla dopo la spiaggia.

L'amore si regala, si offre , senza aspettarsi nulla in cambio, altrimenti non vale.
E secondo appunto il buon Yehuda questo è il mese adatto: la temperatura in picchiata verso l'alto dovrebbe cominciare a riscaldare le ossa e il cielo blu ci dovrebbe regalare ondate di sentimenti positivi.

Insomma, c'è una buona notizia e ce n'è una cattiva.
La cattiva è che se non cambiamo, se non ci proiettiamo verso un miglioramento reale, ecco, succede che le cose mica rimangono così: le cose potrebbero solo peggiorare.

La buona notizia invece è che il cambiamento è veramente a portata di mano e l'universo non fa altro che inviarci quella che i Marron 5 chiamano wake up call.
Se vogliamo che le cose cambino, dobbiamo per forza cambiare noi.
Come dire, la Vita non ci cambia, siamo noi a cambiare.
Un po' alla Patty Pravo, un po' alla yogi girl.

Essere persone positive, in fin della fiera, non è solo una buona cosa per salvarci dalla tristezza, ma è anche una protezione.
Una visione positiva crea positive realtà, e ottimi orizzonti.
Il che non vuol dire accontentarsi, anzi.
Vuol dire che dobbiamo smettere di accettare che quello che non funziona nelle nostre vite - che sia il lavoro/una relazione/un amante/ uno stile di vita - per accettare il rischio di provare a fare quello che realmente ci piace, amiamo, quello in cui crediamo.

Insomma per avere di più dobbiamo smettere di accontentarci.

Quindi Maggio+Giugno: i segni di noi Gemelline.
Ed è anche il mese in cui il Cosmo è più benevolo a regalare opportunità di crescita e cambiamento.

Quindi ecco il piano:
Creare un goal: qualunque sia. abbiamo un mese di tempo, che sia piccolo o grande, purchè ci si aggrappi a questo e lo si persegui fino alla realizzazione.Cominciamo qualcosa di nuovo.E comunichiamolo. Follow up. E portiamolo pure a termine.Quante, troppe volte, cominciamo e lasciamo a metà.Andiamo fino in fondo.

Impariamo ad approcciare le persone con cuore aperto e senza riserve: e non è un mio nuovo buonismo ma una curiosità innata e un voler credere che ognuno sta combattendo la propria battaglia, che a volte si è scortesi senza accorgesene e che comunque per il 99% siamo fatti di acqua e amore.
Il che vuol dire che abbiamo tutti un DNA molto simile, e l'1% che ci differenzia non deve allontanarci o creare barriere, anzi, deve essere solo l'added value che ci porta all'approccio emotivo.

Insomma, sarà che oggi ho mollette a fiori nei capelli, oppure il Sole che ci ha sorpresi questa mattina. O la lezione di yoga. O la tachipirina in dose massiccia.

Però caro Luigi, un po' ti ho convinto?

Crediamo in un karma buono, e vedrai che la ragazza che sappia impiattare anche un menù gourmandise busserà al tuo cuore.


Nel frattempo ho un'amica fantastica, caro Luigi, che riuscirebbe a riportare l'allegria anche in questi giorni in cui sembriamo tutti usciti da uno scenario post atomico, per quanto malumore questo freddo, questo maggio che sembra novembre, ci sta regalando.

Lei si chiama Hooda e fa la Life coacher qui a Milano.

Ha creato un circolo "convesrastions that matter", ovvero un paio d'ore in compagnie di donne che vogliono aprire il loro cuore, e condividere esperienze. Lei ascolta, offre consigli e abbracci.
Ecco cosa aspettarvi, spiegato da lei direttamente:
"An intimate circle of women that want connection, direction, guidance, support and to share their stories as they meander life’s twists and turns.I create a framework and topics to challenge and inspire you. I also provide you with tools and exercises that show you how to find your answers, whether it’s improving your relationships, figuring out what next in your life, or dealing with the day to day stress that many of us experience. Ultimately you will reach new awareness and insight while sharing this experience with others.If you live in Milan and you would like to meet with your group in person, we have an inviting space centrally located and easy to reach. You currently have two times available to choose from:Mondays 1 pm. Dates: June 10, 17, 24, & July 1st. Tuesdays 7 pm. Dates: June 11, 18, 25 & July 2nd.The Investment is €129 for FOUR (75-minute encounters). http://blossomandleap.com/coaching-options/conversations/"
E pensate un po'? Martedì 11 giugno e il 2 luglio ci sarò anche io,intorno a quel tavolo, che insegnerò  - urg - a fare madeleines.
Venite?

ps. a proposito di oroscopi:

http://www.cosebellemagazine.it/2013/05/21/loroscopo-delle-piccole-cose-belle-21-maggio-21-giugno-segni-daria/

lunedì 20 maggio 2013

C'è l'Amore a cena e tu dimmi si se ti va.


Ieri, nonostante la pioggia che non smetteva di bagnare ogni centimetro attorno a noi, nonostante  la flebo di tachipirina e il gin tonic sorseggiato alle 4 di pomeriggio, nonostante un vestito lungo che bisognava rimanere concentrati per non impigliarlo nelle borchie delle scarpe di Valentino, nonostante questo mio ultimamente pretendere - appunto, pretendere, chi ci crede?- di voler essere insensibile a tutto, soprattutto a ogni genere di qualsivoglia emozione che faccia battere il cuore...ecco, nonostante tutto questo, ieri non smettevo di sorridere e l'unica cosa che sentivo era un'immensa felicità.


Al di là di qualsivoglia elucubrazione scontata, ieri tutto quello che provavo era solo gioia, un'immensa gioia.
Sono una donna scontata?
Forse, ma mi piace esserlo se questo vuol dire ammettere i propri sentimenti con la facilità e la semplicità con cui impasto una torta o abbino righe e fiori.

Un matrimonio: Francesca e Matteo.

Potrebbe richiamare esclamazioni facili - ussignur l'ennesimo matrimonio - o pensieri tristi - quante volte ho sognato di varcare la navata al braccio di mio papà, e come invece il Destino ha in serbo percorsi diversi e irregolari - o ancora facili associazioni - matrimonio->buon cibo->buon vino ->buon tutto.

Potrebbe, ma questa volta non lo fa.
E non lo fa perché Francesca è l'anima credo della curva Lugano-Gentilino, perché è un'anima bella che si affretta a inviare un abbraccio quando un sorriso o un pensiero non sono abbastanza.
Queste poche righe,  sono per te.
Senza virgole o punteggiature o banalità.

Poi la vita corre, i momenti si intervallano e si perdono via, il tempo scorre e in un attimo la timidezza prende il sopravvento, e lascia poco spazio alle parole per uscire come dovrebbero: per questo voglio fissare pochi pensieri qui e voglio che vi arrivino tutti, diretti, come se fosse il treno super veloce che ha quel nome buffo, che da Como ti porta in dieci minuti a Lugano.


Dicono che ci sia una sola felicità vera, sincera, e senza paragoni: amare ed essere corrisposti.
E quante farfalle hanno cominciato a svolazzarmi libere nella pancia, io che ieri avevo i capelli troppo stirati forse, e l'abito troppo rosso, quando ho visto con che grazia, con che affetto Matteo ha preso la tua mano quando sei arrivata all'altare.
Dabadababa, come cantava Tozzi, di nome Umberto.

John Lennon disse anche che un sogno sognato da solo, è solo un sogno. Un sogno sognato insieme, invece, è la realtà.
E la vostra realtà appunto comincia ieri, da quando quel buffo parroco vi ha finalmente dichiarati marito e moglie.
Quel parroco che sembrava poco rock and roll, che ha inibito la mia tosse e i miei starnuti,  che ha citato Fabio Volo e "Casomai" nella predica e che però ha detto qualcosa di molto vero: non datevi mai per scontati, non cedete all'abitudine, non amatevi e basta perché è vero l'Amore accidenti da solo non basta purtroppo: dovete onorarvi l'un l'altro, dovete essere una squadra unita e compatta.

Franci, ma cosa ne so io dell'Amore?
Io non ne so proprio un bel niente.
So a memoria tutti i testi delle canzoni più drammatiche, la mia educazione sentimentale si basa su Minghi e Paolo Conte, passando per Snoop Dog e Tupac, però per il resto, non ne so molto, anzi, sono abbastanza pasticciona in materia.
Io so dell'Amore sognato, di quello che mi piacerebbe ma come tutti sappiamo i miei vorrei vengono ribaltati dalla realtà...quindi che ne so io, come posso dirti qualcosa?

Io so solo che ti voglio un gran bene e vorrei evitare di parlare per frasi fatte.
Posso supplicarvi di essere abbastanza moderni per sopravvivere sempre ai cambiamenti, ma anche alquanto tradizionalisti da trovare forza nei ricordi e nelle fondamenta che avrete costruito, per credere e far si che questo amore che vi unisce ora, aumenti sempre e per sempre.
"meno di ieri e più di domani".

Mi piacerebbe pensarvi aggrappati l'uno all'altro con tenerezza, ma con tenacia.
Credo nel potere delle parole quando le parole possono essere d'aiuto, ma credo anche che saper condividere silenzi sia fondamentale.. quel silenzio che a volte, se dosato nella giusta quantità, non solo fa bene, ma è anche sexy.

Non riducetevi come quelle coppie che fanno l'amore perché devono, o peggio ancora, che timbrano il cartellino una volta a settimana: avete ancora così tanto da esplorare l'uno del corpo dell'altro, nei, dune e vallate e profumi nuovi e inaspettati e baci travolgenti, baciatevi sempre, baciatevi spesso, piuttosto giuro vi regalo dei corsi di sesso tantrico nella campagna umbra da Sting e sua moglie Trudie.
Fatelo nella vasca da bagno, sul pavimento, sul divano, sul tavolo, sull'Himalaya, nel mare, ovunque. Non soccombete mai alla noia, piuttosto cercatevi per rimedio a una serata di routine televisiva, ma fatelo, fatelo, fatelo sempre fino a quando avrete 95 anni e la dentiera e allora Matteo vedrai che bei lavoretti che farà Francesca ;)
Il sesso è magia, comunque, è alchimia e a volte risolve impasse.
Soprattutto se è mischiato a una buona dose di Amore, tenerezza e complicità.

Il matrimonio è solo l'inizio: l'inizio di una grande avventura insieme, penso.
Non ho mai mai mai immaginato questo come un traguardo o un punto di arrivo, bensì come il punto di partenza, un modo per dire al mondo ehy siamo una squadra, ci completiamo a vicenda ma siamo anche due entità separate che decidono di regalarsi libertà a vicenda, e forza, tanta forza perchè l'Amore sostiene, eleva e allieva ma soprattutto migliora e potenzia.
Non annullatevi nella certezza della coppia, esplorate, regalateci il sogno, questo sogno di cui sono piene queste poche righe.

Penso che il tesoro della vostra amicizia, della vostra sintonia, degli sguardi d'intesa sia qualcosa di inestimabile.
Siate coraggiosi, così coraggiosi da essere sinceri sempre l'uno con l'altro.
Permettetevi il lusso di regalarvi il conforto di essere fiduciosi del vostro legame.
Mandatevi senza timore a quel famoso paese, soprattutto ora che nasce Fiammetta e vi terrà svegli e la mancanza di sonno lo sappiamo tutti: produce scompensi.
Poi aggiungici assi del bagno lasciate alzate e shopping compulsivo beccato ancora con cartellini in giro per casa. E' un attimo perdere il senso del legame e di quello che vi ha condotto a qui.
Ma proprio in quegli attimi, voi sfogatevi, chiamate noi amici, ma poi ricorrete nei vostri cuori, a coccolarvi e a riunirvi.

Tante azioni per dimostrare ciò che si sente.
Il resto è noia.

E poi auguri e figli machi che la femmina è già in arrivo, e conoscendo il papà gelosone, è meglio spargolare un'unica donna altrimenti prevedo Siculandie e conti in rosso!

mirror mirror come copro il naso rosso da raffreddore?


sleeping beauty: mia sorella migrata per il weekend chez moi
E io?
Io sono un personaggio in cerca d'autore.
O un autore in cerca di un personaggio.
O di una storia da raccontare.

E' più facile capire, poi, dopo, cosa si vuole.

Tipo quando finisci l'Università e il giorno della tua laurea un fulmine ti investe e ti marchia sulla fronte come a Harry Potter, e capisci che altro che cagnetta della comunicazione, tu in realtà volevi essere al Cordon Bleu con le mani in pasta a filosofeggiare su Proust e Pascal.
Oppure tipo quando entri da Excelsior, compri quelle scarpe che filavi da mesi per poi, una volta pagate, vagare nel dubbio e nella tachicardia ben comprendendo che forse avresti preferito investire quei 600 eurini in un viaggio, che le cose, gli oggetti ci legano pesantemente al circondario, e per noi gipsy sono zavorre e basta.
O ancora come quando scegli la tua casa e appena firmato il contratto ti mangi le mani perché dove andrai a stare non riflette minimamente nulla di te, te che forse ti bastano 50 mq, un balconcino, un divano bianco, un letto Queen size e un camino per essere felice, ma ormai è un po' tardi per cambiare idea.

Tipo così, insomma.

E quindi Gipsy vuole essere incantata da un Uomo che sia veramente tale, che ci sorprenda e che faccia seguire fatti a parole belle, che le parole sono comunque importanti, ma le azioni lo sono ancora di più.
E poi vorrei l'estate, 26/28°C e il Sole immerso in un cielo blu che ancora un giorno di pioggia e potrei rientrare ufficialmente nel club giovani depresse.
Aggiungici una fuga al mare, una pizza con acciughe e un vino aromatico freddo, piedi scivolati nella sabbia e pensieri: zero.
Magari anche una nuova legge gravitazionale che vada di compensazione a quella tale per la quale passati i trentaequalcosa anni devi per forza camminare 8 km al giorno e sfinirti di yoga in pausa pranzo.
(già che ci siamo vorrei che questa maledetta tosse e questo altrettanto maledetto raffreddore passassero).

Si voglio la favola: perché forse me la merito un po', o forse no, forse non sono una così brava persona, però sono buona e soprattuto credo generosa, o capace di grandi slanci o di grandi abbracci o di ottimi arrosti e succulenti fondant al cioccolato.

Quindi evviva le favole e noi che ci crediamo ancora.

(e soprattutto...evviva gli sposi!!)